Zilem saltó al suolo atterrando con agilitá, molleggiando sulle ginocchia. I suoi compagni lo seguirono a ruota lanciandogli subito la sua lancia. I Tarür si voltarono di scatto saltando sul posto colti alla sprovvista, ma quel momento duró poco. Mostrando le zanne affilate i tre animali si acquattarono al suolo prendendo di mira i Luant, che si divisero per attaccare.
Séla restava su quell'albero tenendosi salda con le mani ai rami, deglutendo a fatica. Riusciva a sentire l'adrenalina nelle vene come se fosse lei stessa a terra a combattere.
Zilem si fece avanti spingendo la lancia verso uno dei felini che si difese spostandosi indietro senza mai distogliere lo sguardo, mostrando la dentatura affilata. Continuava a oscillare la coda spostandosi rapido a destra e a sinistra, studiando il Luant davanti a sé.
Il combattimento per gli altri era giá cominciato diventando un inaspettato insieme di polvere e sangue attaccata alla pelle di entrambi. I Tarür fendevano l'aria con i loro artigli, e spesso riuscivano ad avvicinarsi pericolosamente ai guerrieri, che si ritrovarono presto coperti di tagli superficiali e non. Ma nonostante il sangue, nonostante il dolore nessuno arretrava di un passo.-" vado ad aiutarli"- annunció Irden e senza attendere oltre saltó giù dall'albero per correre subito dai Luant, i quali gli lanciarono una delle loro lance.
-"...vado anche io"- disse Kover
-"cosa?"
Sarebbe rimasta sola lí. Era troppo pericoloso per lui, per Irden, per tutti. Era rischioso. Quegli animali erano troppo imprevedibili. Senza rendersene veramente conto, Séla si aggrappó con forza alla maglia di Kover senza realizzare consciamente quanto le sue mani stessero tremando.-"non andare!"- lo imploró. Doveva esserci un altro modo.
Kover la guardó alcuni secondi,e silenziosamente le prese le mani staccandole dalla sua maglia.
-"non posso lasciarli combattere da soli. Hanno bisogno di aiuto"
Le posó con un silenzioso sorriso una mano sulla testa, rassicurandola.
-" Non muoverti da qui. Torneró a prenderti. É una promessa"
E saltó giù dall'albero.
Séla non poté far altro che restare ferma immobile, paralizzata dalla sua stessa inaspettata paura verso quegli animali.
Tutto ció che poteva fare, era restare a guardare.——————————
PALAZZO REALE, THÉRA
La notte era calata oramai da ore, ed uno strano silenzio aleggiava in quella oscura notte. Solo lo scoppiettare delle fiamme nelle torce appese ai muri sembravano produrre un rumore abbastanza forte da poter distrarre un ascoltatore distratto.
In quel silenzio, un'orecchio si prestava invece attento ai rumori circostanti.
Un soldato si fece avanti in quelle strade del castello silenziose, a passo di marcia, di nascosto. Silenzioso, si diresse verso la torre principale.———
Le guardie del portone principale caddero a terra sostenute dalle braccia forti del soldato, che le adagió al suolo guardandosi circospetto attorno. Si voltó e con un gesto rapido della testa avvisó i compagni dell'assenza di altre guardie all'ingresso. Due soldati comparvero dal nulla seguendo il compagno su per le scale della torre. Corsero fino alla cima, restando praticamente senza fiato.
In quella rampa di scale infinita, sapevano di non poter più contare sull'effetto sorpresa. Dovevano agire velocemente.
Le guardie che si ritrovarono davanti imbracciarono subito le armi non appena li videro.-" fermi! Siete in arresto nel nome della Regina di Théra!"
-"é un titolo che non riconosciamo"- rispose uno dei soldati.
Scattó in avanti colpendo la guardia con la spada, la cui lama brillò nella notte. I soldati e le guardie si scontrarono con forza, senza perdere di vista gli obbiettivi reciproci.
Una delle guardie cadde a terra senza vita trafitta da una lama.-" dai l'allarme!"- gridó l'altra prima di essere ferita.
Due guardie si frapposero fra i soldati e il compagno che corse su per le scale.
I soldati combatterono con agilitá, come se quello scontro per loro non richiedesse il minimo dispendio di energia.
Le guardie caddero a terra, ferite a morte ma avendo adempiuto al loro compito, nel momento esatto in cui le campane suonarono l'allarme.-" abbiamo due minuti o meno. Forza!"
Rapidamente corsero all'immensa porta in cima alla torre, rimasta senza sorveglianza. Fiamme alte la ricoprirono dall'interno senza peró scalfirla. Da fuori, uno dei soldati si fece avanti gettando l'elmetto a terra. Si avvicinó alla porta,dalla quale oramai proveniva un calore impossibile da sopportare. Il soldato sorrise nell'oscuritá, passando una mano nei capelli scuri per scostarli dal viso.
Posò la sua mano sulla porta ustionante, sostituendo il calore al freddo gelido. Dalla sua mano una improvvisa lastra di ghiaccio si espanse rapidamente ricoprendo la porta.-"abbattetela!"
Ordinó ai suoi uomini.
-"si! Generale Dai!"
A spallate i soldati la buttarono al suolo; la porta cadde con un pesante tonfo all'interno andando in mille pezzi. Il generale si fece avanti con non chalance guardando l'uomo incatenato con un certo grado di soddisfazione. Si fermó ad osservarlo incrociando le braccia al petto. L'armatura che indossava produsse un leggero suono quando il metallo dei polsi incontró quello che ricopriva il petto.
-"mio Principe, sono qui per liberarti... e per godermi lo spettacolo"- lo scherní
-"davvero divertente Dai... ce ne hai messo di tempo"
-" avevo altre cose da fare.... ed una schiera di donne da salutare che per tua informazione stanno aspettando il mio ritorno" - ammise il generale sorridendo sornione.
Il suo bell'aspetto, unito ad una dose di muscoli ben proporzionata al suo fisico atletico , alla sua altezza che superava di un bel pezzo quella del Principe, la sua forza e la sua parlantina a tratti dolce se necessario avevano sempre attratto le attenzioni del gentil sesso. Il Principe dubitava che si sarebbe mai sistemato.
Il generale si avvicinó posando le mani sulle catene congelandole e queste si spezzarono sotto i colpi dei soldati.-" non avevo dubbi che avessi cose più importanti di me a cui pensare"- rispose il Principe massaggiandosi i polsi, finalmente liberi.
In lontananza sentirono le guardie gridare avvicinarsi.
-" siete venuti in tre?"- chiese il Principe sorridendo e scuotendo la testa
-" siamo anche troppi per le guardie della Regina"
-"gli altri?"
L'uomo accanto al Principe posó la sua spada su una spalla, facendo spallucce.
-" sono al confine ad aspettarci, credo. Lo sai che quando Liruz parla mi addormento"
-" che é un modo carino per dire che non lo ascolti"
Il Principe rise tra sé e sé di come i suoi due generali condividevano questo strano rapporto di amore- odio perenne da anni.
Le grida delle guardie si fecero sempre più vicine,segno che erano già sulle scale.-" sembra che dovremo farci strada a calci"- ammise giá eccitato all'idea il generale Dai
-"... non vedo l'ora"
Disse il Principe, lasciando che le sue mani prendessero fuoco.
-"devo ricominciare a fare pratica dopotutto, prima che Tirahn arrivi qui"
E si lanciarono sulle scale, pronti a dare battaglia.
STAI LEGGENDO
I FIGLI DEL SOLE
FantasyA Théra, la terra del sole, la casata reale ha finalmente il suo erede al trono, e le sue sorelle, le principesse Séla e Tirahn, sono al suo fianco. Discendente però della tribù di Vhér, la terra degli adoratori della luna e considerata inferiore...