꧁☬ 5.5 ☬꧂- Pedina

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Aveva paura. Provare a mostrare il contrario non sarebbe poi servito a molto, considerato che era visibile a tutti che tremava dalla testa ai piedi. Nel momento in cui il fuoco era scomparso, un forte freddo si era impossessato del suo corpo. Come un bagno nuda nella neve, il freddo le aveva gelato la pelle, che quasi tirava dal dolore; le linee sulle sue braccia e il simbolo sulla sua fronte sembravano attraversate da puro ghiaccio. Non era mai capitato quando aveva usato le altre abilità. Perchè adesso si sentiva così male? Tirahn le stava addosso, dicendole in continuazione di non preoccuparsi, che sarebbe passato nel giro di poco perchè anche a lei era capitato le prime volte. Il corpo doveva abituarsi a quei cambi di temperatura improvvisi prima di poter usare il fuoco, o nel suo caso, la luce, senza conseguenze sul fisico. Ma oramai era già calata la sera, tutti i soldati si stavano preparando per dormire in quella grotta, e lei ancora stava male. Sèla sapeva che qualcosa non andava. Non aveva bisogno di altro che conoscere il suo corpo. Non era questione di usare i poteri per la prima volta, ma che il suo corpo li rifiutava. Quando aveva usato le sue doti, quelle passatele dalla madre, era stato come finalmente riunirsi con una parte persa di sè. Era stato sí spaventoso, ma al tempo stesso si era sentita giusta, apposto, per la prima volta nella sua vita. Adesso si sentiva sporca, debole. Avrebbe voluto mettersi a piangere, gridare dal dolore, ma quando tutti la fissavano come se quello che aveva fatto fosse un miracolo non riusciva a fare altro che trattenersi.
Per la prima volta si sentì pressata in qualcosa che non voleva. Aveva sempre pensato da bambina che forse se fosse stata più simile a loro, ai fratelli al popolo di Thèra, allora tutto sarebbe andato per il verso giusto e lei avrebbe trovato il suo posto nel mondo. Mai si era sbagliata così tanto. Tutti la guardavano orgogliosi, anche i soldati con i quali non aveva mai nemmeno parlato, ma lei si sentiva ancor più un'estranea. Era questa la realizzazione di quello che si dice stare attenti a ciò che si desidera?
Kover si sedette accanto a lei destandola dai suoi pensieri. Si limitò ad avvolgerle un braccio attorno alle spalle, e solo quello parve darle un attimo di respiro. Lo osservò a lungo, i lineamenti del viso, gli occhi, adesso così seri e fissi sulle sue mani, la bocca, la barba incolta. Una linea marcata sulla sua fronte tradiva i pensieri di Kover; sembrava arrabbiato, o perlomeno pensieroso.
-Tutto bene?- si sforzò a chiedere tra un tremore e l'altro.
Quando la guardò si sforzò di farle un sorriso, prima di stringerla a sè.
-Si.- le posò un bacio sulle tempie e la tenne stretta a sè.
In quel momento Rupe si avvicinò a loro per parlare con dei soldati e notò l'insistenza con cui lo sguardo del fratello scattava da lei a Kover. Cosa c'era che non andava? La mente di Sèla si mise a pensare velocemente, ma oltre la possibilità che il fratello non approvasse la loro relazione, nulla saltò alla sua attenzione. Tirahn tornò da lei portandole una coperta che Kover le gettò sulle spalle prima di abbracciarla di nuovo.
-Vado a parlare con alcuni soldati e Rupe. Torno subito, va bene?-
Sèla si limitò ad annuire. Avrebbe voluto chiederle come stava la sua guardia, ma Tirahn era già lontana.
Attorno a lei Irden e Kela si strinsero con fare protettivo. Erano isolati rispetto agli altri, e Sèla si chiese se non fosse voluto, visti gli sguardi che Irden mandava alle truppe.
-Va meglio?- le chiese Kela strofinandole con foga la mano sul braccio per aiutarla a scaldarsi.
-Leggermente. Mi sento ancora stordita- mentì.
-Tua sorella dice che dovrebbe passare...-
Non rispose.
-Se qualcosa, qualsiasi cosa, non va come dovrebbe,diccelo capito?- la incalzò Irden.
Sèla si limitò ad annuire. Questa sua mancanza di risposte fece innervosire il Vakto, che si alzò sbuffando per inginocchiarsi davanti a lei. Guardò Kover con uno sguardo severo prima di riservare a lei uno sguardo più dolce.
-Sèla, non mentire con noi. Siamo tuoi amici, siamo qui per te- le ricordò. Era proprio quello che le faceva paura, deludere anche i suoi amici- ma se non ci parli, non ci spieghi come stanno le cose, noi non possiamo aiutarti, pur volendo. Fidati di noi-
Deglutendo, guardò dal basso Kover, che la guardava con uno sguardo rassicurante. Sèla sospirò, guardando terra.
-Sto male- ammise infine.
-Hai solo freddo?- Kela le si avvicinò ulteriormente.
-No. Non è solo il freddo. Mi sento come se avessi ghiaccio nel corpo, fa malissimo. Secondo Tirahn dovrebbe essere un dolore che scema lentamente, ma a quest'ora non dovrei sentire più niente, o quasi..-
-Invece senti ancora tutto- finì la frase per lei Kover.
Annuì sospirando.
Kela preoccupata le bisbigliò all'orecchio.
-Come ti sei sentita quando la luce è esplosa?-
-Come se stessi andando a fuoco. Sul momento non faceva male..ma adesso...è come se il corpo mi gridasse che qualcosa di sbagliato è successo.-
La Nidua scosse la testa, guardandosi attorno, prima di sporgersi verso Irden e Kover.
-Il suo corpo potrebbe  rifiutare il fuoco- spiegò.
Sèla la guardò sorpresa dal fatto che avesse pensato la sua stessa identica cosa, ma preferì mordersi la lingua ed ascoltare.
-Può capitare?- Kover sembrava preoccupato.
La stessa preoccupazione sembrò oscurare il viso dell'amica, mentre rispondeva:
-Si, e non è mai una passeggiata. Intendiamoci, anche se è fantastico che finalmente possa difendersi anche da sola, se il corpo rifiuta il potere può auto consumarsi ogni volta che viene usato-
-Non può migliorare?- incalzò Irden per trovare una soluzione.
-Le servirebbe tempo, tempo per fare pratica a piccole dosi, tempo che non abbiamo-
Il silenzio calò tra i quattro.
-Come lo sai?- chiese infine Sèla.
-A volte capita nella mia tribù che nascano bambini con veleni troppo potenti per il loro corpo, al punto da rischiare di avvelenarsi da soli con la loro stessa saliva quando mangiano e bevono. In quei casi, di solito cambiamo la loro alimentazione da quasi inesistente fino a leggera e normale. Come se fosse mitridatismo.-
-Cioè?-
-Si tratta di una pratica antica. In pratica bevi veleni a piccole dose ogni giorno fino a che non hai più effetti collaterali e diventi immune.- Le spiegò Kover- ma tu non farai la stessa cosa- concluse.
-Perchè? se può funzionare.- Irden lo guardò storto, confuso.
-Non vedi come sta male? - ruggì sforzandosi di restare calmo il Servi.
-Kover non puoi decidere per lei. Fa parte di lei, le serve abituarsi. Potrebbe difendersi da sola.. e sai che ne ha bisogno- Dicendo quella frase, Irden riservò uno sguardo a Kover che Sèla non riuscì ad interpretare. Le sembrò molto strano, ed improvvisamente si fece seria.
-Non discutiamone adesso, per favore. Ho bisogno di riposare, sul serio ragazzi- tentò di concludere così la discussione, e la sua tattica parve funzionare.
Presto tutti, lentamente, cominciarono ad addormentarsi, tutti esclusa lei.

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