꧁☬ 4. 8☬꧂- Insieme

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Il sole sorse silenzioso, scaldando lentamente ma poco a fondo l'aria e il terreno circostante. Era un calore scarso, tiepido, ed il sole di un colore giallo malato. Cosí Sèla lo avrebbe descritto mentre sellava il cavallo che Kover le aveva procurato. Come promesso, si era svegliata con poggiato il suo sacchetto prezioso con le rune vicino a lei. Da Kela aveva scoperto che lo aveva avuto fino a quel momento uno dei Tidiani, lo stesso che era riuscito a ferire Kover in combattimento. Delle ferite sul suo corpo però non vi era traccia; forse si trattava di una cosa, beh, da mutaforma?
Tutti si stavano preparando in silenzio per seguire Rupe e i suoi uomini. Nessuno stemma era stato alzato per dimostrare che erano una guardia reale, seguendo il saggio consiglio di Dahlia. Non si doveva dimenticare che non erano i benvenuti in terra straniera, cosí aveva detto lei, seria, quella mattina riuscendo a convincere tutti con facilitá.

-"Pensierosa?"
Irden le comparve accanto osservando come aveva sellato il cavallo, stringendo occasionalmente di più le cinghie.
-"Si."- si guardó attorno abbassando la voce-" Sto pensando a come faremo a convincere un intero territorio a stare dalla nostra parte. Come puó mio fratello riuscire a convincerli?!"
-"Non lo so. Ma se guidati dalla carovana dei Purj dovremmo avere facile accesso"
Questa fu la risposta, semplice e diretta, ma Sèla non potè non notare il suo sguardo serio il quale si era leggermente incupito. Non sapeva dire le bugie, ma preferí non farglielo notare. Forse faceva bene a tutti credere nell'impossibile, anche quella volta. Ancora una volta.

Silenziosa, si decise a spostare il suo cavallo, decidendo di non porre domande e di fidarsi del fratello. Nel momento in cui passó nello spiazzo quasi vuoto per dirigersi verso il punto di ritrovo, da una tenda, incatenati, vide uscire i Tidiani. Venivamo scortati da vari soldati, che li strattonavano per farli camminare. Il loro Re la notó, e le fece un occhiolino e le lanció un bacio in aria, al quale lei rispose con uno sguardo duro. Come poteva essere cosí irritante anche se incatenato?! Dietro di lui l'uomo che Kover aveva ferito camminava a sguardo chino, la piuma sul cappello ancora sporca di sangue e fasciato sul petto. Alcune macchie di sangue fresco macchiavano la stoffa.Lo scontro doveva essere stato cruento, e questo le provocò dei brividi freddi solo al pensiero.
Quanto doveva essere forte quel Tidiano per aver resistito a un mutaforma? E quanto lo era Kover per aver provocato quelle ferite?!
Gli altri prigionieri la ignorarono semplicemente, tutti ad eccezione di uno. Il ragazzo.
Come la vide rimase sorpreso alcuni secondi, sul suo viso poi comparvero sollievo e un sorriso amichevole prima di sparire con gli altri. Su quel ragazzo Kover non sapeva nulla, e nemmeno lei. Ogni qual volta lo vedeva non capiva perchè tanta gentilezza in mani cosí mortali.

Si voltò per andarsene, quando con la coda dell'occhio intravide il sole. Ma non un sole qualsiasi; una chioma bionda tenuta in una treccia stretta.
Riconobbe quei capelli, riconobbe l'andatura regale e la spada incastonata di pietre. Si bloccó. La guardava come un'apparizione miracolosa.
Non aveva parole da gridare, nè la sua mente sapeva cosa poter dire.
La donna stava accompagnando un suo soldato a un cavallo, e sentendo lo sguardo su di lei si giró confusa.

Lo stesso sguardo cristallino che Sèla vedeva,riconobbe gli occhi scuri dell'altra donna a distanza, i disegni sulla sua pelle e la chioma lunga e mossa. I pochi soldati che entravano nella loro visione sembravano diventare ombre, focalizzate come erano l'una sull'altra. Fu come riempire improvvisamente una fontana che aveva visto siccitá con l'acqua di un temporale.
Lentamente si avvicinarono, per poi sentire l'adrenalina bruciar nei loro petti e si misero a correre.
Quando i loro corpi si scontrarono le braccia si strinsero sulla schiena dell'altra, stringendo con forza e incredulitá. Gli occhi che bruciavano, le mani che le accarezzavano i capelli.
La più piccola, strinse Tirahn come se volesse tenerla a sè senza farla piú scappare, e la grande piangeva silenziosa nella spalla di Sèla.
La allontanò da sè per guardarla in viso.
-"Sei... stai..."
Séla annuí; stava bene ora.
Tirahn la tiró di nuovo a sé. Avrebbe voluto dirle cosí tante cose, ma tutte le frasi pensate in quegli anni di assenza, parvero scomparire spinte via dal vento e dal gelido tempo.

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KOVER POV

Interromperle in quel momento sarebbe stato crudele. Non richiesto.
Era il momento più bello e piú triste allo stesso tempo, al quale assisteva da lontano, rispettosamente. Tanti anni di silenzio e di incomprensioni non potevano scomparire solo con un abbraccio, ma almeno era un inizio; un inizio che lasciava ben sperare.
-"La guardi come se volessi legartela al braccio"
La voce dietro di lui era quella del generale, Dai se ricordava bene il nome.
-"Non oserei mai"
-"Ma renderebbe le cose piú facili"
-"Del tipo?"
Tenne lo sguardo su Sèla, non perdendola mai di vista.
-"Del tipo non doversi preoccupare che scompaia di nuovo di punto in bianco"- rise piano, col cavallo accanto che sbuffava aria gelida nell'aria.
-"Non è una bambina"- rispose Kover
-"Suo fratello non la vede cosí"- lo avvertí il generale.
Kover gli lanciò un'occhiata piena di scherno.
-"Beh, lui non la conosce come la conosco io"
Lo sguardo di Dai si rilassó, divertito.
Gli lanció una spada da legare in vita, che Kover afferró prontamente.
-"Ti credo, mutaforma... ma un consiglio, non dirlo davanti a suo fratello se vuoi evitare di finire sul menù della cena."
Si allontanó ridendo, sussurrando varie volte che non aveva mai mangiato carne di lupo.
Kover capí l'antifona, e decise di tenere per sè i suoi pensieri su Séla... almeno quando c'era il fratello nei paraggi.

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