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A passo lento e pensieroso Séla proseguiva il cammino anche se giá era giunto il crepuscolo, seguendo la lunga fila che si era creata lungo il sentiero nella foresta. Dopo l'attacco e quello che era successo, Zilem aveva spinto tutti a prepararsi molto velocemente ed oramai giá da due giorni erano in marcia. Lei e il suo gruppo li seguivano per la foresta, avendo fiducia nelle capacitá dei Luant. Si erano lasciati i Peftos alle spalle, con le loro leggi severe e i pericoli del vivere lá, per trovarsi davanti un popolo che, almeno per adesso, nonostante l'austerità sembrava essere più aperto mentalmente.
Certo, non si poteva dire che si fidassero completamente di loro, ma di certo Séla non li biasimava.

Anche quel giorno stava per finire; mancavano ancora pochi giorni di cammino prima di riuscire a vedere le praterie, e siccome era notte, come le altre sere, i Luant si fermarono per accamparsi. Séla preferiva dormire nella tenda con Kela, per tenerla sott'occhio, e durante il giorno sperava sempre di incontrare il guaritore di ritorno e curarla. Le era impossibile darle cibo visto che non poteva ovviamente masticare, perció varie volte durante il giorno le dava da bere per essere sicura che rimanesse idratata.
Zilem le aveva spiegato che il corpo può resistere senza cibo anche per lunghi periodi, prima di averne bisogno, ma che senza acqua era impossibile sopravvivere per più di qualche giorno. Séla aveva sempre paura quando doveva versare l'acqua nella bocca della povera Kela ancora incosciente, temendo di farle in qualche modo del male. Non aveva peró altra scelta.

Quella notte decise di restare davanti la sua tenda, dove si godeva il calore del piccolo faló. Al centro dell'accampamento c'era il fuoco principale, ma Séla non si sentiva di raggiungere gli altri. Aveva bisogno di tempo per riflettere.
Quello che aveva fatto con quell'animale le tornava in mente con prepotenza ogni singolo minuto. Quando pensava di esserselo lasciato alle spalle, ecco che di nuovo ricordava la sua pelle illuminarsi. Era stato qualcosa di più forte di lei, non aveva saputo controllarsi. Aveva provato qualcosa che l'aveva scossa nel profondo...ma non sapeva cosa fosse.
Si perse per svariati minuti a guardare nelle fiamme, osservandone il colore e il movimento danzante; si distrasse a tal punto che non sentí il Vakto sedersi accanto a lei, se ne accorse solo quando le gettó una larga stoffa addosso.

-"grazie Kover"- si limitó a dire
-"non sei ancora stanca? É giá notte fonda"
-"no. Sto ancora pensando a quegli animali"
-"quello che hai fatto é stato molto simbolico"
-"giá...ma cosa ho fatto esattamente?"
Rimasero in silenzio alcuni minuti, e solo dopo un pó Kover decise di parlarle.
-"é un pó che ci penso, e scusa ma devo chiedertelo. Tu non sai molto della tua gente, vero?"
-"non ne so niente a dire la veritá"
-"come pensavo"
-"tu..tu cosa sai?"- chiese curiosa
-"del popolo di Vhér? Solo storie. "
-"me ne racconti una?"

KOVER POV

Gli occhi della ragazza brillarono illuminati dalle fiamme; nel loro centro un misto di curiositá e vivacitá.
Spontaneamente, le sue labbra si tirarono in un semplice sorriso.
-"vediamo"- sospiró, allungando le gambe verso le fiamme per stare comodo-" ne ricordo una che sentivo spesso raccontare nelle mie terre. Vuoi sentirla?"
-"si per favore"-
Séla si rannicchió con le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia. In quel momento non poté non paragonarla ad una bambina che non aspettava altro che la storia della buonanotte prima di andare a dormire.
Come poteva mantenere quell' innocenza dopo tutto quello che aveva passato?
-"si dice che le terre di Vhér siano le più verdeggianti mai esistite, antiche come la creazione dell'Universo. Le piante, sono cosí alte da coprire nei posti più fitti il filtrare della luce del sole, e che le acque che scorrono all'interno delle sue foreste siano sempre limpide e pure, ricche di pesci.
Grandi cascate segnano il percorso dei fiumi, che sfociano poi tutti nel mare da un'altissima ultima cascata che viene chiamata Javhas"
-"Javhas?"
-"esatto. Significa 'Libertá' nell'antica lingua. È un posto magnifico dove é caldo come nel deserto, e dove é umido come nelle prossimitá dei laghi. La pioggia non manca mai, ma il sole torna sempre a splendere. Gli animali sono tra i più strani e colorati del mondo. Alcuni sono talmente piccoli da poter restare in equilibrio sul mignolo della mano, altri, come le Pantere di Vhér, sono talmente grandi e possenti da far tremare la terra sotto i piedi al loro passaggio.  Si dice che una volta entrati in quelle foreste, vi si perda dentro la cognizione del tempo, rapiti dai canti degli uccelli."
-" e il popolo di Vhér?"
-"il tuo popolo é un misto di fantasia e misticismo, di spiritualitá e magia. Sono l'unico popolo delle Terre a venerare la luna invece che il sole. Vivono a stretto contatto con la Natura, senza comandarla, ma vivendoci in simbiosi. Hanno poteri che nessun altro ha, incomprensibili, come la capacitá attraverso le rune di comprendere il futuro secondo le energie presenti,e-"
-"e la gente ne ha paura"- terminó lei
-"non é cosí che volevo terminare la mia storia"-ammise lui, guardandola sorpreso
-"ma é cosí che va a finire. Lascia che te lo dica io, che l'ho vissuto sulla mia pelle"- Séla sospiró, guardando il cielo stellato -" é come se nessuno ci considerasse degni di far parte di questo mondo"

In quel momento la mente di Kover vacilló, per un secondo. Ci si fanno determinate idee in testa di come sia la vita di una Principessa a palazzo, ma ovviamente per lei non era stato quello il caso. Ripensando a quale era stata la sua missione nelle terre di Théra, si era ovviamente fatto un'idea sbagliata delle Principesse, soprattutto di Séla.
Il suo informatore aveva mentito e questo giá lo sapeva, anche se non ne capiva il motivo. Di fronte a sé aveva solo una donna che aveva più ferite nell'anima di quelle che voleva ammettere ma che nonostante tutto cercava di dare una mano nel suo piccolo.
Si sentiva in colpa per averla trascinata con sé fino lí, nelle sue terre.
Qualcosa lo sorprese in quel momento: una realizzazione. Quando aveva sentito Séla dire ció che voleva? Quando l'aveva sentita fare una richiesta per sé stessa? La risposta era mai. Si era sempre fatta trascinare dagli altri.
Cosa le era stato fatto per portarla a tacere i suoi desideri? Chi aveva osato anche solo dirle di tacere?
-"Séla"
-"hm?"- si voltó
-"che cosa vuoi, davvero?"
Rimase sorpresa dalla domanda improvvisa.
-" cosa vuoi dire?"
-"noi ...io, ti sto portando con me nelle mie terre, ma non ho mai chiesto la tua opinione. Dove vuoi andare?"
Séla corrucció le sopracciglia, riflettendo.
-"non lo so. Ho vissuto al Tempio gran parte della mia vita"
-"non c'é nulla che tu desideri davvero? Ora che sei libera, intendo"
-"libera?"

Il cuore gli si abissó nel petto. Ancora non si sentiva libera nonostante tutto. Le ferite che aveva forse erano più profonde di quelle che pensava. Spontaneamente le prese una mano.
-"Séla, sei libera. Libera di scegliere per te stessa, di dire di no, di andare dove vuoi. Non devi più sottostare alle regole di nessuno. Ci sei tu ora, a decidere"
-"...ma posso davvero farlo? Voglio dire, sono in fuga. Si puó essere liberi cosí?"
-" si é liberi non per le condizioni esterne, ma se ci si sente dentro"
-" se mi sento libera dentro.."- si fermó a riflettere
-"ci sará qualcosa che hai sempre voluto fare, magari da bambina?"
-"...c'era una cosa"
-"di che si tratta?"
-" volevo diventare uno dei ministri a Théra. Conoscere tutti i popoli cosí da poterli aiutare con la carica che rivestivo. Volevo la pace. Ma ora, anche questo sogno é impossibile"
-"non del tutto"
Séla lo guardó di sbieco.
-"il mondo non lo cambi solo da un posto sai? Magari non potrai diventare uno dei Ministri, ma hai ancora la possibilità di fare qualcosa se  lo vuoi, puoi ancora conoscere i popoli attorno a Théra"
-" come?"

Kover si alzó in piedi, illuminato dalle luci delle fiamme.
-"pensaci"
Se gli avesse dato lui la risposta, dopotutto, non sarebbe stata più una scelta di Séla, ma la sua.
Inizió ad allontanarsi, prima che la sua voce lo bloccasse sul posto.

-"posso scegliere qualsiasi cosa?"

Si voltó.

-"tutto ció che vuoi. Quando hai deciso, fammi sapere."

La salutó e se ne andó, resistendo all'impulso di restare.







Buonasera a tutti i miei cari lettori e a tutte le mie care lettrici.
Spero che stiate tutti bene e che per chi é rientrato a scuola, che non sia stato un rientro troppo traumatico.

Il capitolo di questa settimana non so voi, ma per me é molto dolce 😊 un momento di pura e semplice dolcezza condiviso dai nostri protagonisti, perché l'amore ha varie forme e può essere anche cosí: semplice e puro, come una storia raccontata da qualcuno che ci vuole bene attorno al fuoco.
Ho provato più emozioni a descrivere un momento cosí intimo nella sua innocenza, che i mille mila baci di cui ho scritto. Due cuori che si aprono l'uno all'altro ed imparano a conoscersi.
Fa bene alle volte tornare indietro ed imparare ad apprezzare anche le piccole cose.
L'amore, va anche a piccoli passi.

Buonanotte a tutti 🌙

Baci, Belle

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