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Continuava a guardare i suoi amici su quella pira, chiedendosi come uscirne. Si sentiva il cuore in gola e se la testa le diceva di fare una cosa il cuore le suggeriva un'azione completamente diversa. L'anziana le spinse ancora una volta le rune vicino.

-"leggi"

-"non credo di saperlo fare"

-"i cuori di luna sanno. Ora basta scuse, leggi"

Uno dei Peftos le parló nella sua lingua anche se in modo scorretto, ma il messaggio era chiaro. Con mano tremante prese il sacchetto contenente le sue rune. Da una parte era felice perché finalmente le aveva di nuovo con sé, dall'altra temeva ció che stava per fare.
Con forza la spinsero dentro una delle loro abitazioni, dove una forte puzza di pesce le invase subito le narici. Appesi alle pareti vedeva pendere quegli animali essiccati, mentre altri freschi erano riposti su un pezzo di stoffa, ancora da pulire.

La spinsero con forza a sedere a terra e Séla quasi inciampó nel suo vestito oramai logoro, tenendo spaventata le rune strette al petto.
La donna entró con calma nell'abitazione per sedersi aiutata da un giovane davanti a lei. Le porse una ciotola in pietra lí vicino e gliela mise davanti sbattendola con forza quando Séla si rifiutó di prenderla.

-"Quando l'aquila arriverá si abbatterá sul nemico strappandogli gli occhi, mangiandone la carne sfamerá i suoi figli e salverá il nido. Volerá sulle acque sacre attorno alla terra verde e chiamerá a sé le creature sacre, le quali si ribelleranno al dominio del fuoco. Solo l'unione sacra tra terra e mare porterà equilibrio, e solo allora l'aquila potrá volare per i suoi cieli libera"

Séla la guardó confusa, non capendo di cosa stesse parlando.

-" non capisco..."

-"non devi capire, sono le nostre leggende, la nostra cultura. Non ti appartengono. Io voglio sapere solo quando é che l'aquila spiccherá il volo"

Séla continuava a non capire, estremamente confusa da tutte quelle frasi sconnesse e apparentemente senza un significato. Le sembrava quasi una storia per bambini. Davvero voleva che disturbasse gli Déi e la Luna per una leggenda?

-"chiedi agli Déi: quando spiccherá il volo l'aquila? Cosa vedranno i suoi occhi"

La donna la guardó con insistenza; Séla non aveva altra scelta.
Con mano tremante ed incerta aprí il sacchetto di rune ed infiló la mano, pensando alle domande che la donna aveva chiesto di porre.
Quando muovendo le dita all'interno percepí di nuovo quella sensazione familiare di calore e vibrazioni che le invase la mano, afferró la runa e la lasció cadere nella ciotola.
Il tintinnio della runa blu parve avvolgere tutto attorno a lei. Quando si fermó, la lesse.

-" ZIAN, il Messaggero. La V del destino, il viaggio. Ma é al contrario: pericolo"

Nuovamente sollevó una runa e la lasció cadere.

-"TIES, Colei che sostiene il Mondo. La freccia che indica verso il basso, indicando la dualitá delle cose, ció che é sopra é come sotto, ma é anch'essa al contrario. É impossibile prevedere l'esito della domanda, si deve esser cauti. Vi sono due punti di vista, qui, pronti a scontrarsi. "

Un leggero vibrare della pelle, il freddo nelle ossa. Deglutí sentendo una strana sensazione di agitazione in petto.

Sollevó l'ultima runa, con un groppo in gola.

-"GARRE, il Dio protettore delle armi. La spada nella sua posizione verso l'alto: guerra, distruzione ... chaos. "

La vista improvvisamente le si offuscó, e vide i contorni della ciotola con le rune diventare sempre più sfuocati. Strizzó gli occhi, sbattendoli più volte.

-"in conclusione"- si sentiva cosí stranamente vuota -" .. significa..."

Si sentí mancare il fiato.. e tutto svaní.

Era in cielo, l'aria che le sferzava il viso gelata in contrasto con ció che percepiva sotto di lei. Guardó giù, urlando di paura trovandosi a quella altezza. Al posto della sua voce un verso echeggió acuto nell'aria. Le sue piume si arruffarono sulle ali contro vento. Scese in picchiata. Era lei stessa l'aquila della premonizione. Sotto di lei fiamme alte che ricoprivano i campi e le foreste. Grida disperate di terrore e odore nauseabondo di morte. La gola le si seccó mentre sotto di lei i corpi si ammassavano, in una pozza di sangue e carne, e osservava affamata gli occhi riversi dei cadaveri ricoperti di fuliggine.

Gridó con tutta l'aria che aveva in corpo, scattando indietro. Le rune le caddero a terra, rovesciandosi, e con i piedi colpí la ciotola per allontanarla da sé. Dei Peftos provarono a tenerla ferma, ma lei vedeva ancora le fiamme. Vedeva ancora i morti.

Non voleva esser toccata. Non voleva. Sentiva ancora il fuoco vicino a sé.
L'anziana si alzó in piedi e si avvicinó ad una Séla tremante e terrorizzata, rannicchiata su sé stessa. Ancora in trance, ancora laggiù, ovunque fosse quel posto.

-"cuore di luna, cosa vedi?"

Le lacrime solcarono il viso di Séla mentre guardava ad occhi sgranati la donna.

-".. fuoco.. tanto fuoco. Morte ovunque. "

-"l'aquila cuore di luna, cosa faceva l'aquila. Ricorda"

Non aveva bisogno di ricordare niente, era ancora lí, vivido davanti a sé.

-" ... volava sopra i cadaveri...in cerca di cibo."

-" descrivi il posto"

No, doveva uscire da lí lo sapeva, o sarebbe rimasta intrappolata in quella visione. Come l'ultima volta.
Scosse la testa stringendo le ginocchia al petto.

-" Il posto!" - la scosse con forza

-"campi... campi e foreste una volta rigogliosi. Ora in fiamme"

Cominció a sentire la testa pesante. Si sentiva assonnata. Improvvisamente la donna la schiaffeggió con forza riportandola al presente.

-"non restare nelle tue visioni, cuore di luna. Il tuo dono é utile"

Si alzó per andarsene.

-"aspettate! "- gridó lei quasi strisciando sul pavimento di quel posto -" i miei amici! Ho fatto quello che avete chiesto!"

I Peftos la guardarono scrutandola per poi rivolgere lo sguardo verso la loro anziana.

-" é vero. Liberate gli uomini dello Yutag"

Séla tremó dalla testa ai piedi terrorizzata.

-" la donna! Liberate anche la donna!"

Si alzó per correrle incontro ma i Peftos la bloccarono portandola fuori. Séla cercava di ribellarsi ma la sua forza sembrava inesistente paragonata alla loro.

-"non avevate posto condizioni! Dovete liberarla!"

La donna le prese il viso con forza tra le mani, digrignando i denti.

-" lasceró liberi i Vakti, ma la Nidua no. Nessun nemico lascerà mai le terre dei Peftos sulle sue gambe"

-"no! No!! Avete mentito!"

I Peftos la trascinarono via e nulla poterono le sue grida e i suoi calci, mentre vedeva le gabbie dei ragazzi calare in acqua e Kela rimanere in aria imprigionata.
Qualcosa riverberó nel petto di Séla, qualcosa che non credeva avrebbe mai provato.
Non con quella forza.
Rabbia.

-" PEFTOS!"- gridó a gran voce obbligando l'anziana e gli altri della tribù a voltarsi -" se questo é il vostro modo di vivere, con menzogne e bugie, allora sappiate che non siete meglio di qualunque nemico voi crediate di avere. E fidatevi quando vi dico che se non cambierete modo di pensare, sará la stessa aquila che venerate a cavarvi gli occhi e a banchettare con i vostri cadaveri. Le Rune sono state chiare, dipende dalla prospettiva"

Le due guardie la tennero con forza per poi trascinarla via furiosi per quelle frasi cariche di minaccia.

Séla non sapeva da dove le venisse quella convinzione nelle sue parole, ma per qualche assurdo motivo, era convinta che ció che aveva appena detto fosse vero.

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