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Théra

Lo schiaffo le arrivó in faccia lasciandole il bruciore sulla pelle per svariati minuti. Era sicura di avere un bel segno della mano di sua madre sul viso. Perfino le ancelle personali della Regina erano scattate indietro intimorite. Quando si trattava di punizioni, sua madre sapeva sempre quando dargliele: dove ci fossero almeno abbastanza testimoni per umiliarla. Tirahn si sforzó di non reagire, consapevole che avrebbe solo peggiorato la situazione.
Quella mattina la madre l'aveva fatta chiamare d'urgenza e lei non si era fatta attendere. Le scale fatte fino alla stanza del trono le erano pesate sullo stomaco fino all'ultima; perché l'aveva chiamata? Sapeva della sua relazione? O peggio ancora, di Séla?
Se fosse stato cosí, come rimediare?
Per adesso poteva solo restare al suo posto.
-" sei una stupida!"- le gridó contro la regina Urath-" come hai potuto essere cosí ingenua e stupida! "
-" madre, mi dispiace per la mia mancanza"- Tirahn non si lasció sfuggire neanche una parola di troppo. Si tenne a capo alto ma sguardo chino in segno di rispetto, le spalle alte.
-"soltanto tu potevi fallire in un compito cosí semplice"- la madre le puntó il dito contro -" avevi solo un compito, come hai potuto!"
Le giró attorno come un animale che studia la sua preda.
-" ditemi come posso rimediare, ve ne prego"
-" come rimediare? Non hai fatto abbastanza? Adesso come al solito dovró rimediare al tuo casino! Dovró chiamare altri assassini e mandarli a caccia!"

Sapeva di Séla?! Il dubbio le bloccó quasi la voce, prima di parlare. Dove trovó la forza non lo seppe neanche lei.
-" lasciate che me ne occupi io madre"
-" tu? Tu che te lo sei fatto sfuggire?!"- alzó la mano al cielo ed una serva gridó disperata.
-" mia regina la prego!"
Ma il colpo le arrivó più forte di prima, spingendola a terra.
Sentí il sangue in bocca; deglutí.
Poteva saper combattere anche cento uomini, ma con la madre le sembrava quasi impossibile. Era sempre stato cosí; una montagna insormontabile circondata da fiamme. Fiamme alte alimentate da odio tormento e rancore. Un muro cosí alto ed imbattibile, impenetrabile.
Tanto era il disprezzo che provava per lei.
-" sai Tirahn, a chi devi la tua lealtá?"
-" a te madre"
La regina si chinó davanti a lei, prendendole con forza il viso per il mento, ma anche se la voltó verso di sé Tirahn si fece premura di tenere lo sguardo basso. Non conveniva provocarla.
-" esatto. Tu, tu che sei la mia più grande disperazione e rovina, mi devi tutto. Lo sai perché? "
Tirahn non rispose.
-" LO SAI PERCHÉ?"- le gridó in faccia.
-" perché sono una donna"
-" brava, esatto. Una donna. Se solo tu fossi nata maschio..."
Schifata si alzó lasciandola a terra.
-"aaah Tirah. Cosa devo fare con te. Sono stata sempre buona. Come prima Regina, avrei potuto farti uccidere alla nascita, lo sai? Dire che eri nata morta e aspettare un erede maschio. Nessuno avrebbe domandato nulla, per una femmina. Eppure ti ho tenuta con me. "
Sospiró, e di nuovo si avvicinó a lei, accarezzandole i capelli.
-"Non sono forse magnanima?"
-" si madre, lo siete"

La Regina la aiutó ad alzarsi e con le mani calme, riassettó le vesti della figlia al loro posto.
-" ora, farai una cosa per me, va bene?"
Tirahn annuí.
-" brava bambina. Ora andrai, e rimedierai ai tuoi errori. Prendi i migliori soldati, ed inseguilo. Voglio la testa di Rupe su un piatto dorato."
Tirahn si inchinó.
-" si, mia Regina!"
-" ora va! E non tornare senza aver risolto. Altrimenti, prenderó io la situazione in mano.. e non sará piacevole per nessuno. Giusto?"
-"come desiderate"
La Regina sospiró ancora, e con un cenno della mano la scacció via.
-" mi farai venire il mal di testa. Solo tu Tirahn puoi farmi sentire cosí. Va, sparisci."

Tirahn si inchinó, fece dieci passi indietro senza mai darle le spalle e solo quando fu vicina alla porta si concesse il lusso di alzarsi e darle le spalle.
Era furiosa per Rupe, era prevedibile.
Non sapeva di Séla.
Forse, poteva ancora fare qualcosa.
Con il dorso della mano si toccó la guancia, asciugando quella lacrima che sembrava minacciare di voler uscire rivelando il suo unico punto debole.

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