Capitolo 45

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Quando arriviamo scendo dalla vespa di Arianna e vado verso l'unico gruppetto di ragazzi che c'è. Adriano è al centro che ride come un deficiente. È pieno di bottiglie vuote intorno. Niccolò mi viene incontro.
-Ciao- mi dice.
-Adesso tu mi aiuti a portare Adriano a casa- gli dico in modo autoritario.
Intanto Arianna è dietro di me.
Vado verso Adriano e lo prendo per mano. Saluto gli altri e mi allontano tenendo per mano Adriano e seguita da Niccolò e Arianna.
Saluto Arianna e le dico che può andare via tranquillamente.
Niccolò fa salire me e Adriano sulla sua macchina. Io sistemo Adriano dietro e mi siedo davanti.
-Ma si può sapere cosa vi è saltato in mente? - dico.
-Calmati. Ci volevamo solo divertire. - dice Niccolò.
-Bel modo di divertirsi. E ogni volta devo venire io a rimediare alle vostre c******. -
-C'hai ragione ma non pensavo che Adriano si sarebbe ridotto così. -
-È questo il punto: non pensi mai alle conseguenze dei tuoi gesti. Devi iniziare a ragionare prima di fare le cose. -
Il mio tono si fa sempre più arrabbiato.
-Sì vai, dillo che sono un bambino. Tanto non me lo dice abbastanza gente. Dimmelo che sono impulsivo che tanto non lo so anche da solo. - risponde lui arrabbiato.
-Adesso fai pure la vittima? - dico.
-Sì perché per te sono sempre il cattivo ragazzo. Quello che ti bacia al primo appuntamento, quello che ti fa bere, poi ti bacia e poi ti porta a casa lasciandoti dormire nel suo letto e dorme sul divano. Io non sono un cattivo ragazzo, io ho fatto tutto quello che ho fatto per te. Per attirare la tua attenzione. -
Non so più cosa dire.
-Niccolò stai al tuo posto- dice Adriano che ha sentito tutto anche se è completamente stordito.
-Eh certo. Tanto sono sempre io quello sbagliato. Voi siete perfetti. - dice Niccolò.
-Niccolò perfavore smettila. Te lo dico una volta per tutte. Io amo Adriano- dico.
-Sisi va bene-dice.
Mi giro verso il finestrino e guardo fuori. Fortunatamente, in poco tempo arriviamo davanti casa di Adriano.
Scendo e prendo Adriano.
-Ciao eh! - dice Niccolò.
-Ciao- gli dico io.
Davanti alla porta chiedo ad Adriano di darmi le chiavi. Lui ha gli occhi semichiusi e si avvicina a me cercando di baciarmi.
-Le chiavi - ripeto io. Lui si mette la mano in tasca e tira fuori le chiavi. Io apro e lo porto di peso in camera sua. Lo metto nel letto e lui si addormenta subito.
Vado a farmi una doccia.
Esco dal bagno e mi metto una felpa di Adriano. Vado in salotto e mi stendo sul divano. Mi addormento.

Adriano
Mi sveglio. Ho un mal di testa assurdo. Esco dalla mia camera e vedo  Chiara che dorme sul divano con una mia felpa addosso. Chissà che ho fatto.
Inizio a sentire un po' di nausea e corro verso il bagno a vomitare.

Chiara
Mi sveglio perché sento Adriano correre verso il bagno. Mi alzo e lo raggiungo.
Quando finisce di vomitare, si gira verso di me.
-Che mi è successo? - chiede con aria da cucciolo.
-Sei incinta.- lui sgrana gli occhi- No dai scherzo. Hai bevuto e ti sei fatto una canna. O almeno così ha detto Niccolò. - dico.
-Cavolo. Sono uno stupido. Scusami. - viene verso di me e mi mette le mani sui fianchi. Si avvicina ma io...
-Non vorrei rovinare il momento ma hai appena vomitato e baciarmi così non è il massimo. - gli dico.
Lui ride. Si gira verso il lavandino, prende lo spazzolino e si lava i denti. Poi torna verso di me.
-Adesso sono di suo gradimento madame? - dice.
-Ehm forse- dico. Mi avvicino e lo bacio. Poi mi stacco.
-Sì va bene- dico. Lui sorride e poi si riattacca alle mie labbra. Il bacio si fa sempre più intenso. Adriano mi mette le mani sui fianchi. Poi si stacca leggermente.
-Io ho bisogno di una doccia, che ne dici se...? - dice.
Io di tutta risposta lo bacio. Lui mi toglie la felpa e mi spinge dentro alla doccia. Io gli levo i vestiti e lui apre l'acqua.
-Oh è fredda! - urlo io. Lui ride e mi bacia mentre regola l'acqua.
-Ohh adesso sì - dico quando arriva l'acqua calda. Ci laviamo e poi usciamo dalla doccia. Ci rivestiamo e mangiamo qualcosa. Si sono fatte le 12.00.
Mentre cuciniamo Adriano dice:
-Senti io sono stanco, non mi va di venire alle prove. Ti dà fastidio se non vengo? -
-Ehm... Ma saremmo solo io e Niccolò?- chiedo.
-Nono, dico a Jacopo di venire. È l'altro manager- dice.
-Ah ok - dico più tranquilla.

Pranziamo e poi io vado via. Devo passare per casa anche perché non ho il violino.
Arrivo a casa, mi cambio, prendo il violino e vado agli studi.

Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora