꧁☬ 2.1 ☬꧂

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Il risveglio fu brusco. Un temporale improvviso li colse alla sprovvista obbligandoli a spostarsi velocemente nel cuore della notte. La pioggia cadeva fitta e quasi sembrava volerli ferire in tutta quella  violenza scaturita dal cielo. Era per loro praticamente quasi impossibile riuscire a vedere dove mettevano i piedi, e piú volte Sèla rischió di scivolare. Ogni volta o Kover o Kela la prendevano per un braccio aiutandola.
Solo quando l'ennesimo tuono assordante venne seguito da un lampo che illuminó il cielo, riuscirono a vedere nella notte. Irden riconobbe una caverna e non si fecero problemi a corrervi immediatamente dentro.
Una volta al sicuro dalla pioggia tutti ripresero fiato, ed Irden si occupó di raccogliere i pochi ramoscelli che trovó attorno a sé.
Erano bagnati dalla testa ai piedi e il vento soffiava forte. Se non volevano patire freddo era necessario urgentemente accendere un fuoco.
Séla si spostó la frangia oramai lunga di lato, tenendo stretta a sé le braccia, tremante. Kela non era da meno; non era abituata a quel freddo. Entrambe venivano dal deserto e la notte avevano sempre avuto un rifugio, e la pioggia era rara. Non erano esattamente abituate a quel genere di situazioni.
Al contrario Kover e Irden non battevano ciglio, efficienti come sempre se non di piú.

-" ci serve legna asciutta, questi ramoscelli non sono abbastanza"- disse Kover passandosi una mano tra i capelli fradici.
-" dovremo uscire di nuovo e cercare in zona"- rispose Irden avviandosi verso l'uscita della caverna.
Sèla bloccó Kover sul posto.
-" non si vede niente lá fuori, é pericoloso. Troviamo un altro modo"- si preoccupó
-" non vi sono altri modi, un fuoco è di
massima importanza"
-" ha ragione peró"- Irden li interruppe-" non si vede nulla lá fuori"
-" vengo io"- Kela si avvicinó a Irden
-" non sei abituata a questo clima potresti risentirne"- Irden la corresse
-" ma sono l'unica che vede bene di notte, grazie a questa"- tiró fuori la lingua sibilante.
Irden e Kover si guardarono fugacemente pensando al da farsi.
-"va bene"- sospiró Irden-" ma facciamo veloce. Usciamo cerchiamo la legna e la portiamo dentro. Sarà fradicia ma forse riusciamo a trovare comunque qualcosa di utile"
-" vi raggiungo"- disse Kover
-"no, meglio se resti con lei. Non dividiamoci ulteriormente"
Séla capí immediatamente che Kover voleva andare con loro. Non voleva essere d'intralcio.
-" nessun problema, vai. "
-" sicura?"-la guardó serio negli occhi

Se avesse mentito a sé stessa avrebbe detto che non importava, ma in realtá restare sola era l'ultima cosa che voleva, per varie ragioni. Ma adesso non poteva essere egocentrica.
-" sono in grado di restare ferma immobile in un posto"- finse un sorriso.
Un tuono riverberó fin dentro il suo petto.
-" va bene. Ma non ti muovere di qui, per nessun motivo"-le disse Kover.
Séla annuí.
-" mi fa piacere che considerate la mia opinione"- disse ironico Irden
-" in tre faremo prima"
I tre scomparvero presto fuori dalla caverna.

Séla rimase sola.
Il silenzio era rotto solo dal rumore della pioggia scrosciante. Rimase per un tempo che non era facile da definire a fissare il vuoto davanti a sé e dopo un pó automaticamente abbassó la testa, lo sguardo verso il suolo. Solo la frangia si scostó ancora umida dalla sua fronte, unica barriera tra sè e il mondo.
Dai suoi vestiti l'acqua ancora gocciolava al suolo, e i brividi di freddo la scuotevano.
L'immagine dei suoi amici che uscivano dalla caverna impressa nella mente. Mille pensieri le affollarono la mente.
Era tanto che non era cosí da sola, sola con sé stessa. Il petto le si strinse in una morsa.
Il groppo alla gola si fece insopportabile.
Da sola. Come lo era stata tempo addietro.
Non importava se era momentaneo, cosa avrebbe fatto se un giorno fosse rimasta davvero sola?  E perchè, pur mettendoci ogni buona volontá, non era di aiuto?.
Le sue mani si sollevarono verso il suo petto, e Sèla si perse a guardare i suoi stessi palmi.
Voleva aiutare, voleva sostenere il mondo con quelle stesse mani... ma il suo mondo era crollato cosí tanto tempo fa, oramai.
Un lampo improvviso illuminó la caverna a giorno per pochi secondi.
Quanto bastava per rendersi conto della situazione: poteva fare finta di esser forte quanto voleva di fronte agli altri, ma la veritá era che se anche ora aveva un nuovo obbiettivo, dentro di sé, c'era ancora tanto da curare.
Il tremare del suo corpo si fece incontrollabile, come se  stesse seguendo ancora il turbinio delle sue emozioni. Si sentiva un peso, un peso cosí pesante per le persone che cercavano di aiutarla.
Ogni giorno, in qualche modo si ricordava che si trovavano in quella situazione a causa sua, e che lei non aveva le capacitá per proteggerli. Dall'esterno sembrava che non pensasse a niente, che si fosse lasciata tutto alle spalle; nella sua testa in realtá, ogni singolo secondo tutto vorticava agitato come una tromba di sabbia. Le levava il fiato.

Cadde a terra sulle ginocchia e si strinse nelle spalle, chinandosi su sé stessa.. e coperta dalla pioggia incessante in quella assoluta solitudine... gridó.
Gridó la sua disperazione, i suoi tormenti al mondo senza che nessuno in realtá potesse udirla. Un urlo che non poteva raggiungere nessuno seguito da copiose lacrime. I tuoni e i lampi sembravano accompagnare quel suo sfogo a lungo trattenuto.
Fuori, un corpo fragile, dentro un cuore  che fingeva il coraggio sperando che diventasse realtá.
Gridó fino a che la gola le dolé, fino a che rimase senza forze.
Non voleva esser vista cosí, non da loro:mai.
Avrebbe portato avanti quella maschera che si era cucita addosso per affrontare il passato, quella maschera che lentamente la stava polverizzando da dentro.
Ma lí, tremante, in realtà avrebbe forse desiderato che qualcuno la capisse, che la raggiungesse.

C'è nessuno lá fuori per me? Che mi accetti come sono, con le mie ferite?

I lampi si susseguirono uno dopo l'altro ed illuminarono tutto attorno ed un'ombra si stagliò davanti a lei.
Senza fiato, alzó lo sguardo.
Un'ombra, o se lo era immaginato?
Un altro lampo. Un'altra ombra che si distese fino a lei.
Stava lí e la fissava.

Kover.

Aveva il fiatone, lo sguardo perso su di lei... i pugni stretti in una morsa.
Un'altra lacrima cadde sulle sue guancie.
Entrambi bloccati in quella scena immobile.
Il cielo riversó la sua ira e tristezza al suolo, scuotendo il mondo.
Il lampo successivo fu come una scossa al corpo.
Séla si alzó arrancando al suolo.
-"Kover.."
Lui le corse incontro e la sostenne, tenendola stretta a sé,senza lasciarla andare. Il suo cuore batteva veloce per la corsa.
Le grida e le lacrime di Séla ancora vennero coperte dal mondo...
Ma qualcuno era disposto a sentirle.
Kover la abbracció con forza, tremando a sua volta.



KOVER POV

La tenne stretta a sé, lasciando che il suo calore la scaldasse.
Le sue grida gli erano giunte fin dove si trovava con gli altri grazie a ció che davvero era, grazie alla sua natura; si era congedato in fretta e furia e alle sue lacrime era accorso velocemente.
Sola, l'aveva lasciata sola, come aveva potuto?
Posò la mano sulla sua testa, piccola, fragile.
Le lacrime di lei gli bruciavano sul petto come lava incandescente.
Perchè non aveva capito la sua facciata? Perchè non aveva compreso come si sentiva davvero?
Quel maledetto sorriso ingannatore, che gli aveva fatto credere che tutto andasse bene.
Si chinó su di lei e la prese in braccio tenendola vicino a sé, le braccia di lei strette attorno al suo collo. Si sedette in un angolo della caverna, tenendola tra le gambe.
Lei disperata si tenne ancor più forte a lui, continuando a piangere.
Kover non potè far altro che stare lí ed ascoltarla, ed ogni singolo grido di Sèla lo feriva piú di una lama ricoperta di veleno.
Si morse le labbra frustrato e nascose la sua testa nell'incavo del collo di lei.
I suoi capelli bagnati persero acqua in piccole gocce sulle spalle di Séla, disegnando brevi torrenti.
Lei si strinse al suo corpo , cosí piccola al confronto con lui. I petti stretti l'uno all'altro.
-"Kover...Kover.."
Disperata ripeteva il suo nome tra una lacrima e l'altra e più lei lo chiamava, più il suo cuore vacillava. I suoi nemici in quel momento avrebbero potuto ferirlo, torturarlo in ogni modo possibile, ma mai nulla sarebbe stato paragonabile alle sue lacrime.
Le lacrime di qualcuno che si ama straziano il cuore, ti strappano la gioia dal petto e ti lasciano inerme.

-"Séla... sono qui"
Non poteva resistere un solo secondo di più a vederla soffrire. E la cosa peggiore, era che non sapeva come curare le sue ferite. Irraggiungibili.
Quasi la fece scomparire nel suo abbraccio mentre la teneva per sé, proteggendola dal mondo.
Le posó una mano dietro la testa, e la bació su una tempia, lasciando che le sue labbra si fermassero sulla pelle di lei, tremanti.
Lei si fece ancora più piccola se possibile.
Lentamente si chiuse in sé, addormentandosi,dopo tempo per loro indecifrabile, per la stanchezza in quell'abbraccio cosí caldo del quale aveva cosí disperatamente bisogno.

Kover la sostenne in una posizione comoda, senza osare muoversi per paura di svegliarla. Ne osservò il viso, ancora rigato dalle lacrime. Con la mano le asciugó anche quei fiumi in piena ora pacifici.
Se solo avesse potuto curarla, cicatrizzare le sue ferite.
Si avvicinó a lei, conscio che stesse riposando profondamente.

Se solo io potessi .. se tu...

E la bació timidamente, consapevole che quel bacio sarebbe rimasto un segreto custodito nel suo cuore, del quale lei mai avrebbe saputo l'esistenza.

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