꧁☬ 4☬꧂- un bacio casto

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Continuavano a correre a perdifiato mentre la neve sembrava volerli fermare. Ad ogni passo vedeva che i loro rapitori facevano fatica a correre tenendo lei e Kela tra le loro braccia, ma nonostante questo, continuavano a correre senza fermarsi, senza mai volgere lo sguardo indietro. Che cosa stesse accadendo laggiù dove aveva sentito la voce di Kover chiamarla non aveva idea ma non poteva far altro che restare ferma immobile tra le braccia di quel ragazzo.
Il freddo le entrava nelle ossa facendola tremare visibilmente. Il fatto che fosse vestita con dei poveri stracci e che fino ad adesso non avesse mai effettivamente mangiato come si doveva non aiutava la sua situazione. Era più debole di quello che cercava di dare a vedere ma la sua mente al contrario del corpo cercava di resistere e tentava di trovare una soluzione.
Dentro di sé sapeva che non poteva vedere il futuro perché le sue rune non erano più attaccate al suo vestito; sentiva la mancanza di quel prezioso sacchetto al quale era tanto affezionata. Era ovvio: doveva soltanto riuscire a vivere, sopravvivere, delle proprie informazioni ottenute fino a quel momento e delle proprie abilità per quanto effettivamente fossero scarse.

I suoi rapitori non parlavano mai restavano in silenzio e si limitavano alla corsa. Non riusciva a capire perché mai qualcuno dovesse essere tanto fissato con l'idea di doverla utilizzare come una sorta di arma. Lei non aveva alcun potere che potesse interessare alla regina Urath.
Non era comunque una stupida. Aveva capito che la regina pur di poter mettere le mani su di lei e finalmente eliminarla (indipendente che avesse qualcosa che a lei serviva o che la spaventasse) avrebbe fatto di tutto e ovviamente coloro che erano di fronte a lei, i Tidiani e il loro re, questo lo sapevano bene.
Un albero in lontananza cadde creando un forte riverberio nella la foresta.

-"Che cosa è stato?" - chiese il ragazzo che la stava tenendo in braccio
Il re si limitò a scuotere la testa e per la prima volta guardo dietro di sé. Séla vide il suo volto cambiare colore varie volte, vide la sua rabbia, l'ira seguita dallo stupore e infine quella che parve essere la presa di una decisione. Gli uomini si fermarono di scatto e il re si voltò nello stesso istante in cui qualcosa di gigantesco ricoperto di pelo si schiantò contro di lui.
I due uomini si spostarono e colui che si chiamava piccolo Bao adagió rapidamente Kela a terra e si mise a correre dietro il suo re. Cercó di attaccare quell'enorme creatura che sembrava non dargli pace.

Sela riusciva quasi a sentire i morsi che venivano dati all'aria da quella creatura. Lo osservava e tremava; vedeva le sue zanne lunghe vedeva il suo pelo scuro e vedeva l'enormi zampe che cercavano di afferrare, artigliare, squartare il re dei Tidiani.
Quando la creatura venne colpita da un calcio da entrambi gli uomini fu mandata a molti metri di distanza. Trattenne il fiato terrorizzata.
La creatura si voltó verso di lei e la guardò con occhi sgranati. Sela ebbe paura. Perché la guardava a quel modo? era diventata lei adesso l'oggetto della sua fame? non sapeva cosa fare di quell'informazione, ma non sarebbe rimasta a scoprirlo.
Approfittando della situazione si spostò dando un calcio al ragazzo che colto di sorpresa la lasciò cadere nella neve.
Non aveva intenzione di restare lì e di vedere quegli uomini che venivano sbranati, non c'era possibilità che riuscissero a sopravvivere.
Corse verso Kela e la prese per un braccio cercando di trascinarla via il più lontano possibile. Il ragazzo inizialmente titubante provó ad avvicinarci a loro ma sentendo le grida di aiuto del suo re e di piccolo Bao si voltò e si gettó anche lui nella battaglia.

Con molta fatica a causa della debolezza fisica Séla riuscì a portare Kela lontano e cercava con tutte le sue forze di scuoterla, di svegliarla. Che cosa le aveva fatto quel ragazzo? Per lei era quasi impossibile riuscire a vedere anche un minimo cenno da parte dell'amica di quell' impossibile a quanto pareva risveglio a cui tanto a lei anelava.
Sentí in sottofondo le grida e i colpi e una striscia lunga di sangue comparve all'improvviso sulla neve. Infine il silenzio.
Tremante, nascosta, provó ad affacciarsi per vedere a chi apparteneva quel sangue ,che cosa stava accadendo, per capire dove si trovava la creatura.
Quando si sporse cadde all'indietro per il terrore.

Di fronte a sé la crestura si ergeva immensa, immobile e la osservava dall'alto in basso ricoperta di sangue. Non sembrava essere stabile sulle sue zampe. Dietro la creatura gli uomini erano feriti e cercavano con tutte le loro forze di risollevarsi utilizzando le loro armi come appoggio.
L'animale, che lei avrebbe potuto paragonare a un enorme lupo, si avvicinó a lei e il suo peso lo fece sprofondare fino a una certa altezza nella neve; questo parve non fermarlo.
Continuava a fissarla e traballante si avvicinava a lei.
Séla al contrario ad ogni suo passo era indecisa sempre più se restare fredda immobile nella neve gelata o se correre via ma questo avrebbe implicato lasciare da sola Kela e non l'avrebbe mai fatto.
Quando il muso dell'animale si avvicinó a lei sì senti quasi svenire per la paura. Si rese conto di non avere in realtà la forza di muoversi, azione che invece la sua mente le gridava fortemente di fare.

L'animale le strusció il naso contro la fronte annusando,prendendo il suo odore. Non si mosse e di fronte a lei accade qualcosa che non avrebbe mai saputo spiegare con le parole. Sentí il rumore di ossa rompersi, scricchiolii strani e vide il pelo lentamente scomparire, quasi venisse ritratto all'interno della pelle rosea che ora sembrava comparire come per magia al posto di quel pelo.
Il muso dell'animale lentamente si ritrasse assomigliando sempre più a quello che poteva essere la forma di un cranio umano: il pelo divenne barba, divenne capelli,sopracciglia,ciglia.
Gli occhi rossi dell'animale tornarono lentamente ad un colore molto simile a quello che era un occhio umano, per quanto ancora fosse screziato di cremisi.
La statura dell'animale si ridusse notevolmente ma l'uomo, perché adesso un uomo si trovava di fronte a lei, aveva comunque un fisico grande ed allenato...

e Séla lo avrebbe riconosciuto ovunque.

Kover era ricoperto di sudore, era ferito ed era anche macchiato di sangue sia suo che dei nemici. Cadde di fronte a lei in ginocchio e tremante allungò le mani verso di lei.

Sela non aveva risposta, non sapeva a cosa aveva assistito o forse la sua mente ancora faticava ad elaborarlo. Sapeva che c'era un nome per ciò che aveva appena visto, mutaforma, ma la sua mente forse non voleva ammetterlo o forse era ancora semplicemente spaventata.
Nonostante tutto quel terrore, e quella inspiegabile veritá, non appena si rese davvero conto di chi aveva davanti,come si rese conto CHI era l'uomo che tremante e quasi supplichevole cercava di avvicinarsi a lei,come se si fosse reso conto che effettivamente lei aveva paura di lui, qualcosa scattò nelle sue gambe.
Qualcosa scattò nel suo stomaco e si gettò in lacrime tra le sue braccia.
Si strinse a lui come non aveva mai fatto prima, le braccia gettata al collo e d'impeto senza pensare posò le sue labbra sulle sue.

Era un bacio casto,semplice eppure parve contenere tutto l'amore e tutta la disperazione allo stesso tempo di quel momento. E lí, Sèla riconobbe finalmente la strana sensazione sulle labbra che aveva provato nella grotta. Il suo cuore parve saltarle nel petto.
Lui, forse incredulo, rimase un attimo fermo immobile prima di contraccambiare il suo abbraccio stringendola delicatamente ma con forza, con possessività. Ricambiava il suo bacio con la stessa delicatezza e innocenza anche se Sèla sapeva che si stava trattenendo, per lei.
Séla tremava ancora ma il calore del corpo di Kover sembrava quasi curare le ferite che portava dentro il suo animo. Dietro di sé senti il suo nome gridato e sentí anche il nome di Kela; riconobbe la voce come quella di Irden.

Erano di nuovo assieme.

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