Capitolo 8

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Adriano
È arrivata l'ora. Vado verso Chiara.
-Allora? Sei pronta? - inizio timidamente.
-Prontissima. Ma almeno ora mi dici dove mi porti? - chiede lei curiosa. Sembra una bambina.
-Non ancora. Aspetta ancora un po'.-
-Uffa va bene-
-Dai andiamo-le prendo la mano delicatamente e le faccio strada verso l'uscita del palazzo. La conduco alla mia macchina. Le prendo il violino per toglierle un peso e lo metto nel bagagliaio. Lei mi ringrazia e mi sorride. Quel sorriso. Dio. Glielo bacio quel sorriso. Non ancora però.

Le apro lo sportello e lei sale in macchina. Io salgo dall'altra parte e poi metto in moto.
All'inizio sono un po' imbarazzato quindi non riesco a parlare ma poi mi faccio coraggio.
-Sei bellissima-non posso guardarla perché sto guidando. Ma potrei giurare che è arrossita.
-Grazie. Anche tu sei molto elegante.-mi dice lei.
Parliamo un po' del lavoro.
Dopo venti minuti arriviamo.

Chiara
Devo ammettere che c'è un po' d'imbarazzo. Ma non fa niente. Sono anche arrossita perché mi ha detto che sono bellissima. È molto carino.
Dopo venti minuti dice che siamo arrivati. Ma non ho ancora capito dove.
Mi viene ad aprire lo sportello e mi aiuta a scendere. È davvero gentile.

Arriviamo in un ristorante. È molto carino. È rustico e accogliente. Fuori è illuminato da lucine LED. Molto bello direi.
Entriamo e ci fanno sedere in un tavolo al centro. Come centro tavola ci sono dei fiori.

Arriva un cameriere che ci porta i menù. Io opto per una carbonara, mentre Adriano prende una cacio e pepe. Da bere prendiamo due birre.
Mentre aspettiamo i piatti, iniziamo a parlare.
-Allora...raccontami un po' di te- mi dice Adriano.
-Be' penso che tu sappia già tutto visto che hai il mio curriculum. -
-Sì ma io intendevo di te, non del tuo lavoro. -
-Be' io sono così come mi vedi-
-Bene, allora sei proprio bella. -

Adriano
Stavolta la vedo che arrissisce. E non poco.
Continuiamo a sorriderci e a guardarci negli occhi.

Chiara
Il cameriere torna con le nostre due birre e io ne prendo subito un sorso, anche Adriano mi segue prendendone un sorso.
Arrivano dopo poco anche i piatti.
-Buon appetito- dice Adriano.
-Altrettanto-

Iniziamo a mangiare. Dopo la prima forchettata...
-mmmh (all'unisono) -
Scoppiamo a ridere finché non interviene lui.
-Vabbè mo però mangiamo che questo ben di Dio si raffredda. -
-Non sia mai. -
Sto davvero bene. Sono felice.

Quando stiamo quasi all'ultima forchettata, ci guardiamo. (sguardo d'intesa)
-Ci scambiamo i piatti? - dico io.
-Direi che mi hai tolto le parole di bocca -
Ridiamo ancora.
Dopo aver finito l'uno il piatto dell'altra inizia la sfida:
-Devi ammettere che la carbonara è più buona-dico io.
-Ma cosa stai dicendo? Mille volte meglio la cacio e pepe -
-Pensa bene a quello che dici.-
-Dammi almeno 3 buone ragioni per cui dovrei preferire la carbonara alla cacio e pepe. -
- 1. È buonissima. 2. Ti senti in paradiso quando la mangi. 3. Non c'è paragone.-
-Perché non hai mai assaggiato una cacio e pepe fatta da me-
-E tu non hai mai assaggiato la mia carbonara. -
-Va bene allora facciamo così: domani a pranzo vieni da me e ti faccio cambiare idea. Scommettiamo?-
-Affare fatto. Ma solo se poi il giorno dopo vieni da me e ti faccio cambiare IO idea. -
-Ne dubito ma ci sto- risponde lui.
Ci stringiamo le mani per confermare la nostra scommessa.
-Se vinco io? - chiede Adriano.
-Mh... È improbabile ma comunque... Potrei anche decidere di concederti un altro appuntamento. -
-Tanto me lo concederesti comunque-
-Ah... E come fai ad esserne così sicuro? - lo guardo.
-Perché non è così? - dice lui sfidandomi.
-Mh... Potresti aver ragione. -
Fa una faccia compiaciuta.

Torna il cameriere per portare via i piatti. Chiede se vogliamo un dessert. Non mi sarebbe dispiaciuto ma Adriano mi blocca.
-Tranquilla, la serata non è ancora finita. -
-Metti l'ansia, lo sai? - ridiamo.
-Non ci divertiremmo affatto sennò -
Ci guardiamo. Adriano chiede il conto. Paga. Anche se pure stasera mi ero offerta di dividere.
Usciamo dal ristorante e Adriano mi porta a fare una passeggiata.
Arriviamo davanti a una gelateria e lui si gira verso di me e inizia a guardarmi. Con uno sguardo da bambino.
-Ora hai capito perché non ti ho fatto prendere il dolce? - mi dice.
Io gli sorrido e lo abbraccio.
-Ottima alternativa. - dico io ringraziandolo.
-Dai entriamo. -

Prendiamo i gelati e usciamo dal piccolo locale.
Ci sediamo su un muretto a qualche metro di distanza da lì. Mangiamo i nostri gelati e poi ricominciamo a parlare.
A un certo punto Adriano smette di parlare. Mi guarda. Mi dice
-Sei bellissima -
Si avvicina. Siamo vicinissimi. Sta per baciarmi.

Il telefono...Mi sta squillando il telefono. Adriano si allontana:
-Non rispondi? -

Storia stupida ~UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora