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KOVER POV

Nel silenzio quasi sepolcrale di quei cunicoli pareva quasi di restare senza fiato. Solo la coscienza che un fiume sotterraneo prima o poi dovesse sfociare da qualche parte lo tranquillizzava. Dopo tutto lui era una creatura di terra, della superficie, e restare troppo a lungo sotto di essa lo metteva a disagio, tipico della sua razza.
Più tempo passavano lí più non vedeva l'ora di andarsene, ma in quel momento anche solo tentare di superare le acque dei Peftos gli parve un'impresa titanica.
Il fatto che si trovassero nelle sue terre, lo Yutag, forse lo faceva sentire più tranquillo, ed era sicuro che lo stesso valesse per Irden, che restava silenzioso in disparte a remare.
Era il richiamo della terra, quelli come loro, delle loro razze, non potevano resistervi.
Dentro di sé avvertí un leggero brontolio, come il sommesso ringhiare gutturale di una creatura che avverte la vicinanza sempre minore dalla sua preda.
Represse quell'istinto, guardandosi attorno scrupolosamente. Dovevano restare all'erta.

Davanti a sé osservó la ragazza dormire. Solo dopo molte ore in quel posto avevano convinto sia lei che la Nidua a riposare,troppo agitate entrambe per in realtá farlo consapevolmente.
Se ne stava lí, la Principessa, rannicchiata su sé stessa tentando di proteggersi dal freddo che le penetrava nelle ossa. Nata e cresciuta nelle vicinanze del deserto, quegli sbalzi di temperatura dovevano essere per lei familiari, ma un conto era essere in un bel palazzo circondata da calde e costose morbide coperte quando calava la notte, un conto era dormire in quelle condizioni. Sospiró, passandosi una mano tra i capelli ora troppo lunghi e spontaneamente si portó la mano alla mascella, ora leggermente ispida e barbuta, massaggiandosela.

La missione era stata un semi-successo. Aveva ció che era venuto a cercare: informazioni. La nuova regina non sembrava curarsi del popolo almeno per il momento. Il colpo di stato era avvenuto, esattamente come il suo improbabile informatore gli aveva assicurato che sarebbe successo.
Come fosse giunto a quella informazione non gli interessava, l'importante era stato averlo saputo per tempo.
Quello che accadeva nelle terre oltre le sue montagne non gli interessava, aveva i suoi problemi da gestire nello Yutag, ma se la nuova regina fosse stata una minaccia avrebbe dovuto occuparsene.
Séla si mosse nel sonno, e Kover temporaneamente interruppe i suoi pensieri.

La nuova regina, ovvero la sorella della ragazza che aveva di fronte. Come potevano due sorelle essere cosí differenti? Una fredda a tal punto da uccidere il padre, troppo ben consapevole delle sue abilitá, l'altra che gli pareva una piccola cerbiatta impaurita, o perché no, un gattino spelacchiato che soffiava per sembrare più grosso e poi scappare alla prima buona occasione. Senza contare che da quando la sorella era salita al trono il fratello, unico erede al trono, era sparito dalla scena politica... almeno ufficialmente.

La vide nuovamente tremare, cosí decise di levarsi la maglia logora e posarla su di lei. Magari non sarebbe servito a molto, ma meglio di niente. Si rimise seduto, remando silenziosamente. Dietro di sé Irden trattenne una risata.

-"mai avrei pensato di vedere questo giorno"

-" di che parli?"

-" tu che fai una buona azione senza volerci guadagnare niente. Quasi mi commuovo"

-" non vedo l'ora di uscire da queste acque, cosí da poterti rimandare a calci nelle caverne in cui tu e la tua gente vivete."

-" e tu tornatene alle tue foreste con i Pinti e i Nini, visto che a quelli come te piacciono tanto"

Kover emise un cupo verso gutturale di avvertimento, alzando gli occhi al cielo.

-"l'unica cosa positiva dei Pinti é la loro ottima salsa floreale. Deliziosa..."- continuó Irden, spingendo Kover ad abbassare la testa sconfitto. Non riusciva a farlo stare zitto, inutile come tentare di distruggere un masso a testate -"...aaaah cosa darei per un bel pezzo di carne, calda succosa ed un pó di quella salsa floreale dolce amara"

Kela alzó la testa dandogli un calcio sugli stinchi.

-" smettila, mi fai venire fame"

-" ammettilo Nidua le leccornie dello Yutag nel deserto ve le sognate"

-" grazie, è un deserto il Soteb. UN DESERTO" - lo corresse esasperata.

-" se non taci ti faccio sognare io, a son di calci"-  gli disse infine Kover.

Grugnendo il Vakto si chiuse nel suo silenzio, ma per niente contento, mentre Kela dopo poco si riaddormentó.
Doveva essere distrutta.
In tutto quel parlare peró Séla non si era ancora svegliata, e non sarebbe stato lui di certo ad interrompere il suo riposo.

Per qualche assurdo motivo ci teneva; doveva riposarsi. Giá ma per cosa? Dove sarebbe andata una volta superate le montagne?!.
Dietro di sé aveva un regno nel quale non poteva tornare, e davanti a sé un altro territorio sconosciuto, che ancora non era chiaro se l'avrebbe considerata un'amica o una nemica.
Di certo non poteva scegliere per lei. Ogni essere vivente doveva scegliere da solo la propria strada, nel bene o nel male. Nonostante ció temeva davvero la presenza tangibile di un futuro nel quale non sapeva dove si trovasse; lo metteva a disagio.
Forse semplicemente il suo desiderio di protezione lo doveva al fatto di vederla cosí indifesa, forse perchè rispetto a lui era cosí minuta che volendo avrebbe potuto sollevarla solo con un braccio, forse perchè ancora gli sembrava un mistero tutto da scoprire, cosí ambigua.

Ambigua eppure chiara come una pozza cristallina. Debole, perchè fisicamente lo era, eppure cosí coraggiosa nell'animo. Era un insieme di tendenze contrastanti che a loro volta si riflettevano su di lui. Attratto da quella sua complessitá, eppure distante. Confuso dalle sue azioni, peró spesso comprendeva l'intento che vi stava dietro. Incuriosito dai suoi poteri, preoccupato dall'idea che li usasse senza che nessuno le avesse insegnato niente.
Séla era e rimaneva una grande incognita alla quale anche la sua antica intelligenza non sembrava riuscire a trovare una risposta.
Ma forse, una risposta, davvero non la cercava. Forse andava bene cosí. Non doveva legarsi troppo a lei, né a nessun altro.

In lontananza vide finalmente un' apertura che dava su un altro lago, stavolta pienamente illuminato dalla luce della luna, la quale si rifletteva pienamente sulla superficie. Segno che erano finalmente vicini all'uscita. Ancora poco e sarebbero stati ufficialmente fuori da quelle acque.
Un forte scossone mosse la canoa, spingendo Kela e Séla a svegliarsi di soprassalto.

-" aaah maledetti pesci"- esclamó Irden

La Nidua guardó preoccupata la superficie scura dell'acqua, dove la notte non lasciava intravedere niente.
Kover afferró con forza il remo e guardó Séla alzarsi piano in piedi per andare da Kela.
Uno stridio alto si levó in aria, quasi assordendo i presenti. Kover chiuse istintivamente gli occhi  a causa del fastidio mentre Kela e Irden si coprirono le orecchie.
Kela sgranó gli occhi preoccupata guardando Kover.

-" cosa é stato?"- chiese col cuore in gola Séla.

La barca venne nuovamente scossa da un'altra onda improvvisa e Séla barcollo.

-"attenta!" - le gridó Kela

Il rumore di qualcosa che usciva di scatto fuori dall'acqua la fece voltare e Kover riconoscendolo scattó in avanti, tentando di afferrarla in tempo.
Ma Séla venne scaraventata fuori dalla canoa e gettata di scatto sott'acqua, spinta con forza.
La Nidua sibiló, non potendo entrare in acqua.

Kover guardó preoccupato la superficie liquida densa e nera, e si alzó in piedi per buttarsi in acqua quando Séla riemerse di scatto prendendo aria. Si sporse in avanti dandole la mano.
Séla si spostó a fatica in acqua; Kover intuí che non doveva essere un'abile nuotatrice.

-" aiutala!"- gli disse Irden guardando preoccupato attorno alla canoa.

Si sporse di più e Séla allungó affaticata la mano verso di lui.
Quando peró Kover l'afferró, un'altra mano sbucó fuori dall'acqua posandosi con prepotenza sulla spalla di Séla tentando di portarla con sé.
Una mano palmata.

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