Capitolo 2

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Chloe

Il giorno seguente, essendo già in ritardo come capita spesso nell'ultimo periodo, mi affretto ad arrivare talmente veloce in azienda che anche questa volta mi dimentico di fare colazione.
<<Buongiorno>> dico a Rachel.
<<Ei Chloe, ti senti bene?>> chiede lei venendomi incontro.
<<Si scusami, ho fatto di nuovo tardi lo so ma non chiedermi perché per favore. Non capisco nemmeno io il motivo. La sveglia suona allo stesso orario, anzi ho provato persino ad impostarla un quarto d'ora prima ma niente. Il mio corpo e i miei movimenti è come se facessero a modo suo>> confesso.
<<Tesoro ma hai ritardato di cinque minuti>> mi fa notare lei.
<<Lo so ma è pur sempre un ritardo e sai che non mi piace arrivarci>> le ricordo.
<<Lo so cara ma adesso andiamo, tu hai da raccontarmi un po' di cosette>> dice lei spingendomi verso la scrivania.
<<Non parliamone ora, che ne dici dopo di una pausa caffè?>> chiede io.
<<Bocciata come idea, non credi sia meglio andare a pranzo insieme?>> opta lei.
<<Ma Richard?>> chiedo io.
<<Se la sa cavare un'ora senza di noi tranquilla e se proprio vuoi stare tranquilla, puoi portarti dietro il telefono dell'azienda così se in tal caso qualcuno chiamasse mentre tu non ci sei, puoi benissimo rispondere>> afferma.
<<Lo sai? È un'ottima idea, ci sto>> replico.
<<Ottimo, allora a dopo>> mi lascia un bacio schioccante sulla guancia e poi si rinchiude nel suo ufficio.
Inizio a spogliarmi e non appena mi giro verso la mia scrivania, mi ritrovo appoggiato ad essa il signor De Jesus.
Mi tocco la parte del cuore, presa dallo spavento e poi mi scuso con lui.
<<Non ce la facevo qui, mi scusi>>.
<<Oh no scusi me, non volevo spaventarla>> confessa lui.
<<Non si preoccupi>> dico sedendomi sulla sedia. Continua a stare lì impalato, nonostante io non gli stia dando molta confidenza.
È stressante avere qualcuno che continua a fissarti insistentemente nonostante tu non gliene stai dando motivo ma sono in un luogo pubblico e lui lavora per il mio capo, perciò non mi sembra il caso di fare una scenata qui di fronte a tutti. 
<<Posso fare qualcosa per lei?>> chiedo rialzando lo sguardo.
<<Ehm no mi scusi, volevo solamente presentarmi nei migliori dei modi. Quando ci siamo visti la prima volta lei era di fretta e se ne stava andando, mentre io sono stato scortese e non mi sono presentato. Molto piacere mi chiamo Zabdiel>> dice porgendomi una mano. Gliela stringo e ricambio il saluto.
<<Molto piacere, Chloe Johnson>>.
Il signore mi scruta per bene ma poi mi rivolge un sorriso sincero e alla fine se ne va augurandomi prima una buona giornata.
Le ore passano molto velocemente e per fortuna l'ora di pranzo si avvicina.
<<Chloe sei pronta?>> mi chiede Lea uscendo dal suo ufficio già pronta per uscire.
<<Si, dammi solo un secondo>> mi alzo e afferro il cappotto di jeans.
Me lo infilo ma subito quando afferro la borsa, sento squillare il telefono.
<<Dio santo, deve squillare sempre nei momenti meno opportuni>> impreco scocciata.
Lo farò in mano e subito vedo apparire il nome di mia madre sullo schermo.
<<Rispondi pure, io ti aspetto fuori>>.
<<No no>>, riattacco e rimetto il cellulare in borsa, <<la richiamo dopo>> ammetto.
<<E ne sei sicura? Ho visto che era tua madre e non vorrei che...>>, la blocco e dico: <<Non preoccuparti, sicuramente non sarà niente di grave. La richiamerò stasera>>.
<<Va bene>> replica tranquilla lei.
<<Dai andiamo>>, la prendo a braccetto e poi usciamo dall'edificio.
Passeggiamo per qualche metro ma poi quando arriviamo al primo fast-food più vicino alla casa editrice, entriamo ed iniziamo ad ordinare.
<<Mentre aspettiamo inizia a raccontarmi dai>> insiste curiosamente Rachel.
<<L'ha presa bene>> confesso.
<<Hai visto? Che ti avevo detto? Non hai idea di quanto sono felice per te>> replica incrociando le mani come in segno di preghiera.
<<Lo sono anche io credimi solo che c'è un piccolo problema>> annuncio.
<<Quale?>> chiede lei.
<<Spero che tu possa capirmi e voglio che tu sappia che non è stato facile prendere questa decisione>> inizio a dire.
<<Ok... Ma...?>> mi sprona.
<<Ho deciso di tornare a Los Angeles per tutto il resto della gravidanza. Non ce la faccio a fare avanti e indietro da Los Angeles a qui e voglio che sia il mio medico di fiducia ad assistere anche a questa gravidanza>> confesso.
<<Non c'è problema, lo capisco e ti ringrazio per avermi avvertita prima. Il problema è solo uno: chi ti sostituirà?>> domanda.
<<Non saprei... Per questo te l'ho detto prima>> ammetto.
<<Be' può essere un problema se non troviamo nessuno prima della tua partenza>>.
<<Spero di non crearvi tanto casino... Non è assolutamente questo il mio intento>> confesso.
<<Ma no tesoro dai, non preoccuparti. Troveremo una soluzione>> ammette tranquillizzandomi.
<<D'accordo>>.
Il cameriere ci viene a servire e poi le inizio a raccontare delle cose che voglio fare a Los Angeles insieme a Dylan e Tobìa.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora