COMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️
Questo è il sequel di "Nothing more 4 || strade opposte" e ULTIMO LIBRO della serie Nothing More.
È consigliabile leggere prima gli altri quattro libri e da ultimo questo per capire meglio tutta la storia.
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Ed è proprio mentre gioco con mio figlio che vedo apparire mister giacca nera e anfibi. L'uomo che amo è difronte a me. Ed è pieno zeppo di rabbia. A fianco c'è la madre e vi giuro che non riesco a capire il suo sguardo. Sembra delusa, arrabbiata, irritata ma anche sorpresa. Forse l'ho delusa, ma non è questo a preoccuparmi. So che Dylan si sta trattenendo e so anche che non farà nulla. Ha imparato a gestire la rabbia, non prende più a cazzotti le cose, non spacca più nulla ormai da mesi. Anche questa volta so che non farà male a Noah. È venuto qui per riprendermi, ma sa che se solo alzasse un dito su qualcuno mi perderebbe definitivamente. Non che non l'abbia già fatto, per il momento sì, ma non so se tra 10 anni le cose saranno cambiate o meno. <<Chloe mi dispiace, io ci ho provato ma tuo padre...>>, blocco mia madre e per non farla sentire in colpa le dico: <<Tranquilla, non importa. È meglio così>>. <<Io e te dobbiamo parlare>>, Mia si gira verso mia madre e le punta un dito contro. Lei abbassa lo sguardo e annuisce. Mia madre intimorita? Voi ce l'avete? Io no. Nessuno gli ha mai messo i piedi in testa, lei non lo ha mai permesso né a me né a tutte le persone che aveva intorno. Non avrei mai immaginato che tra consuoceri potesse succedere una cosa simile. <<Noi tre andiamo in cucina, se avete bisogno sapete dove trovarci>> dice mia madre. <<Va bene grazie>> replico io. Tutti e tre, mio padre, mia madre e Mia, spariscono dietro la porta bianca della cucina, lasciando un po' di tensione nell'aria. <<Vieni, non stare lì impalato>> dico a Dylan. <<Siete sicuri? Non voglio assolutamente rovinare la famiglia perfetta>> dice sarcasticamente mentre alterna lo sguardo tra me e Noah. Mi giro verso quest'ultimo gli chiedo gentilmente di lasciarci da soli. <<Vado in camera mia, per qualsiasi cosa chiamami>> dice alzandosi. Faccio lo stesso e lo ringrazio. Quando rimaniamo soli, l'imbarazzo e la tensione si aggravano ancora di più. <<Adesso puoi venire qui>> dico indicandogli il tappeto bordò. Lui si avvicina e subito guarda il figlio giocare. Quelle altre due sono sdraiate sul divano. Una si riposa mentre poppa il ciuccio, l'altra si infila le mani in bocca e guarda il soffitto. Gliele tolgo prima che continui e anche a lei le do il ciuccio. Sembra rilassarla e chiude gli occhi. Sospiro e guardo Dylan. Tiene lo sguardo fisso sul pavimento, precisamente su Tobìa. Il suo profilo sinistro è davvero sexy. Il suo naso è perfetto, per non parlare delle labbra carnose ma non troppo. Con la luce dietro di se riflettono ancora di più. Non so perché lo faccio, ma lo trascino addosso a me e lo bacio. Lui, sorpreso ma allo stesso tempo deciso, mi afferra per la nuca e mi spinge verso di lui. Lascia scorrere una mano sul mio sedere, lo strizza e spinge il mio bacino contro il suo. Mi infila la lingua in bocca ed io non posso far altro che acconsentire. <<Piano Dylan piano..>>, lo blocco e lui si ferma subito. Abbasso lo sguardo e appoggia la sua fronte sulla mia. <<Scusa..>> sussurra. <<È sbagliato tutto questo>> gli ricordo. <<È più sbagliato il fatto che tu mi abbia portato via la donna che amo e i miei figli>>. <<Non cambiare argomento>> lo avverto. <<Hai incominciato tu>> ribatte. <<Mi hai baciato tu per prima>> aggiunge. Stacca la fronte dalla mia e mi possa due dita sotto il mento per costringermi a guardarlo. <<Tu non mi hai respinto però>> gli faccio notare. Lui mi sorride e mi accarezza una guancia. Si avvicina di più ed io non lo fermo. <<Perché avrei dovuto se lo volevo pure io?>>. <<Be' non lo so... Per quello che ti ho fatto magari>> rispondo. <<Se la metti così allora be'... Avrei dovuto si, ma non rinuncio ad un bacio per questo. Tu... Insomma, tu... Tu mi manchi, da impazzire Chloe>> confessa. <<Scusate ragazzi io...>>, mia madre si blocca quando ci vede e si scusa di nuovo. Mi stacco bruscamente da Dylan e faccio due passi indietro. Ci sorride e si avvicina alla poltrona fatta in pelle. <<Scusate avevo dimenticato questo qui in salotto>> dice scuotendo il telefono. <<Tranquilla non importa>>, le sorrido e torna in cucina. Dylan prova ad avvicinarsi di nuovo ma io lo allontano. <<Adesso sei tornata di nuovo ad essere fredda>> ammette. <<È diverso, non ho mai smesso di esserlo>>. <<Non si direbbe visto che fino a 30 secondi fa stavi a meno di 5 centimetri di distanza dal mio volto e dal mio corpo>>. Si avvicina di nuovo ma questa volta non lo fermo. Siamo sempre distanti, nessuna bocca si sfiora, nessun corpo. <<Solo perché ti ho baciato non significa che ho dimenticato tutto quanto e non significa che voglio tornare con te. È stato un momento di debolezza, non succederà mai più>> dico con tono autoritario e sicuro. <<Continui a dire così ma alla fine torni sempre da me>> mi rinfaccia. <<È vero>> lo assecondo. <<E questa cosa non ti fa riflettere?>> chiede. <<Su cosa dovrebbe farmi riflettere?>> chiedo a mia volta. <<Sul fatto che entrambi non siamo stare senza l'altro>> risponde. <<Parla per te>> ribatto. <<Va bene, questa volta lo farò. Io non so stare senza di te>> ripete. <<C'è differenza tra non saper stare senza una persona e non volerci stare>> ammetto. <<E quale sarebbe sentiamo?>> domanda. Incrocia le braccia al petto e aspetta una mia risposta. Forse queste mie parole lo faranno riflettere, ed è giusto così. <<Non saper stare senza una persona equivale ad essersene convinti prima. Io non ti ho mai convinto di non poter vivere senza di me, lo hai fatto per 18 anni, puoi benissimo continuare a farlo. Mentre non voler vivere senza una persona significa averne bisogno. È una cosa che vuoi, che scegli tu, non è di certo un pensiero o una convinzione>> spiego. <<E che cosa vuol dire questo?>> chiede subito dopo. <<Credo che tu abbia scambiato il tuo amore per altro. Ho paura che tu in tutto questo tempo abbia scambiato l'amore che provi per me in una convinzione >> rispondo. <<Ti prego non aggiungere altro, sono solo cazzate queste e non hai idea delle gravità che hanno le parole che stai dicendo>> mi ricorda. <<Ti da noia che io dica la verità per caso?>>. <<Questa non è la verità. Tu lo sai meglio di chiunque altro che io non avevo mai provato un sentimento così forte in vita mia. Per nessuna. Lo sai come ero, sai che me ne scopavo una diversa quasi sempre, che non mi importava niente di nessuno e che non volevo accoppiarmi con nessuna ragazza>> prende fiato e poi inizia nuovamente a parlare. <<Sai anche che non sono bravo con le parole. Non ho mai espresso nulla a nessuno, ma ti rendi conto che ho fatto vedere i miei sentimenti a chiunque intorno a noi? Ho urlato quanto ti amo in faccia mia madre, in faccia a tuo padre e alla tua di madre. Ai tuoi amici, al mio migliore amico.. A tutti cazzo. Come puoi dirmi una cosa del genere ora? Con tre figli poi...>> domanda. <<Calmati e non dire parolacce, ci sono i bambini>> gli ricordo. <<Rispondimi>> ringhia. <<Non lo so con che coraggio te lo sto dicendo, ma è quello che penso>> gli dico in faccia. <<Ragazzi>> la voce di Mia ci interrompe e entrambi ci giriamo per guardarla. <<Avevo pensato che forse potreste rimanere a cena e magari anche a dormire>> dichiara mia madre guardando Dylan. <<Io gli ho già detto di sì>> annuncia Mia guardando suo figlio. Forse ho sbagliato a dirgli quelle cose, ma la sincerità deve essere al primo posto in una coppia, no? O mi sbaglio. Forse si, volevo ferirlo. Potevo fermarmi e non dire quelle cose e l'ho fatto ugualmente, ma non voglio che se ne vada. Non ora. <<Tu rimani, io me ne torno a casa>> risponde accigliato lui. Prima che faccia un passo, lo afferrò per il giubbotto e lo costringo a girarsi verso di me. Da le spalle ai nostri genitori e mi copre la loro visuale. <<Rimani, ti prego>> lo scongiuro. <<Per sentirmi dire che non ti amo? Anche no grazie>>, cerca di allontanarsi ma io tengo la mia presa ben salda e glielo impedisco. <<Stasera ne parliamo, ma ti prego: rimani>>. Sembra rilassarsi alle mie parole e cede. <<Va bene rimango>> mi sussurra. Gli sorrido e gli lascio un bacio a stampo. <<Allora?>> dice mio padre. Quasi mi ero dimenticata di loro. <<Rimane, non è vero?>>, ci giriamo verso di loro e mi rivolgo a Dylan. <<Sì, rimango>> confessa. Le mamme si battano il cinque prese dalla gioia e corrono in cucina. <<Quelle due sono fuori di testa. Prima si sono scannate con gli sguardi, ora vanno d'amore e d'accordo>> dice mio padre mettendosi le mani tra i capelli. Io rido e successivamente dico: <<Tra migliori amiche solitamente funziona così>>. <<Non voglio più vederle fino all'ora di cena. Vado a farmi una doccia ragazzi, ci becchiamo dopo>> confessa scomparendo dietro la parete del lungo corridoio. <<È stato facile convincerti>>, mi giro intorno e mi posiziono difronte a lui. <<Non puoi baciarmi e dirmi quelle cose>>. <<Posso fare di tutto con te>> gli ricordo. <<No, non puoi>> mi avverte. <<Tu l'hai fatto, adesso tocca a me>>. <<Sei bipolare>> mi fa notare. <<Lo so>> affermo. <<Non parto più per Parigi>> ammetto. <<Perché?>> chiedo. <<Per te. Fin quando non risolverò le cose con te, io non me ne andrò>> dice serio. <<E se non le risolveremo mai?>> domando. <<Non me ne andrò mai>> rispondo. <<E se risolveremo le cose, ma io non voglio che tu te ne vada di nuovo, che farai?>>. <<Non me ne andrò>> risponde a sua volta con tanto di serietà. Rimango di stucco alle sue parole. Fino a mesi fa non mi avrebbe mai detto una cosa del genere. Mi avrebbe detto che non sarebbe mai stato in grado di rinunciare al suo lavoro per me, proprio perché era troppo importante, ma non capisco che cosa sia cambiato da allora. <<Cosa?! Sul serio?>> domando. <<Si>> conferma. <<Ma io non capisco... Mesi fa non avresti mai detto una cosa del genere. Mi hai sempre ripetuto che ami il tuo lavoro, ami ciò che fai e che non puoi rinunciarci, per nulla al mondo proprio>> dico rinfrescandogli la memoria. <<Tu sei molto più importante. L'ho capito troppo tardi, solo ora che ti ho perso>>. <<Non è la prima volta che si litiga e ci perdiamo>> preciso. <<Hai ragione, purtroppo hai ragione. Però questa volta mi sembravi molto più seria, ho avuto davvero tanta paura e l'ho tuttora perché so che non mi hai perdonato>>, si avvicina pericolosamente e mi bacia il collo. <<Tu sei tutto per me>> sussurra all'orecchio. Questa frase me l'ha ripetuta migliaia di volte. Eppure ogni volta mi fa sempre lo stesso effetto. Vorrei che non fosse così però. <<Mi dispiace solo di essermene accorto troppo tardi, di essermene accorto solo quando ti ho perso e quanto ho perso i nostri figli>> continua. Non so bene che cosa sta a significare tutto questo, so solo che in questo momento mi sta battendo forte il cuore per la felicità che sto provando. Sembra che sia cambiato, che abbia capito i suoi errori e mi ha felicemente spiazzato con la sua risposta. Ha detto che rinuncerebbe a Parigi per me. Lo avete sentito tutti vero? Non ho le allucinazioni giusto? Ritorna a guardarmi e mi fissa le labbra. <<Io ti amo e voglio continuare a dirtelo>> rivela dolcemente. Forse mi sto facendo abbindolare da troppe parole dolci e non posso permettermelo, ma sembra così sincero. <<Non voglio tornare con te adesso>>. <<Ed io non voglio obbligarti, ma permettimi di starti vicino>> ribadisce. Anche sotto questo aspetto mi sembra cambiato. Come minimo fino a qualche settimana fa mi avrebbe costretto a tornare con lui. Ad ogni litigata gli dicevo che non volevo tornare insieme a lui, mi continuava dire che non sapeva stare senza di me, che non riusciva a smettere di amarmi e invece guardatelo ora... Non sta obiettando. <<Devi spiegarmi tutto, devi raccontarmi tutto quello che è successo a Parigi o io non posso andare avanti>> gli confido. <<Ti racconterò tutto, basta segreti. Se vuoi già da stasera puoi sapere la verità>> rivela. <<Si, ne ho bisogno. Ho bisogno di risposte>>. <<Le avrai piccola, le avrai>>. Mi accarezza di nuovo la guancia e si sporge in avanti per baciarmi. <<Non me la sento ora... Scusa>> dico bloccandolo. Lui annuisce e mi toglie le mani di dosso. <<Stai tranquilla, lo sai che non ti toccherei mai senza il tuo permesso>> replica. <<Lo so>> lo rassicuro. <<Bene>>. —————————————————————— Ciao ragazz*. Come state? Scusatemi davvero tanto se ieri non ho pubblicato, ma non ho avuto tempo. Sono stata impegnata tutto il giorno e ieri sera ero davvero stanca. Spero di essermi fatta perdonare con questo grande capitolo.
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Inoltre volevo ringraziarvi per le 100 mila visualizzazioni su Nothing more 4 - strade opposte. Non so davvero più cosa dire, mi sorprendete sempre di più. Grazie, grazie, grazie 🙏🏻 -Lucre❤️