Capitolo 110

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Chiara
Prendo il telefono. Non avevo visto che l'altra sera, prima di fare l'incidente, Adriano mi aveva mandato dei messaggi. Mi sento sempre peggio. È soltanto colpa mia se ha fatto l'incidente.
Apro la chat.

Adriano
Chia'

Sto venendo da te.

Mi manchi e non riesco
a stare senza di te.

Ci ho provato ma non riesco.

Ricominciamo

Ti prometto che sarà più bello di prima.

Ti prego, amore, perdonami.

Inizio a piangere. Non riesco a pensare a quello che potrebbe succedere ad Adriano.
Sto tutta la notte là fuori dalla sua stanza. Non ce la faccio ad entrare.

Niccolò
La mattina torno in ospedale. Trovo Chiara seduta dove l'avevo lasciata.
-Ciao-dico.
-Ciao-dice lei.
-Hai dormito un po'?-chiedo.
-Non ci sono riuscita-dice.
-E come fai a stare sveglia?-dico.
-Non riesco a dormire-risponde.
-Hai mangiato qualcosa?-chiedo.
-Mezza barretta ai cereali-dico. È l'unica cosa che mi ispirava della macchinetta.
-Vuoi che ti prendo qualcosa al bar? - dico.
-No grazie-dice.
Vado al bar e prendo due cornetti e un caffè.
Torno da Chiara e le dò un cornetto.
-Avevo detto no-dice.
-Se ti viene fame... - dico.
-Grazie - dice.
-Ti hanno detto se ci sono novità? - chiedo.
-Non hanno detto niente - risponde.
Vado a chiedere ad un'infermiera e mi dice che Adriano è stabile.

Passa una settimana. Chiara non si è mossa da quell'ospedale. Tutti i giorni e tutte le notti stava su quella sedia. Eppure non è riuscita ad entrare nella stanza e a stare un po' con Adriano. Io, invece, mi siedo là e ci parlo. Mi mancano le nostre conversazioni notturne. Mi manca tanto il mio amico.
Adesso si è fatta sera e io devo tornare a casa perché sono rimasto già ieri notte qua. Chiara resta seduta dove sta e mi saluta.

Chiara
Voglio vedere Adriano. Voglio capire. Vorrei anche parlarci. Chiedergli scusa se sono stata egoista. Se l'ho trattato male.
Mi alzo dalla sedia e mi avvicino alla porta della stanza. Faccio un passo ed entro. Adriano è là nel letto. Attaccato a tanti macchinari che lo tengono in vita.
Mi avvicino sempre di più a lui. I tagli che gli ha provocato la rottura del vetro sono ancora evidenti.
Mi siedo nella poltrona accanto al letto e lo fisso. Sembra davvero che stia dormendo. Mi viene da pensare che si possa svegliare da un momento all'altro.
Inizio a parlarci. Magari mi sente, non ci perdo niente a provare.
-Allora? Sei contento? Adesso che ti dico che mi manchi, sei contento? Guarda che non serviva arrivare a tanto. Davvero non avresti dovuto-dico.
Gli sfioro una mano e poi la prendo e la tengo tra le mie.
-Scusa... Ho sbagliato tutto con te... Non ti ho dimostrato davvero quello che provavo... Ma ti ho sempre amato Adri. SEMPRE. E non puoi neanche immaginare come mi senta in questo momento. Vederti qui... Non lo so... Non avevo mi provato questa sensazione.-riprendo a parlare.
-Ma non sei stufo di dormire? Voglio dire... Ormai è una settimana. Lo so che sei stanco ma stai esagerando.-dico ancora.
Sorrido lievemente e poi scoppio a piangere. Sto diventando pazza. Parlo pure da sola.
Esco dalla stanza e mi rimetto al mio posto. Mi addormento.

La mattina mi sveglio perché c'è un gran casino. Niccolò è già arrivato e sta in piedi davanti a me. Guardo l'ora. Sono solo le 5 del mattino. Mi alzo e gli chiedo che succede.
-Sono venuto perché non riuscivo a dormire. Sono entrato nella stanza per parlare con Adriano e dopo un po' si è svegliato.-dice lui. Mi prende le spalle.
-È sveglio, Chia', ti rendi conto? - dice.
-Mi stai prendendo in giro? - chiedo.
-No, vieni. Ha chiesto subito di te-dice.
-Perché non mi hai svegliata subito? - chiedo.
-Sono notti che non dormi. Per una volta che stai tranquilla... - dice.
Mi viene istintivo di abbracciare Niccolò. Ci stacchiamo dopo poco. Nella stanza di Adriano ci sono molti medici. Ci facciamo spazio ed entriamo. Niccolò chiede permesso e ci ritroviamo davanti ad Adriano. Sì. È proprio sveglio. Mi mancavano i suoi occhi. Mi mancavano tanto.
Sorride. Sorride come un bambino.
-Ciao-dice.
-C... Ciao-rispondo io con un filo di voce.
Niccolò ci guarda.
-Bene dottori, è arrivato il momento di lasciarli soli. Posso offrirvi un caffè? - dice Niccolò uscendo dalla stanza e portandosi dietro i dottori che stavano controllando Adriano. Io e lui ci mettiamo a ridere.
-Che mi racconti? - dice Adriano.
Mi giro verso di lui.
-Che ti devo raccontare? - dico.
-Che ho fatto per finire in coma? - chiede.
-Pensavo te l'avessero detto. Davvero non ti ricordi? - dico.
-Giuro. - risponde.
-Hai bevuto troppo e hai fatto un incidente.-dico.
-Ma io lo reggo l'alcool-dice.
-Forse hai esagerato-dico.
-Senza una ragione non esagero-dice lui.
-... -
-Tu sai la ragione? - chiede.
Non rispondo.
-Sei tu la ragione?-dice.
-Scusa. Mi dispiace è tutta colpa mia- dico abbassando la testa.
-È servito rischiare di morire per riaverti accanto - dice.
-Senti mi dispiace ma sei stato tu a seguirmi e poi mi hai lasciata e sono libera di frequentare tutte le persone che voglio anche se sono tuoi amici-dico.
-Che c'entrano i miei amici? - chiede confuso.
-Adriano ti sei ubriacato perché io ho abbracciato Tiziano.-dico.
-Bene. Non pensavo fossi così vendicativa-dice.
-Non mi sono vendicata. Ho il diritto di fare ciò che voglio.-dico.
-Oh certo! Ma ci hai pensato a me o non te ne frega più niente? Non ti interessa più di noi, di quello che c'è stato? - dice arrabbiato.
-Ma ti senti quando parli? Pensi davvero che se non me ne fregasse più niente sarei stata qua in ospedale senza mangiare e senza dormire per una settimana? Perché è andata così. Sono rimasta tutta la settimana seduta su quella c**** di sedia a sperare che ti svegliassi. A piangere. A sentirmi in colpa. Perché sì, ti sei ubriacato per colpa mia. E adesso mi vuoi far sentire ancora più in colpa. E a quello che hai fatto tu non ci pensi? Non ci hai pensato a come potessi stare quando mi tradivi? Perché per farlo davvero ti dovevi essere dimenticato di tutto quello che c'è stato tra noi. E adesso vieni a farmi la predica per un abbraccio?- dico. Perché io sto buona e calma ma se mi dai colpe che non ho...
-Sono finito in coma per un abbraccio finto?-dice.
-Sì. E mi dispiace ma non ci posso fare niente. Sei grande e devi imparare a badare a te stesso.-dico.
-Certo mamma-dice sarcastico.
-Adriano vaf*******! Sono l'unica che è stata tutto il tempo qua e mi ringrazi così.-dico.
-Per me potevi pure startene a casa-dice lui girandosi dall'altra parte.
-Ok. Allora me ne vado. Ma non provare più a cercarmi-dico.
-Non mi passava neanche per la testa di cercarti-dice lui serio.
Esco dalla stanza senza dire niente. Inizio a piangere. Esco dalla porta dell'ospedale e trovo un angolo sperduto. Mi metto là a piangere. Quello là ha sbattuto troppo la testa.

Adriano
Sì, forse sono stato troppo duro con lei. Ma non avrebbe dovuto abbracciare Tiziano.

Chiara
Mi squilla il telefono. È Tiziano.
*chiamata*
C:Pronto?
T:Chiara. Mi ha detto Niccolò che Adriano si è svegliato.
C:Sì
T:Non sei contenta?
C:No. Cioè sì. Ma è uno str****
T:Che ti ha fatto?
C:Si è arrabbiato perché ti ho abbracciato.
T:Ah questa è bella. Ma se lo ricorda quello che ha fatto lui?
C:Non so che dirti. Si è messo a farmi la predica.
T:Ci parlo io.
C:Non mi importa più niente. Ha sempre mentito. Se mi ama non avrebbe dovuto dirmi quelle cose. Lo sapevo.
T:No Chia'. Quello str**** ti amava davvero. Ma è c*******.
*fine chiamata*
Tiziano attacca. Rientro in ospedale. Niccolò mi viene incontro.
-Ma dov'eri? - chiede.
-Fuori a prendere un po' d'aria-rispondo.
-I medici dicono che potrebbero dimettere Adriano tra due giorni, il tempo di farlo riprendere.-dice.
-Non mi interessa-rispondo.
-Che hai? - chiede.
-Chiedilo al tuo amico-dico.
-No. Dimmi che ha fatto-dice.
-Si è messo a farmi la predica. E tu capisci bene che io la predica dopo essere stata qua una settimana senza dormire non la accetto. Dovrebbe solo ringraziarmi.-dico.
-Vabbè ma se è stupido lascialo stare-dice.
-Tu ce la faresti? Lasciar stare la persona che ami?-chiedo.
-Beh no. Ma io non capisco. Siete strani. Prima dite che vi amate e poi vi mandate a quel paese-dice.
-Infatti non lo so neanche io.-dico.
-Vabbè mo vado a parlare con lui.-dice lui.
Entra nella stanza di Adriano.

Adriano
Entra Niccolò e si siede vicino a me.
-Come ti senti? - chiede.
-Mi fa male la testa-dico.
-Penso sia normale-dice.
-Che devi dirmi?-chiede.
-Niente. Voglio sapere come stai-dice.
-Sto bene-dico.
-Posso farti una domanda?-dice.
-Vai-
-C'è un motivo per cui hai tradito Chiara? - dice.
-In realtà no.-dico.
-Avevi solo voglia di scopare? - dice.
-Probabile-rispondo.
-Allora come pensi che lei si possa fidare di te? L'hai tradita senza motivo e se, una volta lasciata, abbraccia un altro ti arrabbi pure-dice.
-È facile giudicare-dico.
-Sì ma ti assicuro che non hai fatto niente di salvabile in questa situazione. Hai sbagliato. E dovresti solo ammetterlo.-dice.
Non so che dire. Non capisco. Non capisco cosa devo fare.
All'improvviso si apre la porta ed entra Tiziano.
-Niccolò esci-dice.
Niccolò lo fa e rimaniamo solo io e lui.

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Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora