꧁ PARTE TRE ꧂- TRA TERRA E MARE

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A passo svelto si diresse verso i prigionieri. Se i soldati l'avessero guardata in quel momento, molto probabilmente avrebbero visto la rabbia, lo sconcerto ma anche la decisione e l'assertività sul suo volto. Per Séla quella, era una combinazione strana ma oramai diventata amica. Quello era il suo mondo, adesso. Il mondo delle contraddizioni. Una guardia le venne incontro, fermandola con un braccio esteso di fronte a lei. Come se davvero potesse fermarla. Ma Sèla si bloccò. Da quando aveva quei pensieri? da quando era così decisa e convinta delle sue abilità. Sorrise di scherno verso sè stessa, ottenendo solo uno sguardo confuso dall'uomo che le stava di fronte.
-Spostati, Devo parlare con i prigionieri-
-Non mi è possibile farla passare Principessa, mi dispiace. Ho ricevuto ordini precisi dal Principe-
Fu la goccia finale. Nel suo petto provò di nuovo quella sensazione di impotenza che aveva sempre provato a palazzo. Gli innumerevoli no sentiti ogni volta che voleva studiare. Le grida delle guardie quando scappava per vedere Tirahn allenarsi. Anche quella volta, se pur lontana da quella gabbia d'oro che aveva sempre chiamato casa, qualcuno cercava di fermarla. Un altro no.
E lei non avrebbe mai più accettato un no come risposta. Non con quello che c'era in gioco.
Sollevò lo sguardo, e di scatto afferrò con forza il braccio nudo della guardia. Riversò fuori da sè tutta quella frustrazione, quel senso di impotenza, quella delusione. La sua mano si illuminò e la guardia fece una smorfia di dolore. Provò a strappare il braccio dalla morsa di luce di Sèla, ma lei tenne, con non si sa quale forza, tutta la pressione in quel punto. La guardia si inginocchiò, la fronte imperlata di sudore.
-Brucia vero?- chiese seria alla guardia- questo è solo una minima parte di quello che mi scorre nelle vene. Sarò anche una figlia di Vhér soldato, ma sono anche una figlia del Sole. Sono la tua principessa- si chinò fino ad arrivare al suo orecchio- e farai bene a non dimenticartelo la prossima volta che oserai dirmi di no-

Lo lasciò andare, e lentamente, tenendosi il braccio l'uomo si alzò. La guardava tra un misto di rabbia, forse dovuto a vedere il suo ego ferito, e un misto di devozione. Quella che avrebbero sempre dovuto portarle. Sin dall'inizio.
-Se le altre guardie o anche il Principe ti chiederanno qualcosa su quello- indicò con lo sguardo il segno della mano rossa impresso ancora sul suo bicipite- tu dirai che te lo sei procurato allenandoti con le altre guardie. Nessuno dovrà mai sapere che ero qui, o ti troverò, e ti punirò.-
La guardia annuì e si scansò per lasciarla passare.
Sèla non si voltò mai indietro.
Si infilò dritta nella tenda, spostando furiosa la stoffa che la divideva dai suoi alleati.
Li trovò a terra, incatenati. Quando entrò, e con lei un filo di luce, i Tidiani sollevarono lo sguardo su di lei. Solo il re le sorrise, gli altri la studiavano con curiosità. Li osservò bene, un re e i suoi fidati generali. Un re e dei generali che nessuno ancora aveva cercato..o così sembrava. Ecco cosa si era persa, troppo distratta da problemi personali che le erano sembrati insormontabili.
Si avvicinò al re e si inginocchiò davanti a lui. Lui la guardò con il viso distorto dal dolore per le catene e anche tra il divertito e il curioso. Voleva sapere perchè era lì e cosa aveva da offrirle. Ma sarebbe stata lei a condurre i giochi stavolta.
-Voglio i vostri nomi-
Il re sollevò le sopracciglia in modo teatrale. Lo aveva già visto fare a così tanti ministri, nella sua terra natìa, che Sèla non si stupì nemmeno. Tentava di fingersi confuso. Quasi stava cominciando a divertirla quell'uomo.
-Perchè mai? che importanza può avere un nome-
-Perchè la storia non si ricorda di niente se non dei nomi- lo provocò.
Andò dritta al suo punto debole. Quello che aveva oramai capito era anche il suo più grande vanto: l'ego. Infatti il colpo andò a fondo. Il sorriso che comparve lentamente sul volto dell'uomo, del bell'uomo che aveva di fronte, aveva un che di selvaggio. Perfino uno dei suoi uomini, quello grande e muscoloso, rise compiaciuto.
-Ha capito come si gioca la bambolina-
Sèla si voltò a malapena, per guardare l'uomo che Kover aveva ferito nella sua mutazione.
-Tu saresti?-
-Lui è Xièn, mentre il ragazzo si chiama Lang. - spiegò il re- il grande soldato muscoloso che vedi qui è chiamato Piccolo Bao, mentre io sono Trai-.
Quel soldato era tutto eccetto la definizione di ''piccolo'. Avrebbe potuto distruggerla anche solo con un abbraccio stretto bene. Una morsa letale alla quale lei preferiva non pensare in quel momento.
-Bene, Trai. Allora come ci si sente fuori dal mondo? anche se forse, fuori dal mondo non sei, grazie alla tua acqua-
Le sorrise. Come potevano trarre in inganno quei lineamenti fintamente infantili.
-Vedo che ricordi-
-Difficile dimenticare-
-Diciamo che mi sono perso solo il motivo del trambusto di stamattina-
Ci credeva poco, ma decise di stare al suo gioco.
-I Pinti mi sono giunti in una visione non spontanea. Diciamo che non sono nè amichevoli nè ostili. Sempre ammesso che possano guadagnarci, ovvio. Questa è l'impressione che mi hanno dato-
Trai posò la testa indietro, pensieroso. Sospirando, guardò la principessa di fronte a sè.
-Inizia ad essere un'alleanza numerosa-
-Tu hai informazioni che possono aiutarci ad entrare in modo sicuro nelle terre dei Pinti?-
-Cosa ci guadagno?-
-Il restare in vita per esempio-
Il giovane accanto a lui si mosse per avvicinarsi a lei, che spontaneamente si scansò di un passo. Lang, se aveva capito bene.
-Non c'è bisogno di minacciarlo. Conviene anche a noi entrare dai Pinti. Calmati, per favore-
Le parlava sempre così, le poche volte che lo faceva. Perchè sembrava essere così gentile con lei? provò a nascondere la confusione che sentiva nello stomaco, limitandosi ad annuire con la testa.
-Perchè vi servono le terre dei Pinti?- chiese a Trai
-AAAh Séla, lo sai che non funziona così. Un'informazione per un'altra-
Si morse l'interno guancia per evitare di schiaffeggiarlo lì, davanti ai suoi soldati. Ma era vero, quello era stato il loro patto sin dall'inizio. Pensò con rapidità a cosa poteva interessare a un uomo come lui, cercando nei suoi ricordi come se stesse cercando un tesoro prezioso.
Trai si spazientì, allungando una gamba quasi circondandola.
-Se non hai niente basta dirlo-
Lo guardò.
-Una pantera.-
-Come?-
-Una pantera di Vhèr. Mi ha salvata, nella mia visione. Per quanto assurdo possa sembrare...credo-
Trai scoppiò a ridere sommessammente, divertito da qualcosa.
-Questo si che mi piace. Brava Sèla. Non perdi tempo-
-Di cosa parli?-
-Le pantere di Vhèr obbediscono solo ai nativi. Quindi la tua gente. Sono le loro amiche e compagne, le loro fidate cavalcature e protettrici. Per quanto tu possa avere sangue di Sole nelle vene, sei anche una guerriera di Vhèr. Evidentemente, da qualche parte nelle tue foreste natìe, c'è una pantera che ti ha riconosciuto come tale. Sapere che mi sono alleato con una guerriera riconosciuta dal suo popolo da un certo valore alla nostra...relazione?-
Una pantera che la riconosceva come guerriera... e la sua mente non potè non andare diretta ad un ricordo del passato. Il ricordo dal quale era partito tutto.

-Vedo la tua testolina lavorare, dolce Séla-
Quelle parole sulla sua lingua le graffiavano la pelle fastidiosamente.
-Dunque?- finse di ignorarlo.
Piccolo Bao la guardò sporgendosi in avanti, portando con sè le piccole trecce, oramai quasi sfatte, che adornavano la sua coda.
-Buona parte del nostro esercito è approdato al porto di Tewa. Se passiamo dalle terre dei Pinti, saremo vicini abbastanza per tornare sul nostro veliero-
-Il porto di Tewa è per gran parte nel regno di Thèra. Dovreste di nuovo passare le montagne per arrivarci.- riflettè.
-Ricordati che io sono il signore del mare. Non ho bisogno di varcare confini terreni per entrare in contatto con le mie truppe- le ricordò Trai, sorridendo compiaciuto.
Quanto avrebbe voluto strappargli l'ego da quel sorriso.
-Quindi a breve entreremo in guerra?- era l'unico motivo che le veniva in mente sul perchè le sue flotte dovessero trovarsi lì.
-In guerra ci siamo già tesoro- Xièn la schernì facendole l'occhiolino- sta a te dirci quanto manca prima dello scontro fisico vero e proprio-
Riflettè se era il caso di dargli quell'informazione o meno.
-Hai già l'informazione d'oro che cercavi Trai. Quella che mi libera dal matrimonio con te.-
-Mmm sicuramente sapere che da qualche parte, dentro di te, c'è una guerriera che lotta per uscire mi torna comodo..ma aumenta anche il mio interesse-
Divenne paonazza per la rabbia.
-Non ti servo in quel senso.-
-Ma potresti.. per finta-
-Un matrimonio combinato è già PER FINTA-
Stava per perdere la pazienza.
-Allora diciamo che al momento, sei molto vicina alla tua libertà. Sempre che tu la voglia davvero.-
-Allora diciamo che al momento, potresti essere molto vicino alla spada di Urath sul tuo bel collo.-

Detto questo se ne andò, sentendo la risata dietro di sè di Trai e il commento poco carino sul suo fondoschiena da parte di Xièn. Si era scelta degli alleati senza regole. Ma forse, era quello di cui aveva bisogno.E sorrise. Sorrise stupendosi del fatto che lo stava facendo a causa loro...e le parole di Trai le si insinuarono selvaggie nella mente, come un drago marino che nuotava tra i flutti.







Buongiorno a tutti/e!
Come state? inizia la parte tre della nostra storia, sempre più vicini allo scontro finale e allo sciogliersi della vicenda che porterà Sèla alla libertà assieme alle sue terre. Oppure no?
Le ultime parole di Trai, il sorriso di Sèla..mmmm qui gatta ci cova ( anche se non ho mai capito perchè si dica così ahah).
Cosa ne pensate voi? Vi siete fatti un'idea sulla combriccola di Trai?  Chi preferite, se avete un preferito, tra i nostri bei pirati?
Fatemi sapere!

Un bacio e un abbraccio grandissimo!

Al prossimo aggiornamento,
baci.
Belle.

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