Capitolo 32

310 9 1
                                    

Chiara
Mi sveglio. Mi gira tanto la testa. Apro gli occhi. Ma... Questa non è casa mia, e neanche casa di Adriano. Dove sono? Indosso una maglietta da uomo e ho l'intimo addosso.
La porta si apre ed entra Niccolò. Io mi infilo sotto le coperte e lo guardo. È a torso nudo e si sta asciugando i capelli con un asciugamano.
-Ok... Allora... Che ci faccio qui? - chiedo preoccupata.
-Ah buongiorno- dice lui che non mi aveva ancora guardata. Continuo a guardarlo attendendo una risposta alla mia domanda.
-Ti sei ubriacata, hai litigato con Adriano, lui ti ha mandato a quel paese e se n'è andato, noi abbiamo ballato, ci siamo baciati, poi sei svenuta e ti ho portata qui.-
-Aspetta aspetta aspetta. Cooosa? Ho bevuto? - dico.
-E pure tanto.-
-Ho litigato con Adriano? -
-Sì -
-E... -
-Sì, ci siamo baciati. -
-Coosa? - dico io arrabbiata. - M****! - mi alzo dal letto e inizio a camminare.
-Mi gira la testa. Devo vomitare. - inizio a correre per tutta la casa. -Dove cavolo è il bagno? - urlo. Niccolò mi porta in bagno. Io vomito e lui mi tiene i capelli. Poi mi rialzo.
-Non mi toccare- dico - Hai approfittato del fatto che ero ubriaca e non capivo niente- sono arrabbiatissima e nervosa.
-Scusami- dice lui.
-Non m'interessano le tue scuse.- continuo io - Perché ho la tua maglietta addosso? - chiedo urlando e piangendo.
-Ti eri rovesciata la birra addosso. Ti ho messo la mia maglietta - dice Niccolò serio.
-Oh cavolo- continuo a girare per casa- Tu mi hai spogliata? - sono fuori di me.
-Sì. Che dovevo fare? Lasciarti tutta zuppa? - dice.
-Cavolo sì. Non mi devi toccare.- dico io.
-Va bene scusami. Però non ho dormito con te. - dice.
-Era il minimo.- dico - Basta. Devo andare da Adriano. Devo chiedergli scusa. O cavolo sono una cretina. - dico. Sono agitatissima. Vado verso la porta. Niccolò mi ferma.
-Non puoi uscire con addosso solo la mia maglietta- dice.
-O cavolo! Dammi dei pantaloni perfavore. - dico. Va a prendermi dei pantaloni. Mi stanno enormi ma non fa niente.
-Aspetta ti accompagno- dice Niccolò seguendomi.
-No. Hai già fatto abbastanza grazie. - esco sbattendo la porta. Inizio a correre verso casa di Adriano.
Arrivo davanti casa sua e busso. Lui viene ad aprire ma quando mi vede richiude la porta. Io scoppio a piangere. Ho paura di averlo perso.
Busso di nuovo.
-Adriano ti prego apri. Parliamo.- dico poggiandomi alla porta. Non ricevo alcuna risposta.
-Adriano- sto singhiozzando- ho sbagliato tutto. Non capivo niente. Sono una stupida. - ricomincio a piangere e dó un calcio alla porta. Sono arrabbiata con me stessa. Poggio la schiena e mi struscio alla porta fino a sedermi per terra.
-Non so cosa mi è preso. - continuo a dire.
Sento la porta aprirsi e allora mi alzo e mi giro verso la porta. Vedo Adriano che ha gli occhi rossi. Ha pianto.
-Di che vuoi parlare? - mi chiede senza nemmeno guardarmi.
-Di tutto quello che ho fatto. Non mi ricordo niente. Mi ha raccontato tutto Niccolò. Sono una stupida. Ti prego perdonami Adriano. Senza di te non sono niente. - dico disperata. Lui mi fa entrare e cerco di abbracciarlo ma lui si sposta. Continuo a parlare.
-Ieri non capivo niente. Penso di essere svenuta. Allora stamattina mi sono svegliata a casa di Niccolò con i suoi vestiti addosso. Poi è arrivato lui e gli ho chiesto cosa fosse successo visto che non ricordavo nulla. Lui mi ha detto che ho litigato con te e te ne sei andato. Ho bevuto un sacco, ho ballato con Niccolò e lui mi ha baciata. Poi sono svenuta. -
-So già tutto- dice lui triste - Tiziano vi ha visti e me lo ha raccontato stamattina. Ho pianto fino a mo'. Non è stata proprio una bella cosa da sentire. Ma apprezzo la tua sincerità. -
Io sto piangendo tantissimo.
-Chia' io non so che ti è preso ieri. Non ti sei regolata. Hai pure fumato.- continua.
-Adri mi dispiace. Non so che mi è preso. Volevo sembrare una ragazza normale che va a cena con il suo ragazzo e i suoi amici e ridono e scherzano tutta la sera mentre bevono.- dico io in lacrime.
-Ma io ti amo così come sei.- mi mette le mani sulle guance. E io metto le mie mani sulle sue.
-E io ti ho anche detto di fermarti ma tu non mi ascoltavi. Per questo me ne sono andato. Io farei di tutto per te. Volevo proteggerti ma tu non me l'hai permesso e sei andata a rifugiarti tra le braccia di quello s****** che è ancora più colpevole perché è mio amico. - dice Adriano.
-Mi dispiace tantissimo.- vado verso di lui e lo abbraccio. Lui mi stringe forte. Non voglio più lasciarlo.

Adriano
Non voglio perderla. Lei è tutto per me. Davvero tutto.
Ci stacchiamo e la guardo. Sta ancora piangendo. Mi chino verso di lei e la bacio. La prendo in braccio e la porto in camera. Ci lasciamo trasportare. Mentre lo stiamo facendo le dico all'orecchio:
-Mi sei mancata- e riprendo subito a baciarla dappertutto.
Le mi stringe a sé e i nostri corpi si fondono insieme. Forse questa è stata la volta più bella perché ci desideravamo come non era mai successo.

Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora