Capitolo 74

8.9K 267 37
                                    

Le spalle mi fanno male. La schiena mi fa male
La testa mi gira.
Non mangio da quando mi hanno portata qui, ciò che mi è stato portato da Blue non può definirsi cibo e ho preferito tenermi in vita solo con l'acqua.

Sento un buco allargarsi nel mio stomaco, la testa pesante, le labbra secche. Ho sete.
Non bevo da non so quante ore, l'ultima volta che Blue è stato qui, un po' di acqua l'ho usata per sciacquarmi la faccia dolorante, dopo le botte di Brandon.

Non so che ore siano, ma sento dei rumori provenire dai piani di sopra.
Ho immaginato di essere in uno scantinato, probabilmente sotto quell'edificio vecchio nel quale Dylan mi ha portata quel giorno in cui doveva consegnare i quattro chili di droga a Kayne.

Inizia a fare freddo, più di prima. Siamo a Marzo, non dovrebbe, ma qui sotto si gela e i miei vestiti iniziano ad essere inadatti a questo clima.

Mi manca Dylan. Mi mancano i ragazzi e le loro battute squallide, il loro modo strano e bizzarro di dimostrarsi affetto l'uno con l'altro e stare in famiglia.
I loro abbracci, i bisticci in spagnolo, i tentativi di non fare cucinare Kylie, nemmeno dovesse essere l'ultima possibilità di vita, mi manca persino stare in ansia ad aspettare che tornino dalle corse, dagli incontri o dalle missioni.

Mi manca stare abbracciata a Dylan, rubargli le felpe dall'armadio, i suoi baci rubati e i sorrisi maliziosi. Mi manca fare l'amore con lui, ridere alle sue battute idiote, guardarlo mentre è impegnato, con quel labbro inferiore sporgente e l'espressione concentrata, mi manca anche il suo broncio, le nostre litigate, i bisticci senza senso, che finiscono sempre con un bacio.

Mi manca tutto questo e non sapere se riuscirò a riaverlo mi sta uccidendo.

Mi asciugo le guance, senza riuscire a fermare le lacrime. Gli occhi mi bruciano e i singhiozzi mi sconquassano il petto, nonostante io cerchi di placarli.

Non riesco nemmeno a dormire. Tutte le volte mi torna in mente Brandon, le sue parole, i suoi insulti e tutto il dolore fisico e psicologico, tale e quale a quello provato con Travis.

Improvvisamente mi blocco, alzando la testa e osservando la porta di metallo.
Sento degli spari. Delle urla, porte che vengono sbattute e altre che sembra che vengano spalancate in modo molto poco delicato.

Mi rannicchio ancora di più, stringendo le maniche della felpa nei pugni chiusi.
Che sta succedendo?
Il mio cuore inizia a battere forte, ad un ritmo talmente accelerato che lo sento pulsare in ogni angolo del corpo.

Passi veloci, scarpe pesanti e altri spari.
Sono immersa nel buio, ma mi sembra di vedere la porta che viene scossa.
Delle luci, delle voci all'esterno. Che stia tornando quel pazzo a finire il lavoro?
È già arrivato il momento di morire, per me?

Tremo, continuo a tremare e il cuore sta per esplodermi dal petto per la troppa ansia.
La porta trema di nuovo.
<<Non si apre, cazzo!>> Sento urlare. Una voce frettolosa, maschile, una voce che credevo di non sentire più.

<<Jordan.>> Sussurro.
Non ho voce. Merda, non ho più voce.
Ho usato ogni singola forza rimasta per urlare.
Mi maledico da sola per la mia stupidità, mentre la porta viene colpita ripetutamente.

<<Se le tiri i calci credi che si aprirà magicamente?>> Sbraita Tyler.
Piango. Inizio a piangere per la gioia di risentire le loro voci.
Sono venuti a prendermi.
<<Ragazzi!>> Cerco di urlare ma esce solo un sospiro acuto.

<<Dylan, l'hai trovata?>> Urla Jordan.
E il mio cuore esplode.
<< Di là non c'è.>> Eccola. La voce che speravo di risentire da troppo tempo.

<<Apri questa fottuta porta, bastardo.>> Sibila, poi.
Un tonfo muove nuovamente la porta.
Conoscendolo avrà sbattuto il corpo di qualcuno contro di essa e, facendo due più due, è uno dei Midnight Demons che fa la guardia alla porta.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora