Il risveglio era stato brusco ed inaspettato quanto il suo arrivo alle miniere. Erano stati svegliati battendo con forza sulle sbarre delle celle, gridando a squarciagola. Gli avevano gettato delle ciotole con degli avanzi di cibo, spesso rovesciando gran parte del contenuto nel farlo.
Tutti si erano gettati su quegli avanzi come bestie, sporcandosi il viso, le mani, alcuni perfino masticando le ossa che trovavano. Quasi anche quelle potessero diventare commestibili.Séla aveva guardato quel cibo nauseabondo nella ciotola sentendo quasi un conato di vomito quando vide chiaramente i segni dei morsi su della carne che le era stata data. Aveva per un attimo pensato di non osare nemmeno toccarlo, ma la fame era talmente tanta, che alla fine sentendo un vuoto allo stomaco aveva cercato di mangiare il più possibile. Aveva stretto gli occhi, si era morsa la lingua, ed aveva buttato giù, subito dopo disgustata.
Messi in fila ed incatenati l'uno all'altro, finalmente aveva visto adeguatamente gli interlocutori della sera precedente.
La Nidua era effettivamente alta e atletica, come le era parso nonostante l'oscurità. Aveva la pelle color del cuoio e lunghe gambe allenate, dalle quali si potevano ben vedere nitidamente i muscoli definiti. Nonostante ciò, era molto slanciata. Aveva due stupendi occhi color nocciola, ma così chiari da sembrare quasi screziati dal miele e lunghi capelli legati in tantissime treccine fini, tenute a loro volta unite in un'unica coda bassa. La Nidua le aveva fatto un semplice cenno della testa per salutarla, e Séla aveva ricambiato prima che incatenassero la donna davanti a lei.Davanti alla Nidua avevano invece messo il Vakto. Era più basso di quello che si aspettava. La superava solo di una decina di centimetri, e considerato che lei arrivava si e no al metro e sessanta non era poi molto. Aveva la pelle chiara, leggermente arrossata in alcuni punti a causa della lunga esposizione al sole, ed i capelli e la barba lunghi, di un colore che Séla avrebbe definito biondo rossastro. Si sarebbe aspettata di vedere due occhi chiari con una carnagione del genere, invece aveva due occhi così profondi da sembrare quasi neri.
L'aveva salutata dandole una pacca sulla schiena e confortandola.-"tranquilla, ho già chiesto che ti mettano con noi a lavorare"
Séla non sapeva bene come rispondere visto che non aveva ben chiaro cosa l'aspettava, ma si limitò a ringraziare debolmente. Almeno sarebbe finita con qualcuno che conosceva e a cui chiedere aiuto... Più o meno. Del resto, non li conosceva davvero.
Dietro di lei, la loro piccola fila venne conclusa da chi meno avrebbe voluto avere dietro di sé : l'uomo della cella di fronte.
Vedendolo alla luce del sole, ricordó perché avesse tremato così tanto di fronte alla sua forza, e non se ne stupì. L'uomo le pareva un gigante se messo a confronto con lei. Come minimo arrivava al metro e ottanta ed aveva un armamentario di muscoli da fare invidia ad un possente animale.
La pelle era abbronzata, screziata in alcuni punti da quelle che le parvero vecchie cicatrici. Le tornò in mente la frusta che aveva visto colpire gli schiavi, e si auguró di non doverla subire mai.Lentamente aveva alzato lo sguardo, osservandolo in viso. L'uomo aveva dei leggeri capelli mossi, scuri, che ribelli gli incorniciavano le tempie sfiorando di poco gli zigomi . Ai lati erano più corti. Una volta dovevano essere stati rasati molto probabilmente, perché adesso era ben visibile la ricrescita e la differenza col resto della lunghezza dei capelli.
Aveva una mandibola definita, ma non dura. Il suo viso sembrava costantemente serio, con le guance leggermente incavate, forse a causa della scarsità di cibo. Le labbra erano leggermente piene,non sottili e Séla si stupì a fermarsi a guardarle più del dovuto.
I suoi occhi erano di un colore che non aveva mai visto: erano verde chiaro ma al loro interno avevano anche delle macchie marroni. Sembravano una terra misteriosa con delle rigogliose foreste, un intero mondo nei suoi occhi....Occhi che la stavano fissando a loro volta.
Séla cercò di darsi un contegno e si voltó avanti, facendo finta che non ci fossero problemi.
Si sentì in imbarazzo, ma quando i carcerieri ordinarono a tutti di camminare la sua preoccupazione cambiò soggetto.
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I FIGLI DEL SOLE
FantastikA Théra, la terra del sole, la casata reale ha finalmente il suo erede al trono, e le sue sorelle, le principesse Séla e Tirahn, sono al suo fianco. Discendente però della tribù di Vhér, la terra degli adoratori della luna e considerata inferiore...