Capitolo 22

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Adriano
Ci siamo magnati un'intera teglia di lasagna e ora stiamo sul divano. Chiara si è addormentata e io le sto accarezzando il viso.
Quando inizia a farsi tardi, la sveglio.
-Dobbiamo andare alle prove-
-Sì andiamo - dice lei.
Si cambia, prende il violino e usciamo da casa mia, entriamo in macchina e andiamo agli studi.
C'è Niccolò nella hall.
-Hey ciao- dice quando ci vede.
-Ciao- dice Chiara. E poi anche io dico:
-Ciao. Andiamo? -.
Entriamo in una sala prove e iniziano a provare. Come al solito sono bravissimi.
Alla fine, mentre stanno mettendo a posto, devo dire delle cose:
-Allora ragazzi, venerdì esce Fateme Cantà quindi abbiamo preso alcuni impegni con delle radio per lanciare il brano. Di conseguenza salteremo delle prove. Nic, poi ti mando tutto il programma degli impegni della prossima settimana.-
-Va bene Adria', grazie - dice Niccolò.
-Ok- dice Chiara.
Sistemiamo la sala e usciamo.
-Chia' io devo passare in ospedale da mio padre però prima ti accompagno a casa - le dico quando siamo davanti alla mia macchina.
-Non posso accompagnarti all'ospedale? - mi propone lei.
-Non lo so... Non è proprio un bel posto- dico io titubante.
-Lo so ma ci tengo a te, voglio accompagnarti da tuo padre- insiste lei. Io le sorrido.
-Grazie - dico io e poi saliamo in macchina.
Arriviamo davanti all'ospedale e prima di scendere aspetto un attimo e faccio un respiro profondo. Chiara nota la mia preoccupazione e allora mi prende la mano. Mi guarda.
-Hey. Va tutto bene. Stai tranquillo. - cerca di tranquillizzarmi e poi mi abbraccia.
-Non so proprio come farei senza di te- le dico poi e la bacio con passione. Poi si stacca:
-Andiamo dai. - mi incoraggia. Scendiamo dalla macchina ed entriamo nel reparto dove si trova mio padre. Io aspetto un attimo ad entrare, ma poi mi faccio coraggio. Chiara resta fuori dalla porta della stanza.
Mio padre è sveglio e quando entro mi saluta. Ha l'aria stanca ma non vuole farlo vedere. Nella stanza c'è anche mia madre:
-Ciao Adriano- mi dice mia madre.
-Ciao. Come stai pa'? - chiedo io avvicinandomi al suo letto.
-Sto 'na favola- dice lui.
-Non mi prendere in giro pa'. - insisto io.
-Io mi sento bene, ho solo qualche giramento di testa ogni tanto. - dice lui.
-Hanno detto qualcosa i dottori? - chiedo io.
-Solo che deve riposare. Lo tengono in osservazione ancora qualche giorno.- mi risponde mia madre.
-Va bene.- dico annuendo, mi avvicino a mio padre, gli stringo la mano e poi gli dico:
-Devi essere forte papà, resisti ancora un po'-
-Stai tranquillo Adriano, non mi abbatte nessuno. - mi dice lui sorridendomi. Stiamo un attimo in silenzio a guardarci e poi dico:
-Devo presentarvi una persona... Siete pronti? - loro si tirano su incuriositi, io esco dalla stanza e porto Chiara dentro anche se lei si vergogna un po'.
-Lei è Chiara- la presento.
-Buonasera- dice lei timidamente.
-È la mia ragazza- continuo io.
Loro ci guardano e inizialmente non sanno cosa dire ma poi interviene mia madre che si alza e viene verso di noi:
-Ciao cara, io sono la madre di Adriano, molto piacere. - si stringono la mano.
-Piacere- dice Chiara. Che carina, è imbarazzata.
-Chiara, vieni qui- dice mio padre. Chiara si avvicina a lui e mio padre le prende la mano:
-Molto piacere. - dice mio padre
-Piacere- risponde Chiara.
-E bravo Adriano, è proprio una bella ragazza e sembra pure simpatica- dice mio padre per fare il simpatico - si vede che sei figlio mio-. Chiara sorride. Poi salutiamo i miei genitori e ce ne andiamo.
Arriviamo davanti alla macchina e Chiara dice:
-Che carini i tuoi! Si vede che ci tengono a te. -
-Già, hai ragione. -
La prendo e la bacio.
-Secondo me gli sei piaciuta. - dico poi- Come facevi a non piacergli? Sei meravigliosa. - continuo. Lei mi sorride e mi bacia.
Saliamo in macchina.
-Vuoi che ti riaccompagno a casa? - le dico.
-Solo se rimani con me- dice lei.
-A me va bene. Ma il discorso è sempre quello: non ho il pigiama. - dico.
-Il discorso è sempre quello: non mi dà fastidio vederti in mutande- dice.
-Va bene allora- ridacchio.
Arriviamo a casa sua e cuciniamo degli spaghetti. È tardi e quindi andiamo subito a dormire. Come al solito, ci addormentiamo abbracciati.

Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora