Capitolo 12

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Dylan

Capisco tutto.
Lei vuole vedermi felice e la cosa è reciproca ma deve capire che certi casi sono persi e io e mio padre siamo uno di quelli.
Si ostina a dire che io voglio bene a mio padre.
Fa ridere come cosa.
Pensare di voler bene ad una persona che ti ha sempre disprezzato come persona e come figlio, che ti picchiava è davvero una cosa inaccettabile.
<<Dylan>>, Chloe mi abbraccia da dietro ma io non ricambio. In questo momento sono appoggiando con i gomiti al balcone e lei è dietro di me. È appoggiata alla mia schiena e mi sta accarezzando gli addominali.
<<Mi dispiace>> dice con voce malinconica.
Mi giro e la fisso negli occhi.
<<Non volevo farti arrabbiare, sto solo cercando di fare la cosa giusta per te>> confessa subito dopo.
<<Mio padre non deve sapere nulla della mia vita>> la informo.
<<E allora che cosa pensi di fare con lui? Vuoi continuare ad ignorarlo? A non invitarlo ai tuoi compleanni? Non vuoi più fargli vedere Tobìa o passare qualche cena, qualche compleanno o qualche festività insieme a lui?>>.
<<In tutti questi anni ho imparato che è un bene stare lontano da una persona del genere e dovresti farlo pure tu. Di certo avrei preferito un altro nonno per mio figlio ed è anche per questo che fino ad un anno fa non volevo avere figli. Odiavo con tutto me stesso quell'uomo e l'ultima cosa che volevo era essere come lui, però da una parte mi ci sentivo perché anche io ero una persona di merda. Sicuramente in vita mia non avrei mai fatto ciò che ha fatto lui a me o ad altre persone, ma sapevo che infondo anche io non ero un santo e bastava guardare come mi comportavo con le ragazze o con tutte le persone che mi stavano attorno>> spiego.
<<Tu non sei mai stato come lui, hai fatto i tuoi sbagli ma tutti li commettiamo. Hai dato seconde occasioni a me, a tua madre: perché non lo fai anche con lui? Se tua madre, la donna che ti ha partorito e che ti credeva morto per ben tredici anni, è riuscita a perdonarlo... Perché non puoi riuscirci pure tu?>> chiede.
<<Mia madre, per quanto io le possa volere bene, è ingenua perché se solo avessi avuto un minimo di rispetto verso di me e verso se stessa, forse ad oggi non avrebbe mai perdonato mio padre>> le ricordo.
<<E allora secondo te qual era la cosa giusta da fare? Doveva continuare ad odiarlo per il resto della sua vita e fargli scontare ciò che ha fatto alla vostra famiglia?>>.
<<Ognuno è libero di fare ciò che vuole, solo che mio padre le ha avute vinte in tutto e per tutto ma questa volta mi sa proprio che perderà perché non mi avrà mai più e te lo posso assicurare>> dico serio.
Sospira e poi si avvicina nuovamente a me.
<<Non puoi provarci?>> chiede.
<<Ci ho già provato>> rispondo.
<<Continua a provarci, non sei un caso perso, nessuno dei due lo è. Lui non ti cerca perché sa che tu non vuoi nemmeno parlargli>> insiste.
<<Fa bene a credere ciò visto che è la verità>>.
<<Sì ma almeno fagli capire che da parte tua non c'è più l'odio di una volta>>.
<<E perché dovrei scusa?>>, la stacco da me e poi ritorno a guardare il panorama.
<<Perché gli vuoi bene Dylan..>> ripeto.
Il silenzio cala tra noi due e poco dopo, preso dalla rabbia, la addosso alla parete.
Con la mano sinistra le premo un fianco mentre con l'altra la afferro per il collo.
<<Non dirlo mai più ti è chiaro?>> ringhio.
<<Capisco che sia una pillola da ingerire ma sai che ho ragione>> ribatte.
Questa frase mi fa talmente imbestialire che la rabbia si intensifica ancora di più. 
Stringo la presa sul fianco ma lei rimane impassibile.
<<Chloe per piacere smettila perché lo sai che parlare di lui mi rende nervoso e non voglio farti male>> la avverto.
<<Tu allora smettila di essere orgoglioso>>.
<<E tu smettila di farti gli affari degli altri>> sbotto subito dopo.
<<Se io smetto di farmi gli affari tuoi tu puoi cercare almeno di essere meno orgoglioso e di cercare di vedere il buono in tuo padre?>> chiede.
<<Non ho intenzione di parlare di questo e non te lo ripeterò un'altra volta>>, mi stacco da lei e inizio a fare avanti e indietro per la terrazza.
<<Bene... Allora io non smetto di farmi gli affari tuoi>> dice tranquilla.
<<Lo farai invece>> dico con tono autoritario.
<<Assolutamente no>>.
<<Dio quanto sei difficile...!>> impreco a bassa voce.
<<E tu invece? Sei testardo dalla mattina alla sera Dylan>> mi rinfaccia.
<<Sono fatto così, quindi? È diventato un problema dopo quasi due anni di relazione?>>.
<<Tu lo sai che ti amo e che ti accetto per quello che sei ma almeno non dirmi che sono difficile perché lo sai benissimo che entrambi siamo le persone che siamo, abbiamo i nostri caratteri e non ci possiamo fare niente>> risponde.
Mi calmo alle sue parole e poi cala nuovamente il silenzio tra di noi.
<<Va bene...>> dico di colpo.
<<Va bene cosa?>>.
<<Se tu mi prometti che smetterai di farti gli affari miei, in particolare sul rapporto che ho con mio padre, proverò ad essere meno orgoglioso>> confesso.
<<Lo farai per davvero o lo fai per zittirmi?>>.
<<Ho mai fatto qualcosa solo per zittirti? Non mi pare perciò sì, lo farò per davvero>> rispondo arrendendomi.
<<E quindi mi stai dicendo che forse darai un'altra possibilità a tuo padre?>> chiede sperando che io gli dica di sì.
<<Chloe... Fatti gli affari tuoi>> la rimprovero.
<<Dai rispondi...>> dice lamentandomi.
Sospiro e poi dico: <<Questo è troppo per il momento, non so cosa succederà in futuro ma per adesso no. Di certo non ho intenzione di chiamarlo e di chiedergli come sta, visto che lui sembra fregarsene di me>>.
<<Non se ne frega Dylan e questo nel profondo lo sai pure tu. Semplicemente come pretendi che si possa comportare? Ormai sa che tu lo odi e che forse non lo perdonerai mai, come pretendi che stia? Non sa neppure lui come comportarsi...>> dice cercando di giustificarlo.
<<Non voglio entrare ora in questo argomento per piacere. Ti ripeto: se succederà qualcosa succederà in futuro, ok?>>.
<<Va bene ma che ne dici se...>> la blocco.
<<Chloe...>>, alzo un sopracciglio e la guardo male. Ruota gli occhi e poi dice: <<Lasciami finire di parlare per favore>>.
<<Stavo dicendo... Che ne dici se come primo passo lo chiami un giorno di questi e gli dai la bella notizia?>> propone.
<<No>> dico secco.
<<Dylan...>> si lamenta.
<<Non voglio chiamarlo Chloe, perché devi insistere?>> chiedo alzando gli occhi al cielo.
<<Ma cosa ti costa? Secondo me gli farebbe molto piacere soprattutto se sei tu a dargli questa notizia>> spiega.
<<Non mi va per adesso... Magari più avanti>> confesso sedendosi sulla sdraio.
<<Potremmo fare così sennò... Visto che ho intenzione di tornare a Los Angeles potremmo andare a casa sua un giorno o invitarlo a cena a casa nostra e poi dargli la bella notizia>> opta.
<<Allora è sicuro? Vuoi andare a Los Angeles??>> domando.
<<Si>> risponde.
<<E il prima possibile>> aggiunge.
<<E la visita con il dottor Gray? Che hai intenzione di fare con lui?>>.
<<Tu lo sai che preferisco mille volte il dottor Foster, non perché Gray non sia all'altezza ma preferisco così e poi voglio stare vicino a mia madre, raccontargli tutto, voglio scusarmi per non essere stata presente per lei in questi mesi ma soprattutto in queste ultime settimane e poi be'... Mi manca un po' la vita che conducevo laggiù>> confessa.
<<D'accordo>> dico tranquillo.
<<Quindi...?>>.
<<Va bene... Faremo una cena e poi gli diremo tutto>> commento guardando altrove.
<<Sapevo di riuscire a convincerti>>, di colpo si siede a cavalcioni su di me e mi bacia.
<<Ti amo e grazie>> dice subito dopo.
<<Non hai ancora capito vero?>>.
<<Di cosa stai parlando?>> domanda confusa.
<<Oggi le stai avendo vinte tutte tu e lo sai che non mi piace tanto questa cosa>> dico alzando un sopracciglio.
<<Che hai in mente Dylan?>> chiede.
<<Io nulla ma il mio amichetto laggiù infondo si>> sussurro al suo orecchio.
Alle mie parole si struscia su di me e mi stringe i capelli tra le mani. Sa che effetto mi fa cazzo..
<<Andiamo dentro>> continuo a sussurrarle sulle labbra. Annuisce e ci alziamo, tornando poi in stanza insieme.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora