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Quando peró Kover l'afferró, un'altra mano sbucó fuori dall'acqua posandosi con prepotenza sulla spalla di Séla tentando si portarla con sé.
Una mano palmata.

Si sentí tirare indietro di scatto e la mano di Kover quasi artigliare la sua per tenerla stretta. Ma la sua mano scivoló tra le dita di lui.
Sentí Irden gridare, Kela la chiamó a gran voce.
E poi tutto si attutí..cosí come era iniziato. Attorno a sé solo l'oscuritá che l'avvolgeva. L'umiditá la colse nuovamente di sorpresa, bagnandole il volto e i capelli. Trattenne il respiro sentendosi andare sempre più giú. Provó ad aprire gli occhi ignorando il fastidio nel farlo, ma l'acqua era talmente scura che solo raramente riusciva a vedere qualcosa, principalmente sagome. Ogni tanto la luce della luna sembrava penetrare quella coltre scura dandole una migliore visuale.
Qualcosa le sfrecció accanto rapidamente smuovendo l'acqua attorno a lei. Provó a nuotare per tornare in superficie ma qualcosa la bloccava. Guardó giù:aveva qualcosa attorcigliato attorno alla caviglia, stretto con forza. Provó a strattonare, ma non funzionó. Riprovó ancora ma lo sforzo la fece rimanere quasi senz'aria. Non poteva trattenere il fiato ancora a lungo.  Sopra di sé vedeva la canoa traballare e sotto di essa qualcosa che le tolse il fiato, terrorizzandola.

Un gran via vai di creature scure che sfrecciavano sotto di essa, nuotando veloci. Sembravano umani, ma non lo erano. Le loro mani e i loro piedi palmati li tradivano.
Séla sentí la pressione nel petto aumentare. Non ce la faceva piú.
Sentí  i suoi amici gridare, e vide uno dei Peftos ricadere in acqua, circondato dal sangue che si sparse come colore nell'acqua.
Lentamente inizió a sentire la testa pesante, annebbiata.
Stava perdendo conoscenza e a breve avrebbe tentato di aprire la bocca per prendere aria. Inutilmente.

Ebbe un piccolo spasmo, il corpo si mosse contro la sua volontá. Un Peftos le comparve davanti, all'improvviso. Lo guardó osservarla alcuni secondi: i capelli biondi, gli occhi blu, le branchie ben definite.
La stava osservando morire forse?
Séla continuó a fissarlo. Che piacere ci poteva essere nel guardare un'altra creatura morire?
Séla ebbe un altro spasmo. Stava per cedere.

Lentamente la tensione nel corpo svaní, e si lasció andare. Il sacchetto con le rune le uscí dal vestito e galleggió nell'acqua; nemmeno si era resa conto di averlo tenuto stretto a sè fino a quel momento.
Era cosí importante per lei da cercarlo automaticamente senza rendersene conto.

Il sacchetto brilló, emanando luce attorno a loro. Il Peftos lo prese tra le mani studiandone la luce. La guardó di scatto.
Le nuotó vicino e le posó una mano palmata sul viso.
Si avvicinó.
E cogliendola di sorpresa la bació.

Sopra di lei sentí qualcosa di pesante cadere e smuovere l'acqua, creando un'onda che giunse fino a loro.
Séla spalancó gli occhi sorpresa; respirava.

Il Peftos si staccó da lei, e le sorrise. Lei lo guardó scioccata; le aveva dato la sua aria. Perché?

Il Peftos si allontanó di scatto con un guizzo appena in tempo per evitare un colpo che stava per giungergli da dietro. Séla riconobbe la figura: Kover.
I Peftos peró erano troppo veloci in acqua, non potevano essere battuti. Era fin troppo evidente, anche per lei.
Lo vide tornare indietro e velocemente colpirlo con i piedi sulla schiena. Kover provó a girarsi, ma fu troppo lento rallentato dall'acqua.
Il Peftos tornó verso di lei, il sacchetto ancora alla mano.
Si abbassó e le liberó le caviglie.
Si portó dietro di lei e le mise un braccio attorno al collo. Kover nuotó verso di loro ma altri Peftos sopraggiunsero bloccandolo e portandolo via in superficie.

Lui la tenne stretta a sé e nuotó velocemente trascinandola via. Dopo poco Séla si sentí gettare fuori dall'acqua e posare su qualcosa di duro mentre il freddo le accarezzava la pelle.

Terra. Aria.

Spalancó la bocca di scatto buttando fuori acqua e inspirando con la gola roca quanto poteva.
Era viva, stava respirando.
Peró era sola, gli altri non erano assieme a lei come sperava. Il panico prese il sopravvento.
Si guardó attorno. Non era più dove si trovavano gli altri, ma in un'altra grotta. Si alzó in piedi traballante cercando di raggiungere di nuovo l'acqua; doveva tornare ad aiutarli. In qualche modo, doveva farlo.

Qualcosa peró la spinse a terra dopo averla afferrata per la caviglia. Finí a muso duro sul terreno. Il Peftos la fece voltare di scatto e si portó sopra di lei bloccandola a terra con un ginocchio. Provó debolmente a ribellarsi. Inutile, come tentare di smuovere un macigno.
Séla lo guardó. La pelle di quell'uomo fuori dall'oscuritá dell'acqua sembrava quasi diafana, senza imperfezioni. Perfetta. Troppo perfetta.
Le sorrise facendole dondolare il sacchetto di rune sopra la faccia.

-" ciao, cuore di luna"- le disse con voce melodiosa, quasi fosse una sinfonia -" adesso noi ci divertiamo"

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