†. 24 .†

185 15 7
                                    

Le torce al centro del villaggio vennero unite per formare un cerchio abbastanza grande da far entrare in esso i capi tribú. Nessuno, oltre loro, aveva il permesso di oltrepassarle. L'anziana dei Peftos si portó da sola al centro di quell' arena improvvisata, voltandosi piano, facendo suoi i volti di coloro che dipendevano dalla sua decisione. I suoi occhi si fermarono su Séla, prima di levare la voce al cielo.

-" oggi, il nemico entra nelle nostre terre su nostro invito. Oggi, scopriremo il nostro futuro. Che gli déi ci assistano"

Un ruggito proruppe nell'aria, spaventando Séla.

-" tra poco, scopriremo cosa accadrá, cuore di luna. Sei pronta ad accettare le conseguenze delle tue scelte?"

Le chiese la donna, ma in realtá non voleva una risposta.
Il sole in cielo sembrava voler levare la possibilità di respirare ai presenti; nessuno osava parlare.
Dei tamburi si udirono in lontananza, ritmici, che man mano divennero sempre più insistenti. Piú forti, vicini.Tanto da sentirli quasi nel petto.
Dal fitto della foresta attorno al lago comparvero finalmente i Luant.
Un uomo dalla pelle macchiata di nero sulle braccia e sulle gambe si fece avanti, seguito dietro di sé da altri; attorno al collo, la criniera di un animale dalla quale uscivano delle punte acuminate. Sembravano quasi ossa, solo che non lo erano.
Quale animale poteva nascondere un'arma simile sotto la soffice pelliccia?
Séla deglutí.
Con la coda dell'occhio vide in lontananza Kover e Irden farsi avanti, liberi. Il suo cuore si riempí di speranza nel vederli slegati, ma fu solo momentanea.
Con un passo lento, calcolato, la tribù dei Luant si fece avanti, girando attorno al lago.
Quando si avvicinarono Séla poté osservarli bene. Occhi color sabbia, gambe lunghe ma muscolose, ed ognuno di loro aveva quegli strani segni neri addosso. Ricordavano le pitture sulle caverne che il padre le aveva mostrato una volta, di ritorno da uno dei suoi viaggi; lo stesso nero intenso.
I tamburi continuarono a suonare, segno che da qualche parte, nella foresta, altri Luant restavano nascosti.
L'anziana Peftos fece due passi indietro, ai quali corrisposero due passi avanti di colui che doveva essere capo dei Luant, l'uomo dalla criniera al collo. In silenzio, vestito solo di quella che poteva assomigliare a una tunica riccamente decorata di pietre e dalle calzature strette, entró nel cerchio di torce.

-" capo Luant"- lo salutó con voce piatta l'anziana

-"... capo Peftos"

La sua voce roca e profonda parve qusi gutturale alle orecchie di Séla, che si ritrovó a paragonarlo ad un animale. Un animale selvaggio, indomabile. Un carnivoro. Tutto di lui gridava caccia, forza e astuzia. Sembrava non avere più di trent'anni, al confronto con l'anziana sembrava un gigante pronto a schiacciarla. Séla tremó, osservando la scena. Solo quei due, fermi immobili, a studiarsi, caricavano l'aria di un'atmosfera di pericolo.
Cosí, era quella la vera sensazione che si provava, la trepidante attesa di qualcosa.
E quel qualcosa, Séla temeva, sarebbe stato un attacco.
Disperata volse lo sguardo verso Kover, al di lá della folla, che notó la osservó velocemente a sua volta, scuotendo silenziosamente la testa.
Le stava dicendo di non fare nulla, di stare ferma immobile. Non doveva intervenire.

-" perché siamo qui?"- chiese il capo Luant

-" ... ho deciso di considerare la vostra offerta"

Si mosse lento, quasi stesse controllandosi, guardando a giro le facce della tribù Peftos rivale.

-" devi essere disperata per accettare dopo cosí tanto tempo..."

I suoi occhi si posarono su Séla. Se gli sguardi potevano bruciare le persone, lei era sicura che fosse quello il modo di farlo.

-"... oppure é una trappola! Cosa ci fa lei qui?!"- chiese indicando furioso Séla

-" é nostra...ospite"

I FIGLI DEL SOLE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora