Si rannicchió su sé stessa, ignorando l'acqua che sentiva scorrere in sottofondo. Era stata portata in un posto che non era in grado di identificare. Il Peftos le aveva legato le mani con qualcosa di umido che le faceva provare una dolorosa sensazione sui polsi ma più tentava di liberarsi più il bruciore e il prurito aumentavano. Nella notte non era riuscita a capire in quale direzione fosse stata portata, non sapeva dove fossero gli altri e dove fossero le sue rune. Era stata gettata da qualche parte.
Sopra di lei uno spazio aperto in quella che sembrava roccia al buio, collocato molto in alto dove riusciva a vedere la luna in lontananza. Ma pur osservandola insistentemente da ore non aveva idea di dove fosse.
Le sembrava uno spazio abbastanza grande per poterci passare, ma era talmente in alto che dubitava di poterlo raggiungere.Si guardó attorno provando a vedere se poteva aggrapparsi da qualche parte per arrampicarsi. Con le mani sfioró la superficie, confermando i suoi dubbi che fosse roccia. Una grotta forse? Di nuovo. No, sentiva ancora l'acqua scorrere in lontananza.
Non doveva essere lontano dal posto nel quale erano giunti con la canoa.
Posó il piede sulla roccia e si aggrappó con le mani in un punto sopra di lei. Si issó ma scivoló ed un dolore immenso le pervase la mano quando cadde a terra.
Si doveva essere tagliata perché il palmo le bruciava con forza.Si tiró di nuovo su stringendo i denti, guardando in alto la luna.
Doveva raggiungere gli altri, ad ogni costo.
Dei passi riverberarono nel silenzio e Séla rapidamente tornó al suo posto.
Dopo poco il Peftos comparve davanti a lei.-"allora cuore di luna, ora vieni con me"
Si avvicinó a lei prendendola per un braccio e tirandola su. Séla si dimenó e di scatto liberó il braccio.
-"non verró da nessuna parte con te. Dove sono i miei amici? Cosa gli avete fatto?"
Il Peftos parve guardarla divertito, limitandosi a mettere un braccio sul fianco con fare disinvolto.
Tutto di lui emanava una silenziosa presa di posizione, ne sentiva la forte sicurezza in sé stesso solo dall'atteggiamento che aveva con lei.-" parole grosse, per una che non sa nemmeno dove si trova. Ma se vuoi restare qui fai pure, chi sono io per obbligarti a seguirmi. Buona fortuna"
La salutó e si voltó per andarsene.
Séla rimase in silenzio pensando velocemente sentendo i suoi passi allontanarsi.
Alla fine frustrata fece due passí al buio.-" aspetta!"
GridóLui ricomparve con un sorriso sornione dal nulla, e Séla capí di aver fatto il suo gioco. Ma non aveva altra scelta.
-" se io vengo con te ora.. mi dirai dove sono i miei amici?"
Le sorrise.
-" non sei esattamente nella posizione di fare richieste.. ma certo, cuore di luna. Seguimi adesso"
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Silenziosamente seguí il Peftos per dei cunicoli bui, non avendo idea di dove fossero diretti. Il fatto che potesse contare solo sull'uomo di fronte a lei la spaventava. Aveva peró altra scelta?
Dopo molto camminare sentí sulla sua pelle una leggera brezza fredda davanti a loro, segno che erano vicini ad uno spazio aperto e ci stavano andando direttamente contro.
Il cielo stellato comparve aprendosi come una tela dipinta sopra di loro. Si trovavano su una rupe, e sotto di loro un immenso lago al buio illuminato da torce.
Attorno ad esse tutta una serie di capanne, mentre lungo le rive del lago stesso osservó la presenza di case sull'acqua.
Le osservó incredula: erano le dimore dei Peftos.L'uomo accanto a lei la trascinó giù portandola tra le capanne seguendo una breve strada sterrata. Giunti nei pressi delle capanne i Peftos le si riunirono attorno. Alla luce delle fiaccole sembravano creature maligne, oscure. La loro pelle diafana non bastava a convincerla del contrario. I loro occhi la guardavano, scrutavano, osservavano come se fosse qualcosa di estraneo, pericoloso, strano... e forse era cosí.
Il Peftos la spinse davanti a sé costrigendo Séla a guardare in terra per non inciampare. Quando sollevò lo sguardo, un' anziana signora la osservava con insistenza. Tra i capelli lunghi e bianchi, intrecciati, pendevano come ciondoli ossa di piccoli animali e lische di pesce. I suoi occhi ricoperti di qualche tinta nera, come le sue labbra.
Con la mano decisa le mostró il sacchetto delle sue rune.-"leggi"
Le ordinó con voce altisonante; un tono di voce che non si aspettava da una donna di quella etá. Capí che doveva essere lei il capo tribù.
Voleva che usasse le rune?! Ma lei non sapeva come fare.
L'ultima volta che lo aveva fatto era rimasta intrappolata e Kover le aveva fatto promettere di non farlo più. Non dopo aver imparato da qualcuno.-"non posso"
Rispose sincera.
La donna strinse le rune nel palmo delle mani, ed urló spaventandola.
-"IRDEFHÁ!"
Due Peftos presero degli archi. Intinsero la punta della loro freccia in un liquido scuro e gli dettero fuoco sulle torce.
Le puntarono verso il lago e scoccarono con forza.
Le osservó salire in cielo e formare un arco in aria, per poi ricadere al centro di qualcosa nel lago stesso.
Ben presto fiamme alte comparvero: una capanna nel centro dell'acqua ricoperta da fiamme.
Sopra di essa tre gabbie di legno con dentro i suoi amici, tenute sospese in aria da un sistema di carrucole che vide controllate dai Peftos dall'altra sponda del lago.
Kover alzó lo sguardo sorpreso di trovarla lí e lo stesso fece Irden grugnendo furioso.
Kela rimase sdraiata a terra, senza muoversi. Perché non si muoveva? Era ferita?Fece per correre verso di loro ma venne trattenuta.
La donna le mostró nuovamente le rune.-" leggi... o loro muoiono tra le fiamme"
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I FIGLI DEL SOLE
FantasyA Théra, la terra del sole, la casata reale ha finalmente il suo erede al trono, e le sue sorelle, le principesse Séla e Tirahn, sono al suo fianco. Discendente però della tribù di Vhér, la terra degli adoratori della luna e considerata inferiore...