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Il sibilo nell'aria le vibró sulla pelle facendole venire i brividi. Era come se quel suono avesse riempito tutta la stanza attorno a lei, entrandole nelle orecchie, sotto pelle, allarmandola. Poteva un semplice suono come quello falla scattare sull'attenti? Si. Era l'istinto. Un istinto che la spingeva a reagire, qualcosa che gridava 'pericolo' nell'aria.
Ma non era il pericolo stavolta ad essere rappresentato da quel suono,ma Kela.

Séla la guardó da terra, sorpresa e confusa allo stesso tempo. Kela spalancò leggermente la bocca mostrando alle guardie una fila di denti bianchissimi, e due canini bianchi, che si allungarono a punta dalle sue gengive come se fino a quel momento li avesse tenuti nascosti. Dalla punta di quei canini colarono due singole gocce, che toccarono suolo, sfrigolando a contatto con la roccia dura: veleno.

Le guardie non considerarono nemmeno più Séla, al suolo, dimenticandola completamente. Non era una minaccia, non ora perlomeno. Dondolando su loro stessi, sulle loro stesse gambe, due guardie entrarono caute nella stanza cercando di avvicinarsi alla Nidua.
Kela sibiló. Attorno ai suoi occhi comparvero delle piccole scaglie verdi mentre le iridi dei suoi occhi si assottigliarono, diventando due fessure verticali nei suoi occhi.
Séla rimase solo un secondo a fissarla sbalordita, riprendendosi quasi subito.
Doveva darle una mano o anche cosí non sarebbero riuscite a fuggire.

Silenziosamente addocchió la maschera di ferro al suolo, e strusciando sul pavimento per non farsi vedere si avvicinó ad essa. Le guardie non la stavano considerando, ed era il momento giusto per dare a Kela un vantaggio. Due guardie stavano sulla porta,guardinghe, mentre le altre due continuavano a tentare di avvicinarsi a Kela che peró si mise in allerta sulle gambe, sibilando minacciosa verso gli aggressori.
Séla aveva solo un tentativo. Uno solo.

Addocchió Kela e si alzó di scatto. Colpí una guardia dietro la testa con la maschera e Kela scattó in avanti mordendo l'altra. La guardia gridó e si gettó al suolo tenendosi il braccio, fumante e bruciante a causa del veleno. Le altre due guardie entrarono e si gettarono sulle due donne. Séla si ritrovó schiacciata addosso al tavolo mentre la guardia le premeva con forza l'elsa della spada sul collo nel tentativo di soffocarla.
Kela combatteva dietro di loro.
Sela disperata cercó qualcosa da afferrare trovando un mazzo di chiavi. Lo prese boccheggiando in cerca d'aria e con foga colpí il viso dell'uomo ferendolo.
La guardia si scansó urlando. Lo vide peró ricomporsi subito pronto a gettarsi di nuovo su di lei,ma non ebbe il tempo di farlo.
Kela lo aggredí da dietro mordendolo alla spalla.
L'uomo cadde a terra in preda agli spasmi.

Séla rimase ferma, respirando a grandi boccate. Sorpresa di aver colpito nuovamente un uomo con il vero intento di ferirlo. Non si era mai sentita una combattente, da dove le veniva tutto questo coraggio?

Istinto.

Stava seguendo l'istinto. Kela la prese per mano risvegliandola dai suoi pensieri.

-"dobbiamo andare" - le disse

La voce della Nidua, che Séla finalmente udí per la prima volta, era profonda, solo leggermente gutturale.
Si limitó ad annuire. Le donne uscirono rapide dalla stanza, e corsero di nuovo verso il centro della ribellione.
Lí trovarono davanti a loro la battaglia che ancora infuriava ma notando con piacere e gioia che molte guardie erano al suolo o legate. Molti ex-prigionieri anche se stanchi avevano giá il sorriso sulle labbra.
In lontananza udirono la voce di Irden e Kover chiamarle.
Quando Séla si voltò i due uomini stavano giungendo a corsa da loro.

Un leggero ma chiaro stridio costrinse Séla a voltarsi. Irden gridó. Kela la gettó a terra.

Quando si tiró su di scatto notó vicino a lei una freccia conficcata al suolo. Kela sibiló con forza guardando verso l'alto.
Séla seguí il suo sguardo, ignorando Kover e Irden che gridavano il suo nome.

Fu allora che vide di nuovo il Vjzir sulla impalcatura, in alto al sicuro, arco alla mano che prendeva una nuova freccia, non staccandole mai gli occhi di dosso nonostante un profondo taglio sulla fronte gli facesse cadere il sangue sugli occhi.

Voleva lei, morta, e glielo leggeva nello sguardo.

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