Chloe
La sveglia sul telefono, che avevo caricato la sera prima, suona e subito scendo di sotto a preparare la colazione per tutti quanti.
I miei figli saranno qui a breve e a meno che non abbiano già fatto colazione da mia madre, saranno affamati come animali.
<<Buongiorno amore>> dice Dylan tutto baldanzoso mentre mi abbraccia da dietro.
<<Ei buongiorno, che ci fa in piedi a quest'ora?? Per caso ti ha svegliato la sveglia del telefono?>> chiedo curiosamente.
<<No no, mi sono svegliato da solo>>, sbadiglia e poi si stiracchia.
<<Devo uscire per fare dei giri, tu riesci a tenerti impegnata per qualche ora vero?>> aggiunge prendendo un biscotto dalla ciotola.
<<Si ma cosa devi fare? Sempre se posso sapere ovviamente>> chiedo curiosa.
<<Devo vedermi con Wendy, dobbiamo fare delle cose>> confessa.
<<Cose del tipo?>> insisto a domandare.
<<Cose di lavoro non preoccuparti>> risponde. Ma oggi che giorno è?
<<Scusami ma oggi non è domenica?>>.
<<Sì>> afferma.
<<Eh quindi>> lo incalzo a dirmi la verità.
<<Quindi cosa?>> chiede.
Ma è stupido? Scusate eh..
<<Lavorate pure di domenica?>> domando.
<<Non è che lavoriamo. Semplicemente ha da chiedermi un consiglio per una cosa che farà a breve, sempre in ambito lavorativo, e mi ha chiesto di aiutarla. In più ho due sfilate da organizzare e bisogna scegliere ancora tutto. Siamo un po' indietro>> dichiara.
<<E non puoi aspettare domani?>> chiedo gentilmente. Oggi è domenica, i miei partono e so già che i bambini sentiranno la mancanza dei nonni. Qui avranno Erick, il padre di Dylan, ma non è lo stesso e se solo mi aiutasse a svagarli un po' mi farebbe un favore enorme.
<<Scusami amore ma no>> dice dispiaciuto.
<<Ma i bambini a breve saranno qui. Sai che sono tristi quando non stanno con i nonni e non vederli per una settimana è tanto per loro>> gli ricordo.
<<Sono stati anche 6 mesi senza vedere i nonni, vedrai che capiranno amore. Tu cerca di distrarli. Se vuoi posso chiamare Rachel per far sì che venga qui, Miranda o non so. Chiunque tu voglia ma io non posso proprio rimanere, credimi mi dispiace>> dice continuando a mangiare. Annuisco e rimango in silenzio.
È inutile insistere, finiremo per litigare.
<<Ti chiamo appena ho finito va bene?>> mi rassicura. Lo guardo e infine dico: <<D'accordo. Aspetta almeno che ti riscaldi a modo la colazione>>.
<<No no non importa, mi sono bastati i miei biscotti. Va bene così grazie. Anzi sai che faccio? Ora corro in doccia, mi sistemo, mi vesto, aspetto i bambini ed esco subito>> confessa alzandosi dallo sgabello.
<<Ma come, almeno un po' di caffè>> dico indicandogli la macchinetta ormai pronta.
<<Bevilo te amore, a me non va>> replica.
<<Va bene>>. Lui si avvicina a me e si sporge in avanti per baciarmi la fronte.
Glielo concedo e poi corre al piano superiore.
Che cosa gli prende questa mattina io non lo so. Ieri sera era dolce, anche stamani lo è ma si comporta in modo strano.
Lui solitamente non tocca libri, fogli, cartacce che parlano di lavoro la domenica proprio perché, essendo l'unico giorno libero, preferisce dedicare del tempo a noi.
Me e i nostri figli.
Dopo una mezz'ora io sono ancora in camicia da notte e non appena sento bussare alla porta vado ad aprire.
<<Mamma!!>> dice Tobìa abbracciandomi una gamba. Prendo in braccio Hope e poi poso lo sguardo su mia madre che tiene in braccio Marylin. Sta piangendo e non la vuole lasciare.
Mi fa pena e subito mi vengono gli occhi lucidi.
Perché devo essere così emotiva?
<<Noi allora andiamo>> mi avverte Mia.
<<No, nonna rimani ancora un po'>> piagnucola Tobìa andando verso la madre di Dylan. Mio padre nel mentre mi saluta con un gesto di mano, sventolandola dal finestrino della macchina, e la stessa cosa fa Mathias.
<<Amore non posso, perdiamo l'aereo. Non piangere perché domenica sarò di nuovo qui e ci guarderemo tutta la notte i cartoni insieme>> afferma Mia inginocchiandosi all'altezza del bambino.
Guardo mia madre e a bassa voce dice: <<Perché Dylan non ti sta aiutando?>>.
<<È su a farsi una doccia. Dopo esce. Dimmi un po' te come faccio io oggi a gestirli tutti e tre da sola>> enuncio preoccupata.
<<Vabbè ma tornerà no?>> domanda lei.
<<Mi auguro di sì>> rispondo.
<<Stai tranquilla dai>> cerca di tranquillizzarmi mia madre.
<<Via piccoli allora ci vediamo al nostro ritorno>> replica Mia entrando in casa per riportare dentro Tobìa.
Mi lascia un bacio sulla guancia ed esce.
<<Per qualsiasi cosa chiama>> mi ricorda Mia. La tranquillizzo dicendo che lo farò e poi finalmente Marylin, grazie all'aiuto anche dell'altra nonna, si stacca da mia madre.
Prendo anch'essa in braccio e cerco di calmarla una volta chiusa la porta.
<<La nonna>> urla piangendo.
<<Amore torna presto, dai non fare così>>.
Poso Hope a terra e inizio a cullare Marylin.
Non si calma. Lo sapevo..
<<Andiamo tutti sul divano su>> ordino.
Hope cammina affianco a me fino al divano, Tobìa invece ci fa strada e poi si lancia su quest'ultimo dopo esserselo ritrovato davanti.
È un pazzoide come il padre, già lo so.
<<Dormi amore>> dico a Marylin.
<<La nonna>> insiste.
<<Si amore, la nonna torna domenica>>.
<<Ora>> ribatte.
<<No amore, ora parte. Domenica tornerà e vedrai quante cose ti porterà>> le riferisco.
<<I giocattoli mamma?>> chiede Tobìa.
<<Ma certo, li porta a tutti>> rispondo.
<<Sii>> dice lui euforico.
<<Tesoro, perché non prendi il telecomando e non metti qualcosa che vi piace?>> domando.
<<Ok>> risponde Tobìa.
Marylin non riesce a tenere gli occhi aperti e deduco che abbia sonno.
<<Tobìa porto Marylin a letto, resta qui a fare un attimo il baby sitter a tua sorella Hope chiaro?>> lo avverto alzandomi.
<<Si capitano>> dice con gran senso di umorismo. Ridacchio e salgo al piano superiore. Subito mi ritrovo Dylan difronte che esce da camera nostra tutto bello profumato.
<<Ei, che succede?>> chiede guardando le ciglia bagnate dalle lacrime della bambina.
<<Ha pianto per mia madre, come immaginavo d'altronde. Ha sempre fatto questa storia purtroppo>> rispondo.
<<Gli altri dove sono?>>.
<<Sono giù>>.
<<Vado da loro allora, te se hai bisogno di qualcosa chiama e vengo anche prima>> confessa lui premuroso. Mi aspettavo che rimanesse a casa ma invece niente. Nemmeno vedere la figlia piangere lo ferma.
<<Si stai tranquillo>>.
<<A dopo>>, mi lascia un bacio veloce sulle labbra e scende le scale.
Io vado in camera e poso Marylin nel lettino.
Quasi sicuramente starà dormendo ma per sicurezza mi siedo affianco a lei ed inizio a raccontarle una storia.
Quando la vedo persa definitamente nel sogno, mi alzo ed esco dalla stanza.
<<Dov'è papà?>> chiedo a Tobìa.
<<Eh non lo so mamma, ha dato un bacino a me e a lei e poi è andato via>> risponde innocentemente lui.
<<Oh... Okay>>. Mi siedo accanto a loro e insieme ci guardiamo i cartoni.
Il mio corpo è seduto sul quel divano ma la mia mente è rivolta a Dylan. I miei pensieri sono rivolti a lui. Solo a lui.
Mi chiedo se del suo comportamento mi devo preoccupare o meno.
La mia mente mi dice di no.
Il mio cuore anche.
Ma il mio istinto sì, e non è un buon segno.
Ho fiducia in lui, se non l'avessi non gli avrei dato un'ultima opportunità ma la paura che mi deluda di nuovo c'è ancora in me, esiste ancora.
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Nothing more 5 || amore incondizionato
Literatura FemininaCOMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️ Questo è il sequel di "Nothing more 4 || strade opposte" e ULTIMO LIBRO della serie Nothing More. È consigliabile leggere prima gli altri quattro libri e da ultimo questo per capire meglio tutta la storia. ...