꧁☬ 3.0 ☬꧂- In caduta libera

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Pendici dei Tre Picchi

Per molto tempo non ebbero niente da fare. L'attesa le snervava, anche se tentavano di celarla come meglio potevano. Erano già andate a prendere l'acqua tante volte quante effettivamente avevano sete, riempiendo le sacche come meglio potevano. Avevano atteso guardando spesso verso le montagne. Di Kover e Irden ancora non c'era traccia. Il tempo era scaduto da poco, a malapena qualche ora. Quella più preoccupata tra le due era Séla. Kela le diceva di tranquillizzarsi perché non c'era bisogno di preoccuparsi. Forse, pensava Sèla, aveva ragione la Nidua. Potevano esserci mille motivi per i quali i ragazzi ancora non tornavano. Dovevano ancora aspettare.
Quando però giunse nuovamente sera, e poi il giorno, capirono entrambe che non era il momento di attendere ulteriormente. Nervosamente, si avvicinarono l'una all'altra, quasi per sussurrare le loro paure.
-''Forse stiamo esagerando. Cosa facciamo, aspettiamo ancora?''- Chiese Séla.
Non riusciva a distogliere lo sguardo dai Tre Picchi.
-''Non è da loro tardare così. Almeno non da Irden. Però non saltiamo a conclusioni affrettate''
-''Non riesco a non preoccuparmi Kela. ''- Sbuffò agitata.
Il nervosismo era evidente, visto che le tremavano leggermente le dita della mano. Cercava di nasconderlo, ma non era proprio un asso a farlo. Aveva questa brutta abitudine, si agitava subito. Entrava in modalità sopravvivenza per ogni minimo suono. In quel caso però non erano i suoni a turbarla, ma il silenzio. Quel silenzio che Kover e Irden si erano portati dietro con loro andando a caccia per contro proprio. Lo aveva detto, lei, che non era una buona idea.
-''Diamoci due ore. Se tra due ore non tornano andiamo a cercarli''- Disse la Nidua seria.
Sèla si limitò ad annuire.

Quelle due ore furono le più lunghe mai provate. Nemmeno la prigionia nelle miniere sembrava poter reggere il confronto. Di loro, nemmeno un miraggio. A quel punto anche Kela si preparò. Raccolsero l'essenziale, per non abbandonare completamente il campo.
-''Come facciamo a trovarli?''- chiese Séla.
Le montagne per entrambe erano un terreno sconosciuto.
-''Di sicuro non potremo seguire le tracce. Dopo giorni sono scomparse. Volendo posso usare la mia lingua, ma anche in quel caso non sarà precisissima. Potrò solo avere un'idea approssimativa della strada percorsa.''
-''Provaci''- la pregò Séla- ''Meglio di niente.''
Concentrata Kela alzò lo sguardo al cielo e poi si chino al suolo. Sfiorò impercettibilmente la terra con le mani, e con un sibilo silenzioso tirò fuori la sua lingua serpentina. Scandagliò l'aria davanti a sé svariate volte, cogliendo i segnali.
-''Partiamo da qua, poi vedremo''
Si rialzò andando avanti. Séla la seguì. Si fidava al massimo di lei e delle sue capacità. L'aveva già vista usare le sue abilità serpentine nel combattimento. Sentiva che anche quella sua capacità non l'avrebbe delusa. Se c'era qualcuno del quale si poteva fidare, era proprio lei.

La camminata era difficile. Risalire una superficie non piana era già complicato di suo e dava un bel da fare a Séla che ancora non si era abituata del tutto a quel passo di marcia. I sassi, le pietre che sembravano tagliare la terra per emergere rendevano tutto ancora più faticoso. Kela non era facile da distrarre. Camminava sicura di sé, fermandosi solo per scandagliare l'aria con la sua lingua serpentina. Dopo qualche ora, erano riuscite già a percorre un bel pezzo di strada.
La loro scalata però era tutt'altro che terminata. Dove potevano essere andati quei due? non avevano forse detto che non sarebbero andati troppo lontano e che sarebbero tornati allo scadere del tempo?. Séla in quel momento li avrebbe voluti entrambi per le mani...sicuramente uno di loro. Kela si fermò ancora, e ancora. Le sue soste diventarono sempre più frequenti, i passi percorsi sempre meno. Séla si avvicinò a lei preoccupata.
-''Non c'è bisogno di sforzarsi a questo modo. Riposiamo un pò''
Controvoglia la Nidua le dette ascolto. Sembrava veramente esasperata. La capiva.
-''Ci siamo perse?'- chiese infine, modulando la voce perché non sembrasse un'accusa.
Non era quella la sua intenzione.
Kela si passò le mani esasperata sui lunghi capelli intrecciati.
-''No. Ma la traccia è diventata molto flebile. Si sono allontanati molto più di quello che avevano detto di voler fare''
-''avverti pericoli?''
La Nidua si limitò a scuotere la testa immediatamente, senza nemmeno pensarci troppo.
-''No è tutto apposto. Quei due ci faranno penare.''
-''Sicuramente si sono allontanati chissà dove''
Entrambe sospirarono, stanche. Doveva essere l'unica risposta sensata. Per Kover e Irden non si prospettava un bel ritorno a casa. Una volta tornati avrebbero dovuto chiacchierare un bel po'.
Séla decise di riprendere fiato. Sentiva la stanchezza e palesemente il freddo sembrava esserle entrato nelle ossa. Certo, non batteva i denti, ma l'aria che usciva dalla sua bocca si condensava rapidamente prendendo forma. Erano salite di molto e con la loro scalata era diminuita la temperatura.
Entrambe, forse spinte dalla rassicurazione che non vi erano pericoli nelle vicinanze, decisero di battere in ritirata.
Nel momento in cui si alzò però, Séla scorse una macchia bianca correre in lontananza. Per un secondo pensò di essersela immaginata. Quando la macchia indistinta si avvicinò, saltellando verso di loro, vide con chiarezza. Era di nuovo la piccola volpe che aveva incontrato. Sorrise allegra. Kela attirata da quel sorriso la seguì con lo sguardo. Vedendo la volpe, scandagliò l'aria e uno sguardo confuso si fece largo rapidamente sul suo viso. Oramai Séla era già molto vicina alla volpe, che la guardava curiosa ma a distanza.
-''Ciao, ti ricordi di me?''- Per un secondo si sentì quasi sciocca.
Lo sguardo vivo e vibrante dell'animale le sembrava così intelligente da farle credere che l'avesse davvero capita.
-'' Strano''- Kela si era avvicinata a sua volta, accucciandosi.
-''Cosa?''- le chiese distrattamente Séla.
-''Questo animale ha uno strano odore''.
La volpe si mise a scavare nel terreno davanti a lei, rapida con le sue piccole zampe. Si fermava, le guardava, e poi ricominciava a scavare. E di nuovo ripeteva quell' azione.
-''Sembra che voglia dirci qualcosa...se fosse possibile''- ammise la Nidua increspando le sopracciglia.
Sèla non potè evitare di ridere.
-''Allora non sono l'unica ad avere avuto quest'impressione''
Kela si avvicinò cauta assieme a Séla. La volpe si scansò e si allontanò abbastanza dalle due, per tenersi al sicuro da quella vicinanza.
Curiose toccarono il punto in cui aveva scavato nel suolo. Kela sibilò con la sua lingua.
-''Non sento odore di prede qui, ma forse si trova più in profondità?''
-''Dici che cerca cibo?''
-''Credo. Anche perché altrimenti quale ragione avrebbe un animale per scavare?''
Si misero a scavare a loro volta spostando la terra.
-''Se c'è una preda grossa, scusami tanto volpe, ma me la prendo io''- esordì Kela affamata.
L'idea di mangiare una carcassa fece rabbrividire Séla, che la guardò accigliata fermandosi. Senza distrarsi, la Nidua continuò a scavare mentre parlava.
-''Si chiama capacità di adattamento''
-'...Se lo dici tu''

Avevano scavato una buca abbastanza profonda, senza trovare niente. Confuse si fermarono.
-''Deduco che non sia servito a niente''
-''Perlomeno è una bella buca. Peccato, ci avevo sperato.''-scherzò Kela.
Si alzarono entrambe divertite da quella situazione. Sotto di loro, spaventandole d'un tratto il terreno si aprì in una voragine, ed entrambe gridando avvertirono i propri corpi cadere nel nulla, in caduta libera.

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