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Camminarono avanti e indietro per quella stanza per quelle che le parvero delle ore. Sicuramente fuori stava giá cominciando a rischiarare la luce del giorno,presto sarebbero venuti a prenderla.
Séla era rimasta con Kela tutto quel tempo,attendendo nervosa il ritorno degli uomini che dopo la loro conversazione erano andati a parlare con gli altri prigionieri. Séla non si aspettava di certo che li aiutassero,perlomeno non perché glielo aveva chiesto lei, perció erano andati Kover e Irden ad avvisare del loro piano.
Non erano ancora tornati  dalle profonditá delle celle e Séla e Kela si guardavano spesso preoccupate,sperando peró che stesse andando tutto bene.

Fu proprio mentre pensavano questo che la porta principale delle celle si spalancó. Il tempo di voltarsi entrambe, che si ritrovarono le guardie delle miniere davanti la sua cella,armi levate contro di lei,circondata.
Kela si paró immediatamente davanti a Séla  ma venne spinta via bruscamente dalle guardie che afferrarono Séla per le braccia. Aveva sempre saputo che sarebbero tornati a prenderla ma non pensava così presto,non senza che gli altri fossero con loro; era stata troppo ottimista.
Kela nuovamente provó a fermarli e Séla non poté far altro che guardarla cadere a terra. Non poteva fermarli,non ne aveva la possibilitá né la forza.

-"Kela!" La Nidua la guardó,preoccupata respirando velocemente. Séla si limitó a scuotere la testa e questo bastó per vedere sul volto della donna il timore -"va bene cosí."

Si limitó a dire questo e le guardie senza aspettare oltre la trascinarono fuori. La porta delle celle venne chiusa dietro di loro e il suono parve quasi rimbombare nel suo cuore,come una campana funesta. Quando uscirono da lí il sole che la colpí in pieno viso era giá alto, caldo ma per nulla confortante;si ritrovó a stringere gli occhi infastidita.
Venne spinta con forza verso l'altra parte delle miniere dove l'uomo che l'aveva frustata il giorno prima l'attendeva con un sorriso sornione sulle labbra.

-"buongiorno, spero tu abbia dormito bene" le disse altezzosamente. La prese per i capelli e di forza la gettó dentro una stanza.
La guardó dall'alto in basso, con aria di superioritá.
Séla strinse i pugni con forza. Se solo fosse stata piú forte,se solo avesse avuto più coraggio,avrebbe avuto la forza di impugnare una spada o qualsiasi altra arma,tentare di difendersi. Invece si sentiva bloccata,statica,a causa della paura.

-"spero che sia importante, non ho intenzione di perdere tempo"
Una voce annoiata disse dietro la guardia.
Séla guardó il pavimento ed un bruvido freddo le corse lungo la schiena e le braccia.
Le frasi che aveva sentito il giorno prima uscire da quella bocca serpentina le riecheggiarono nella mente, quasi una cantilena,un eco,diventando sempre un rombo più tuonante.
Vide due piedi entrare nella sua visuale, ma non alzó lo sgurdo per verificare la veritá che giá il suo istinto le gridava a gran voce.

-"una donna di Vhér?" Domandó l'uomo disgustato,per poi sputare a terra vicino a lei. -"ho giá avuto a che fare con donne come lei,sono caparbie. Si credono superiori questi viscidi, traditori della corona e della legge del Sole"

Le giró attorno lentamente,e Séla si sentí come una preda avviluppata tra le spire del suo assassino. Incapace di muoversi.

-"dove l'avete trovata?" Chiese infine

-" nel deserto vicino i confini con la cittá. Fuggiva da uomini neri a cavallo"

L'uomo si fermó.

Si chinó davanti a lei, e la mano le scivoló con un sibilo sinistro sul viso,per poi all'improvviso obbligarla ad alzare lo sguardo afferrandola per il mento.
I loro occhi si incrociarono e in essi si riconobbero: la Principessa e il Vjzir.

La maschera  di compostezza dell'uomo si tinse di mille colori, per passare dallo stupore al terrore, ed infine all'odio.

-"preparate la punizione massima. Mi rifiuto di avere una di Vhér vicino"
Disse il Vjzir, mandando via le guardie che li lasciarono soli.

I FIGLI DEL SOLE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora