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Yutag

Séla si sciolse con cura  le trecce che le avevano fatto qualche giorno prima le donne della tribù, lasciando cadere i suoi lunghi capelli dai riflessi blu lungo la schiena. Silenziosa, si sedette vicino ad uno dei fiumi, cosi ricchi e limpidi, che scorrevano attorno ai villaggi. Raccolse con le mani dell'acqua dopo aver spostato i capelli su una spalla, e se la versó dietro il collo, trovando sollievo. Si guardò attorno, ma nessuno era nei dintorni. Si levò le scarpe ed entró piano nell'acqua.
Il fiume scorreva tranquillo e l'acqua gelida la fece rabbrividire. Continuó a camminare fino a che l'orlo del suo vestito quasi non sfioró l'acqua; li si fermó.
Si chinó, ed immerse le braccia, trovando nuovamente sollievo.
In quei giorni era stata molto al sole. Aveva aiutato Kela a riprendere a camminare facendole da bastone su cui poggiarsi ed ora la Nidua finalmente riusciva a stare in piedi da sola ed era tornata ad essere autosufficiente. Aveva aiutato le donne del villaggio più prossimo a raccogliere erbe e cibo, le aveva aiutate a pulire il pesce, cosa mai fatta prima e loro le avevano insegnato come accendere un fuoco. Da quando aveva cominciato a vivere lí cercava di rendersi utile quanto poteva. Le lunghe ore passate al sole peró avevano lasciato il segno sulla sua pelle, e le scottature bruciavano.
Solo l'acqua quel giorno parve darle un pó di pace.
Se ne stava sola, tranquilla, a godersi quel momento, e solo per un secondo chiuse gli occhi, udendo solo il suo respiro regolare. Una sensazione calda alla gamba in quel momento la fece guardare verso il basso: il suo sacchetto di rune brillava.

Si avvicinó con cautela ad un masso abbastanza grande in mezzo al fiume montandoci sopra. Aprí il sacchetto e prese un respiro profondo prima di inserire la mano al suo interno. La solita sensazione, simile a calore e formicolio le salí lungo le dita quando sfioró la runa che la chiamava a gran voce.
La sollevó, posandola sulla roccia.

-"Ties, colei che sostiene il Mondo, la freccia verso l'alto. É al contrario: imprevidibilitá, essere cauti"
 
Ne studió i dettagli prima di prendere un'altra runa.
-"Min il filosofo, le linee rette parallele verticali. Anche qui al contrario, é in orizzontale: allontanamento."

La sensazione di perdersi cominció a farsi forte, ma un'altra runa la chiamava.
-"Rea,la dea dell'amore, il fiore. L'amore che sboccia, desiderio"

Prese un profondo respiro, e chiuse gli occhi.

Camminava circondata da un'infinita verdeggiante erba alta,  persa in quella che sembrava una foresta a lei sconosciuta. Attorno a lei, alti alberi, offuscati da una leggerissima nebbia, perforata dolcemente solo dalla luce flebile del sole che entrava dall'alto, dalle fronde degli alberi. Sentiva attorno a lei il fruscio delle foglie mosse dal vento, e lo svolazzare di molti uccelli.
Continuó a camminare in quello spazio, con una strana sensazione addosso: quella di non farsi scoprire. Silenziosa continuava il suo viaggio in quella foresta.
Vicino a lei, le piante sembravano muoversi da sole e quasi le parve di vederle assumere tratti umani solo per alcuni secondi, prima di scomparire di nuovo.
Le sue mani sfiorarono l'erba attorno a sé, fino a quando non vide una capanna, piccola, modesta, di fronte a sé.
Sapeva che doveva entrare, per qualche motivo, ma attendeva fuori, il fiato corto. Una pianta accanto a lei di nuovo mutó forma e con una foglia, che parve assumere le forme di una mano, le venne indicato di entrare. Deglutí e seguí il consiglio.
Piano, spinse la porta cigolante, ed entró. L'interno sembrava spoglio, e polveroso, come se da molto nessuno oramai vivesse lí. La porta si chiuse dietro di sé.
Si voltó di scatto, ma non era spaventata.
Di fronte a sé, l'ombra di un uomo. Provó a spostarsi, ma il suo volto restava nell'ombra, irriconoscibile. Era alto di statura, muscoloso.
Provó a parlare, ma niente uscí dalle sue labbra.
L'uomo davanti a lei le si avvicinó e le posó le dita sulle labbra, sfiorandole, prima di baciarla con trasporto. Séla si stupí di quel gesto e nella sua testa si sarebbe voluta spostare, ma il suo corpo reagí diversamente. I loro corpi si avvivinarono e lui la prese in collo, portandola al piano di sopra, dove la adagió sul letto.
La continuó a baciare, sollevandole le vesti.
Poi si fermó.
La guardó negli occhi, ed essi mutarono di fronte a lei. Le tappó la bocca con la mano, e le si avvicinó con quegli occhi animaleschi.
Piano la paura si impossessó di lei, mentre le sue labbra si avvicinarono al suo orecchio.

-" scappa, scappa prima che io ti faccia mia. Scappa più lontano che puoi, prima che sia impossibile tornare indietro"

L'uomo le levó la mano dalla bocca.
-" chi sei?"- chiese con voce tremante
Lui la guardó -" lo sai bene, chi sono io. Ho temuto e atteso cosí tanto il tuo arrivo!"
La luce del sole entró nella stanza e le mostró i suoi occhi mutati.
Lui la vide mentre lo osservava, e nell'ombra il suo corpó si ruppe, mutó forma, e ció che vide la terrorizzó.

-" Séla! Séla!!"
Kela la scuoteva con forza, per riportarla alla realtá, nella quale venne catapultata con forza. Ancora terrorizzata.
-" Kela... co- cosa"
-" stavi gridando terrorizzata!"
La Nidua guardó le rune e poi l'amica.
-" cosa hai visto?!"

Séla afferró le rune con foga e le nascose  nel sacchetto. In quel momento Irden e Kover seguiti da alcuni Luant arrivarono trafelati sul posto, fermandosi sulla riva quando Kela gli fece cenno con la mano di fermarsi.
-" niente, non ho visto niente"
-" Séla-"
-"Kela ti prego!" - la imploró -" non ne voglio parlare...non...non..."
-" va bene, ma respira, stai tranquilla. Stai tremando dalla testa ai piedi"
La abbracció.

Ció che aveva visto man mano diventava sempre più distante. Che posto era quello? Perché le rune le mostravano quello?! Chi aveva visto? E perché sembravano essere cosí intimi?
Si lasció abbracciare da Kela, troppo scossa per pensare.
Occhi, occhi che mutavano, ed ossa che si rompevano.
Un mutaforma, ecco chi aveva visto. Ma tanti mutaforma esistevano nel suo mondo, e lei non ne conosceva nessuno.
Chi mai poteva esserle cosí vicino da condividere con lei un momento del genere?
Chi.
E se quello era il suo futuro... cosa l'aspettava dopo la mutazione dell'uomo, non le era stato mostrato.

La sua mente vorticava, e il suo cuore batteva, batteva all'impazzata.
Si, forse per la paura, il terrore di ció che aveva visto.
Le carezze dell'uomo e i suoi baci le tornarono alla mente, vividi come se davvero li avesse ricevuti.
Forse, il suo cuore batteva anche per la curiositá... e per l'emozione.

Qualcuno, lá fuori, per qualche motivo, la stava aspettando.





Buonasera a tutti quanti!
Come state? Spero tutti bene! Allora allora, finalmente Séla ha una visione imprevista sul suo futuro! Chi sará l'uomo che ha visto? E perchè sembra cosí intento a volerla per sé ed al tempo stesso desideroso di allontanarla?!
Qualche idea?

A presto, baci
Belle

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