Capitolo 109

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Apro lo sportello. È Adriano. È pieno di sangue e ha perso i sensi. Chiamo subito l'ambulanza e poi Tiziano.
*chiamata*
N:L'ho trovato
T:Dove?
N:Ha fatto un incidente all'uscita di Fregene. Ho chiamato l'ambulanza. Non è cosciente.
T:Porca miseria arrivo subito.
*fine chiamata*

Tiziano
Mi fiondo fuori casa e vado dove mi ha detto Niccolò. Fortunatamente è arrivata l'ambulanza. Lo stanno caricando. Vado da Niccolò che sta piangendo ed è ancora sotto shock. Lo abbraccio. Poi saliamo ognuno nella sua macchina e seguiamo l'ambulanza.
Arriviamo in ospedale. Portano Adriano in una stanza piena di dottori ma dicono che non ci possono far entrare.
-Dovremmo chiamare Chiara-dico io.
-No, quella si prende un colpo al telefono. Chiama Arianna e dille di portarla qui-dice.
Faccio come mi ha detto.
*chiamata*
A:Ma lo sai che ore sono?
T:Devi portare Chiara qua.
A:Qua dove?
T:In ospedale.
A:Perché? Che ha?
T:Lei niente. È Adriano che sta in ospedale.
A: Oh Gesù!
T:Puoi portarla qua? Ti mando la posizione.
A:Sì arriviamo.
*fine chiamata*

-Stanno arrivando-dico a Niccolò.
Esce un dottore dalla stanza dove hanno portato Adriano.
-Che succede?-chiede Niccolò.
-Non possiamo dire niente-dice il dottore di fretta.
-Perfavore - dico io.
Il dottore si ferma e ci parla.
-Il ragazzo riporta parecchie ferite a causa del vetro. Stiamo provvedendo a togliere tutte le schegge-dice.
-Grazie - diciamo. Il dottore se ne va.
Poi passa un'infermiera.
-Siete amici del ragazzo che ha avuto l'incidente?-ci chiede.
-S... Sì siamo noi - dice Niccolò. Ha gli occhi lucidi.
-Avrei bisogno dei suoi dati-dice.
Niccolò le dice tutto e prima di andarsene dice:
-Potete provvedere voi ad avvisare i genitori?-
-Certo, lo facciamo subito-dico io.
Niccolò chiama i genitori di Adriano e gli spiega tutto. La madre dice che arriveranno a momenti.

Arianna
Mi vesto in mezzo secondo e vado a prendere Chiara. Suono al campanello. Non apre. Riprovo. Niente. La chiamo al telefono. Non risponde. Provo a bussare di nuovo. Finalmente apre.
-Ma che vuoi? - dice scocciata.
-Vestiti-dico entrando.
-Ho sonno-dice lei.
-Chiara non è il momento. Dobbiamo andare in ospedale-dico.
-Perché? - chiede.
-Te lo spiego mentre andiamo.-dico.
Andiamo in camera sua e le tiro fuori dall'armadio una tutina. Se la mette velocemente e infila le scarpe. Usciamo e le spiego:
-Mi ha chiamato Tiziano-dico.
-Che dice? - chiede.
-Adriano è in ospedale-rispondo.
-Come? Perché? - dice.
-Non lo so sono venuta subito a prenderti.-dico.
-Muoviti! -dice.
Accelero e dopo dieci minuti arriviamo in ospedale.

Chiara
Entro correndo fino a quando vedo Tiziano, Niccolò e i genitori di Adriano. Mi fermo là davanti e riprendo fiato. Saluto i genitori di Adriano che non penso sappiano che non stiamo più insieme. Mi avvicino a Niccolò e Tiziano.
-Che è successo? - gli chiedo.
-Ha fatto un incidente. Era ubriaco e ha sbandato-dice Niccolò.
-Ma sta bene? - chiedo.
-Si è rotto il vetro e ha schegge dappertutto. Lo stanno operando per questo-risponde Niccolò.
-È tutta colpa mia-dico. Inizio a piangere. Mi siedo. Tiziano si mette vicino a me.
-Non è colpa tua, ok? - dice. Mi abbraccia.
-Invece sì. Se non lo avessi trattato male non avrebbe bevuto-dico.
-Ma che dici? Stai tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene.-dice.
Restiamo tutti lì seduti in attesa che qualcuno ci dica qualcosa. Noto diverse occhiate da parte di Niccolò.
Verso le 8.30 escono tre dottori.
Mi alzo in piedi e mi seguono tutti gli altri.
-Come sta? - chiedo asciugandomi le lacrime.
-Abbiamo tolto tutte le schegge-risponde un dottore.
-E quindi? Possiamo vederlo? - continuo io.
-Non è sveglio. Se volete vi spiego meglio tutto nel mio studio-dice lo stesso dottore.
Io, i genitori di Adriano e Niccolò entriamo. Tiziano e Arianna restano fuori.
-Vedete. Non è stato un incidente piccolo. La macchina andando a sbattere si è danneggiata molto.-dice il dottore
-Non ci interessa la macchina-dico io.
-Mi faccia parlare, signorina. Capisco la vostra preoccupazione. Se mi lasciate parlare vi spiego tutto-dice.
Mi scuso e lui ricomincia a parlare.
-L'impatto è stato molto violento e il ragazzo ha sbattuto la testa. Le schegge sono state tolte quindi esternamente non ci sono problemi. Però il ragazzo è in coma.-dice.
Ricomincio a piangere e anche la madre di Adriano inizia.
-Come in coma? E quando si sveglia?-chiede Niccolò.
-Non lo sappiamo. Speriamo il più presto possibile.-dice.
Siamo tutti in lacrime.
-Vi siamo vicini, ma il ragazzo era ubriaco alla guida-dice il dottore- Noi dobbiamo comunque avvisare le autorità-continua.
-Non basta l'incidente? Non è stato già punito abbastanza? - dico io.
-È comunque un reato-dice quell'insensibile.
-E comunque non ha ucciso nessuno. Ci ha rimesso solo lui-dico.
Niccolò mi mette una mano sulla spalla come a dire "Non serve che dici nient'altro". Esco dalla stanza. Anche gli altri escono.
Mi siedo dove stavo prima, mi metto le mani in faccia e piango. Tiziano e Arianna chiedono a Niccolò cosa ha detto il dottore. Lui gli dice tutto. Siamo tutti tristissimi. Anche Tiziano ha messo da parte la rabbia.
-Comunque adesso lo portiamo in una stanza e potrete vederlo.-dice il dottore.
Vediamo la barella passare. Adriano è sdraiato. Ferite dappertutto. Senza la maglietta perché aveva vetri ovunque. Il lenzuolo gli arriva a metà busto. Ha delle flebo. Lo portano in una stanza. Lo attaccano anche a una macchina per farlo respirare.
-Adesso possiamo entrare? - chiede Niccolò.
-Sì ma al massimo due persone alla volta-dice.
Io e Niccolò ci guardiamo. Facciamo entrare prima i genitori di Adriano. Stanno una decina di minuti e poi escono. Niccolò mi prende la mano.
-Andiamo? - annuisco.
Entriamo nella stanza. Niccolò si mette subito vicino al letto di Adriano. Io rimango sulla soglia della porta. Mi scendono le lacrime. Non ce la faccio a vederlo star male.
Corro via dall'ospedale. Resto fuori dalla porta. Mi metto su una panchina.

Niccolò
Capisco Chiara. Penso che vedere la persona che ami in un letto di ospedale sia la cosa più brutta che ci possa essere.
Resto un po' con Adriano. Gli parlo nella speranza che mi senta. Poi esco dalla stanza. Chiara non c'è. Nonostante tutto Tiziano non vuole entrare nella stanza. Esco e vado a cercare Chiara. È seduta su una panchina e non smette di piangere. Vado da lei e la abbraccio.
-Mi dispiace. Ma non riesco. Mi fa troppo male vederlo-dice.
-Tranquilla. È normale-dico io.
Quando si è calmata dico:
-Vai a casa. Hai bisogno di riposare-
-No. Io resto qui-dice.
-Non ti è ancora passato l'effetto dell'alcool.-dico.
-Non è vero! Ho detto che resto qui! Se torno a casa mi preoccupo di più - dice.
-Vabbè almeno mangia-dico io.
-Non ho fame-dice.
-Non fare storie e mangia. Adriano ti ucciderebbe se fosse sveglio-dico.
-Lo so. Ma non ho fame-dice.
-Allora entriamo dentro-dico.
-Va bene-dice. Ci alziamo ed entriamo. Ci mettiamo sulle sedie fuori dalla stanza di Adriano. Io vado al distributore automatico e prendo tre confezioni di tramezzini. Me li mangio tutti.
-Sicura che non vuoi mangiare niente?-chiedo a Chiara.
-Sicura-risponde.
Tiziano ci saluta e torna a casa a pranzo.
Mi squilla il telefono. È Federica. Oh c**** non le ho detto niente.
*chiamata*
N:Pronto?
F:MA DOVE SEI FINITO?
N:Sono in ospedale perché Adriano ha avuto un incidente.
F:E allora?
N:Allora è in coma
F:E quindi non vieni da me? Ti sto aspettando a casa
N:Che te devo dì? Aspetta. Io devo stare col mio amico.
F:Che vuoi fare? Stare con un ragazzo in mezzo tra la vita e la morte? Cosa pensi di migliorare stando lì?
N:Magari hai ragione. Magari non miglioro niente. Ma Adriano c'è sempre stato per me. E io ci sarò per lui. Specialmente ora. Ma a te cosa te ne frega? Non puoi capire cosa significhi avere un amico che è quasi un fratello.
F:Pensala come ti pare. Volevo solo passare un po' di tempo con te.
N:Ci saranno altre occasioni. Adesso scusa ma devo stare col mio amico.
*fine chiamata*

-Tutto bene? - chiede Chiara.
-Sisi-rispondo.
-Se vuoi andare a casa resto qua io-dice.
-No. Magari tra un po'. Voglio restare ancora.-dico.
Restiamo là. Seduti sulle sedie dell'ospedale fuori dalla stanza di Adriano. Di tanto in tanto arrivano medici che gli cambiano le flebo e controllano la situazione.
La sera sul tardi decido di andare via.
-Chia' andiamo via dai. Torniamo domani-dico.
-No. Non posso andare via. - dice lei.
-Ti accompagno io-dico.
-Non voglio andarmene. Non riuscirei a dormire. Sarei solo più preoccupata - dice.
-Sì ma non puoi restare qua tutta la notte-dico.
-Lo farò-dice.
-Va bene. Io adesso vado. Tu mangia qualcosa e chiamami se hai bisogno-dico.
-Ok-dice.
Saluto e vado via.

💔💔💔💔
Mancano sempre meno capitoli alla fine della storia!⭐️

Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora