꧁☬ 3. 8 ☬꧂- Licantropo

123 11 1
                                    

VILLAGGIO DEI TÈR

Nella sua testa sentiva tamburellare. Un piccolo rumore sordo, continuo. Sospiró tirandosi su da quel letto improvvisato. Séla non si spostó la ciocca di capelli che le era fuggita sul viso. A sedere, guardava ai suoi piedi le rune sparpagliate. Cercava messaggi, indicazioni. Ma tutte le rune erano girate al contrario, impossibili da leggere.
Perché. Proprio quando ho bisogno di aiuto.
Era stanca. Affaticata. Provata dal ricordo che cercava di cancellare dell'assalto, fortunatamente fallito.
Non aveva più visto il mutaforma. Le venivano portati solo ogni tanto degli avanzi di cibo. Poca acqua, che ogni giorno diminuiva gradualmente. Lo aveva detto. L'avrebbe spinta a desiderarlo, a gettarsi ai suoi piedi. A quanto pare aveva scelto la strada della fame e della sete per distruggerla e piegarla.
Con la gola e labbra secche e chiare, Sèla provó ad aprire la bocca, deglutendo la sua stessa saliva.
Aveva provato a cercare una via di fuga, qualsiasi cosa pur di riuscire ad uscire di lí ed andare da Kela.
Una fessura nella porta si aprí lanciandole nella stanza degli avanzi. Subito dopo si richiuse. Nel suo isolamento, solo quel rumore le ricordava che era passato un altro giorno. Si trascinó sul pavimento, giungendo al cibo. Con le mani tremanti raccolse gli avanzi, e se li portò alla bocca. Quel giorno, niente acqua. Sapeva che senza acqua non poteva sopravvivere per molto.
Guardò dietro di sè le rune. Tornando sui suoi passi carponi, il pezzo di carne tenuto tra i denti, si avvicinó ad esse.
Le prese di nuovo tutte e le gettó piano nel sacchetto, che richiuse.
Ti prego, aiutami a vedere.

Lo riaprí ed inserí le dita dentro. Ma anche stavolta non avvertí niente.
Forse era la debolezza. Non aveva abbastanza forze per riuscire a concentrarsi. Anche se le rune avessero brillato di nuovo, non sarebbe riuscita a vedere. Tutte le energie il suo corpo le dirottava alla sopravvivenza.
Sospiró.
Doveva trovare il modo di uscire. Doveva... ma troppo stanca, si lasció andare sul pavimento freddo.
Risposte. Datemi risposte, vi prego. Un qualsiasi aiuto.
Stringendole a sé cadde di nuovo in un sonno profondo. Un sonno frequentato da incubi.

—————————————

Uno sguardo curioso la osservava da uno spioncino. Il mutaforma era felice e soddisfatto di vederla cosí debole. Presto avrebbe perso qualsiasi forza di volontà e la fame e la sete l'avrebbero spinta a fare di tutto pur di sopravvivere. In quel momento lui sarebbe comparso come un salvatore ai suoi occhi, chiedendo solo una cosa. E una volta ottenuta, l'avrebbe continuata a piegare al suo volere. Era cosí che si educavano le schiave sessuali. Ma lei era leggermente diversa, aveva un peso politico che non immaginava. Attraverso di lei, avrebbe ottenuto molto piú potere che a seguire le regole stabilite dagli altri popoli dello Yutag. Si sarebbe erto come un pilastro di quelle terre, un sovrano a tutti gli effetti. I Tér avrebbero strappato il titolo ai Servi!.

-"Cosí era qui che ti nascondevi"
Una voce nell'ombra lo fece sobbalzare.
Ringhió.
Si voltó di scatto, non riuscendo ad avvertire la presenza del nemico.
Aveva peró riconosciuto la voce.
-" I patti sono cambiati."- dichiaró alle ombre attorno a lui.
Dove erano le guardie? Come aveva fatto ad arrivare fin lí?
-"Davvero"- disse poco impressionata la voce-"Io non credo"
Dietro di lui.
Si voltó di scatto per attaccare ma una lama si piantó nel suo corpo trapassandolo.
-" Questo è per i miei informatori che hai ucciso"- spinse ancor piú la lama -" e questo, per avere preso ció che mi appartiene"
La ruotó nel corpo godendosi i suoi gemiti di dolore e poi la estrasse.
Il corpo cadde a terra e si mosse a causa di alcuni spasmi, per poi fermarsi. Senza vita.
Pulí la lama con un panno che gettó a terra.
Xièn uscí dall'ombra guardando il cadavere davanti a lui.
-" Non mi è mai piaciuto"
-"Neanche a me" - sorrise Trai mettendo a posto la spada.

Ci aveva messo due giorni in più del previsto per giungere lí, ma grazie alle informazioni di Lang e ai traditori dello stesso clan dei Tér era stato facile scoprire dove si trovasse.
-"Pensava davvero che ci saremmo fermati?"
Domandò Piccolo Bao divertito.
-" É il problema con le tribù dello Yutag. Furbi e svegli, ma non quanto noi Tidiani. Vogliono potere, ma non sanno come mantenerlo"
Trai guardó attraverso lo spioncino dove aveva visto guardare il mutaforma.

-" Buttala giù"
Ordinò.
-" Con piacere"- rispose Piccolo Bao sorridendo.
-" Prova con la testa dura che hai"- lo provocó Xièn sistemandosi il cappello.
-"No. Ma farò finta che sia la tua"- rispose a tono il grosso uomo, dando una spallata.
La porta cadde giú come se fosse stata a malapena fissata ai cardini. Trai entró avvicinandosi di corsa al corpo della ragazza.
-"É morta?"
Domandó sorpreso Bao.
Trai le mise due dita sul collo, avvertendo il battito debole.
-"No, ma é senza forze."
Le spostó una ciocca di capelli mossi gonfi che aveva sul viso, studiandola. Aveva occhiaie violacee e profonde sotto gli occhi, lividi sulle braccia di mani e sembrava molto magra. Nonostante questo, non potè non notare la stessa bellezza che aveva intravisto nel suo ritratto. Notò che stringeva al petto debolmente un sacchetto.
Lo prese e lo aprí. Lo passó a Xièn che ne studiò il contenuto.
-"Rune"- si limitò a dire -" tipici strumenti di divinazione delle tribú di Vhér"
-"Doveva essere disperata per affidarsi a dei sassi dipinti in questa situazione"-disse Bao guardando fuori dalla porta. -" Meglio andarcene. Ma che fine ha fatto quella piccola peste di Lang?"
Trai sollevó di peso la ragazza in braccio.
-" Non perdere le rune. Possono tornare utili"
Xièn se le infiló nella giacca aperta legandole bene per non perderle.
Uscirono da quella specie di prigione, passando dallo stesso passaggio che avevano usato all'andata.
Quando uscirono al centro del villaggio, una decina di corpi insanguinati coprivano la terra. Lang stava al centro, tranquillo, mentre ripuliva le sue armi.
-"Un lavoro pulito"- osservó Xièn
Lang si limitó ad annuire.
-"Andiamo"
Lang si alzó e raccolse da terra di peso il corpo di una donna dalla pelle color ebano.
-" E quella?"
Chiese Trai.
-"In prigione. Amica sua"- disse, con le sue solite poche parole, indicando con la testa la Principessa. -"io uccidevo. Invece che tentare la fuga stava correndo qua gridando il suo nome"
-"Quante parole"- lo prese in giro Piccolo Bao.
Lang si limitó a ignorarlo.
Trai sospiró, riflettendo.
-"Va bene. Prendi anche lei, sarà più facile farla ragionare"
-" Come se fosse quello che ti interessa"- ammiccó Xièn.
Trai e Lang lo ignorarono superandolo. Bao lo colpí con un pugno sulla spalla.
-" Sei uno schifoso donnaiolo"
-"Lo so."
Ammise sorridendo, prima di seguire gli altri lanciando un ultimo sguardo ai cadaveri dietro di sé.
Un lavoro veloce.  E se ne andó soddisfatto.

————————————-
Corsero senza sosta seguendo le tracce di odore che Kover riusciva a percepire. Deboli, quasi inesistenti.
-"Qua!"- gridó
Irden lo seguí a corsa ed entrambi riuscirono insieme ad aprire l'ingresso di un cunicolo sotterraneo. Kover ci si gettó dentro.
-" Aspetta maledizione!" Gli gridò dietro Irden mentre cercava di stare al suo passo.
Ma Kover non lo sentiva,troppo concentrato a non cercare di perdersi nemmeno una traccia.
A momenti l'odore di Sèla scompariva per metri, prima di riuscire a trovarlo di nuovo. Imprecó sotto voce.
-" Guarda! La fine del tunnel"
Disse Irden dietro di sè, impugnando pronto un'arma.
Uscirono fuori di corsa, pronti a tutto.
Ma lo spettacolo davanti a loro era tutto ció che non si aspettavano.
Irden sgranò gli occhi prima di sputare disgustato a terra.
-"Che cosa è successo qui?"- domandó col fiatone, che uscí dalla sua bocca condensandosi in aria.

Corpi morti ovunque. Sangue sulla neve. Si sentí torcere lo stomaco in una presa ferrea.
Irden posò la mani su uno dei corpi.
-" É ancora caldo. Massimo una ventina di minuti fa"
Kover lo ascoltó a malapena.
Poi avvertí una scia.
-" Kela, di lá"
Indicò con la mano una direzione, che Irden seguí a corsa.
Kover avvertí i suoi occhi cambiare colore e bruciare. Un ringhio gli uscí chiaro dalla gola. Sentiva la bestia dentro di sé scalpitare.
Trovala.

Seguí le tracce di Séla come un segugio in quella scia di cadaveri, per le case fino ad arrivare ad una dimora chiusa. Buttò giù la porta con un calcio e si precipitó dentro. Seguí la scia, trovandone altre. Un forte odore di salsedine lo colse all'improvviso.
Quasi ululó di scatto.
Trovó un passaggio che lo portó  ad una specie di sotterraneo. Incontrò i corpi di due guardie e un ultimo mutaforma trappassato da parte a parte. Era ricoperto dell'odore di Séla. Se fosse stato vivo lo avrebbe ucciso con le sue mani, e quasi si sentí tentato di smembrare anche quel corpo senza vita.
Si precipitò nella stanza che trovó aperta. Era piena dell'odore di Séla.
Respiró a pieni polmoni. Il suo odore parve calmarlo momentaneamente. Abbastanza da poter ragionare.
Non era piú lí ma c'era stata a lungo altrimenti la stanza non sarebbe stata impregnata cosí.
Corse fuori tornando in superficie.
Irden gli corse intorno.
-" Non c'é!"
Kover guardó le tracce fresche sulla neve.
-" Se riesci stammi dietro"- gli disse con voce roca.

Avvertí le scariche di potere scorrere nei suoi muscoli dandogli forza e energia. Il respiro si fece controllato.  I suoi occhi bruciarono ancor di piú  e con uno scatto di energia sentí la pelle strapparsi. Le sue fauci si richiusero in un morso feroce in aria e le sue zampe possenti scavarono il terreno. Scattó all'inseguimento, le sue falcate che echeggiavano nell'aria come tuoni.

I FIGLI DEL SOLE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora