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La loro corsa sfrenata duró quasi pochi minuti, ma nella mente di Séla parvero ben di più a causa della tensione. Ogni tanto si affacciava con lo sguardo e vedeva ancora le guardie del Vjzir inseguirli seppur lontani.
Sotto di loro le rocce sostituirono il deserto e Irden e Kover fermarono i cammelli. Kela li raggiunse, montó in piedi sull'animale e saltó su una roccia lí vicino agilmente.

-"si stanno avvicinando!"
Li avvisò.

-"Irden, caccia i cammelli!"- ordinó Kover

Prese di peso Séla e la fece scendere ed il Vakto dette un colpo agli animali facendoli scappare in un'altra direzione.Tutti e quattro cominciarono a correre verso la montagna.

-" non ci allontaneremo mai da loro se proseguiamo a piedi!"

Gridò preoccupata Séla.

-" i cammelli li depisteranno tranquilla"- le spiegó Irden aiutandola a salire sulle rocce appuntite.

-" ...non per molto"-lo corresse la Nidua

-"dobbiamo giungere dentro la montagna per restare tranquilli"- ammise Kover col fiatone guardandosi attorno; quel posto sembrava tutto uguale,ma sapeva che in realtá non era cosí.

-"ci penso io"

Irden si fece avanti sulle rocce salendo più in alto. Si guardó attorno e poi si gettó a terra di colpo, posando l'orecchio al suolo. Séla lo raggiunse guardandolo confusa. Guardo Kéla, limitandosi a fare spallucce. La Nidua le fece cenno col dito di restare in silenzio.

-"Di lá!!"- urló il Vakto, mettendosi a correre in una direzione.

Séla guardó ancor più confusa Kela, ma seguí gli altri senza fiatare.
Irden li condusse all'ingresso di una grotta che da fuori non lasciava travedere niente del suo interno.
Séla deglutí nervosa.

-"allora!? Andiamo!" - e detto questo Irden si gettó dentro e ben presto la sua figura sparí nell'ombra.

Kela si addentró a sua volta mentre Kover l'attendeva. Séla strinse forte il sacchetto ben nascosto delle rune e pregó in silenzio. Poi si fece coraggio ed entró.

Avanzava lentamente, tastando con i piedi. Ogni tanto Kela le prendeva la mano per condurla in quel labirinto oscuro. Per lei era impossibile riuscire a vedere perció non si capacitava di come riuscisse la Nidua a proseguire con tutta quella sicurezza.
Ogni tanto solo un leggero sibilo proveniva dalla donna, ricordando a Séla che non era guidata da uno spirito ma da una persona vera e propria.

-" ti ammiro veramente molto..."- ammise a voce alta

-"perché?"- le chiese la Nidua continuando a camminare sicura di sé

-"sei molto coraggiosa,agile..con le guardie sei stata fantastica. Anche adesso non sembra tu abbia paura di tutta questa oscuritá. Io al contrario ..."

-"ho paura anche io ad esser sincera. Ne ho avuta anche lá, anche se con le guardie mi sono difesa. Ora peró sto facendo semplicemente affidamento sulle mie abilitá. Senti?"

Séla si fermó ad ascoltare, ma solo il respiro sibilante della Nidua disturbava quell'oscuro silenzio.

-"non sento niente... solo il tuo respiro.."

-"non sto respirando. Sto usando la lingua come conduttore per studiare l'ambiente."

Séla guardó davanti a sé riuscendo solo a vedere la sagoma della ragazza.

-"ricordi? Sono per metá serpente..."

-"ah. Certo"

Per qualche assurdo motivo aveva senso, e semplicemente ricominciarono a camminare lasciando Séla sola a riflettere con i suoi pensieri.
Dietro di sé sentiva costante il passo di Kover e per qualche sconosciuto motivo si sentiva costantemente osservata. Sapeva che al buio era praticamente impossibile vederla, eppure non riuscí ad evitare che un leggero torpore alle sue guance giungesse fugace.
Quell'uomo la metteva in soggezione.
Come se non bastasse, si era affidata completamente a lui in tutto ciò che era successo pur non conoscendolo. I suoi vecchi precettori a palazzo l'avrebbero giá sgridata e punita per indecenza molto probabilmente.

Giá, il palazzo. Continuava a rivivere i momenti passati della sua vita nella sua memoria anche mentre si trovava in una situazione del genere. Non le era ben chiaro come sentirsi, se tradita, se delusa, se impaurita.
Eppure dentro di sé si attorcigliava il pensiero che non sapesse tutto, come se ancora qualcosa mancasse all'appello.
L'istinto glielo gridava a gran voce, e lei lo avrebbe ascoltato esattamente come le aveva insegnato la madre.

-"siamo arrivati"- annunció Irden serio

Uscirono finalmente, cauti, da quel tunnel oscuro giungendo ad una zona molto più luminosa lasciando Séla senza fiato.
Si osservó attorno incredula: un lago sotterraneo, stupendo.
Le sue acque erano le più cristalline che avesse mai visto, azzure come un cielo limpido e da qualche parte che peró lei non riusciva a vedere doveva entrare la luce del sole perché i riflessi dell'acqua si rispecchiavano sulla volta sopra di loro.
Sembrava di essere in un posto magico come quello dei miti e delle leggende.

Irden sparí dietro una grande roccia per risbucare poco dopo spingendo una grande canoa in acqua, i remi gettati all'interno.

-" dovremo per forza passare dal lago e risalire la corrente dei fiumi che lo formano"- disse il Vakto.

Kela sibiló agitata, guardando l'acqua calma.

-" Nidua, non abbiamo altra scelta"

-"cosa succede?"- chiese Séla non capendo il nervosismo della ragazza.

-" siamo ai confini dello Yutag, e le acque di tutto il regno sono popolate dai Peftos"- disse Kover

-"chi sono?"

Kela si fece avanti, aiutando contro voglia Irden a sistemare i remi della canoa.

-"i Peftos sono i popoli delle acque. Pescatori abili e saltatori di acque. Sembrano quasi umani, se non fosse per la membrana che gli cresce tra le dita delle mani e dei piedi e per le branchie ai lati del collo. La mia tribù é sempre stata in guerra con loro. Non saranno felici di avere una Nidua sulle loro acque"

Le spiegó la ragazza sibilando per poi salire sulla canoa seguita da Irden. Kover aiutó Séla a salire per poi spingere la canoa in acqua e saltarci dentro. Lui e Irden si misero a remare.

-"perché siete in guerra?"- chiese Séla curiosa

-"ragazzina non ti hanno insegnato niente a palazzo?!"- le chiese Irden scherzoso.

-"...non era nelle mie mansioni apprendere come governare"- ammise lei, ricordando mestamente le parole del padre.

Kela ignorò il commento del Vakto e Séla le fu grata quando cominció  a raccontare.

-" vedi Séla una volta i nostri popoli vivevano in pace e armonia, loro sull'acqua  e noi sulla terra. Loro dove c'era vita e noi dove c'era il nulla. Era una vita bilanciata, seguiva l'ordine naturale delle cose. Devi sapere che i Peftos sono in grado di respirare anche fuori dall'acqua al contrario di noi Nidui, che possiamo vivere solo in superficie. Uno dei loro capi tribú un giorno si proclamó signore delle loro e delle nostre terre dicendo che gli déi gli avevano donato quella capacitá perché era loro destino governare anche la terra. Ne nacque una battaglia feroce, ma senza nessun vincitore. Dopo molte morti, alla fine, di comune accordo ognunó tornó alle proprie terre ma da allora i rapporti tra le razze si sono incrinati."

-"una guerra stupida, se permetti"- commentó Irden remando con forza.

-" starei attento a ció che dici,Vakto. Anche le altre tribù dello Yutag si sono fatte la guerra fino a che non avete trovato una guida dopo la Grande Guerra."

-"una guida?"- chiese curiosa la Principessa. Chi poteva avere tanto ascendente da riuscire a portare la pace tra popoli cosí diversi?. Le sembrava quasi di parlare del suo sogno di bambina e del desiderio di diventare ministro.

Kela le sorrise.

-" i Servi"

Ancora quel nome. Ancora quel messaggio.

-"ora silenzio."- le interruppe Kover -" Siamo ufficialmente nelle acque dei Peftos. Che gli déi ci aiutino"

I FIGLI DEL SOLE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora