Capitolo 79

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Chloe

La sveglia sul telefono, che avevo caricato la sera prima, suona e subito scendo di sotto a preparare la colazione per tutti quanti.
I miei figli saranno qui a breve e a meno che non abbiano già fatto colazione da mia madre, saranno affamati come animali.
<<Buongiorno amore>> dice Dylan tutto baldanzoso mentre mi abbraccia da dietro.
<<Ei buongiorno, che ci fa in piedi a quest'ora?? Per caso ti ha svegliato la sveglia del telefono?>> chiedo curiosamente.
<<No no, mi sono svegliato da solo>>, sbadiglia e poi si stiracchia.
<<Devo uscire per fare dei giri, tu riesci a tenerti impegnata per qualche ora vero?>> aggiunge prendendo un biscotto dalla ciotola.
<<Si ma cosa devi fare? Sempre se posso sapere ovviamente>> chiedo curiosa.
<<Devo vedermi con Wendy, dobbiamo fare delle cose>> confessa.
<<Cose del tipo?>> insisto a domandare.
<<Cose di lavoro non preoccuparti>> risponde. Ma oggi che giorno è?
<<Scusami ma oggi non è domenica?>>.
<<Sì>> afferma. 
<<Eh quindi>> lo incalzo a dirmi la verità.
<<Quindi cosa?>> chiede.
Ma è stupido? Scusate eh..
<<Lavorate pure di domenica?>> domando.
<<Non è che lavoriamo. Semplicemente ha da chiedermi un consiglio per una cosa che farà a breve, sempre in ambito lavorativo, e mi ha chiesto di aiutarla. In più ho due sfilate da organizzare e bisogna scegliere ancora tutto. Siamo un po' indietro>> dichiara.
<<E non puoi aspettare domani?>> chiedo gentilmente. Oggi è domenica, i miei partono e so già che i bambini sentiranno la mancanza dei nonni. Qui avranno Erick, il padre di Dylan, ma non è lo stesso e se solo mi aiutasse a svagarli un po' mi farebbe un favore enorme.
<<Scusami amore ma no>> dice dispiaciuto.
<<Ma i bambini a breve saranno qui. Sai che sono tristi quando non stanno con i nonni e non vederli per una settimana è tanto per loro>> gli ricordo.
<<Sono stati anche 6 mesi senza vedere i nonni, vedrai che capiranno amore. Tu cerca di distrarli. Se vuoi posso chiamare Rachel per far sì che venga qui, Miranda o non so. Chiunque tu voglia ma io non posso proprio rimanere, credimi mi dispiace>> dice continuando a mangiare. Annuisco e rimango in silenzio.
È inutile insistere, finiremo per litigare.
<<Ti chiamo appena ho finito va bene?>> mi rassicura. Lo guardo e infine dico: <<D'accordo. Aspetta almeno che ti riscaldi a modo la colazione>>.
<<No no non importa, mi sono bastati i miei biscotti. Va bene così grazie. Anzi sai che faccio? Ora corro in doccia, mi sistemo, mi vesto, aspetto i bambini ed esco subito>> confessa alzandosi dallo sgabello.
<<Ma come, almeno un po' di caffè>> dico indicandogli la macchinetta ormai pronta.
<<Bevilo te amore, a me non va>> replica.
<<Va bene>>. Lui si avvicina a me e si sporge in avanti per baciarmi la fronte.
Glielo concedo e poi corre al piano superiore.
Che cosa gli prende questa mattina io non lo so. Ieri sera era dolce, anche stamani lo è ma si comporta in modo strano.
Lui solitamente non tocca libri, fogli, cartacce che parlano di lavoro la domenica proprio perché, essendo l'unico giorno libero, preferisce dedicare del tempo a noi.
Me e i nostri figli.
Dopo una mezz'ora io sono ancora in camicia da notte e non appena sento bussare alla porta vado ad aprire.
<<Mamma!!>> dice Tobìa abbracciandomi una gamba. Prendo in braccio Hope e poi poso lo sguardo su mia madre che tiene in braccio Marylin. Sta piangendo e non la vuole lasciare.
Mi fa pena e subito mi vengono gli occhi lucidi.
Perché devo essere così emotiva?
<<Noi allora andiamo>> mi avverte Mia.
<<No, nonna rimani ancora un po'>> piagnucola Tobìa andando verso la madre di Dylan. Mio padre nel mentre mi saluta con un gesto di mano, sventolandola dal finestrino della macchina, e la stessa cosa fa Mathias.
<<Amore non posso, perdiamo l'aereo. Non piangere perché domenica sarò di nuovo qui e ci guarderemo tutta la notte i cartoni insieme>> afferma Mia inginocchiandosi all'altezza del bambino.
Guardo mia madre e a bassa voce dice: <<Perché Dylan non ti sta aiutando?>>.
<<È su a farsi una doccia. Dopo esce. Dimmi un po' te come faccio io oggi a gestirli tutti e tre da sola>> enuncio preoccupata.
<<Vabbè ma tornerà no?>> domanda lei.
<<Mi auguro di sì>> rispondo.
<<Stai tranquilla dai>> cerca di tranquillizzarmi mia madre.
<<Via piccoli allora ci vediamo al nostro ritorno>> replica Mia entrando in casa per riportare dentro Tobìa.
Mi lascia un bacio sulla guancia ed esce.
<<Per qualsiasi cosa chiama>> mi ricorda Mia. La tranquillizzo dicendo che lo farò e poi finalmente Marylin, grazie all'aiuto anche dell'altra nonna, si stacca da mia madre.
Prendo anch'essa in braccio e cerco di calmarla una volta chiusa la porta.
<<La nonna>> urla piangendo.
<<Amore torna presto, dai non fare così>>.
Poso Hope a terra e inizio a cullare Marylin.
Non si calma. Lo sapevo..
<<Andiamo tutti sul divano su>> ordino.
Hope cammina affianco a me fino al divano, Tobìa invece ci fa strada e poi si lancia su quest'ultimo dopo esserselo ritrovato davanti.
È un pazzoide come il padre, già lo so.
<<Dormi amore>> dico a Marylin.
<<La nonna>> insiste.
<<Si amore, la nonna torna domenica>>.
<<Ora>> ribatte.
<<No amore, ora parte. Domenica tornerà e vedrai quante cose ti porterà>> le riferisco.
<<I giocattoli mamma?>> chiede Tobìa.
<<Ma certo, li porta a tutti>> rispondo.
<<Sii>> dice lui euforico.
<<Tesoro, perché non prendi il telecomando e non metti qualcosa che vi piace?>> domando.
<<Ok>> risponde Tobìa.
Marylin non riesce a tenere gli occhi aperti e deduco che abbia sonno.
<<Tobìa porto Marylin a letto, resta qui a fare un attimo il baby sitter a tua sorella Hope chiaro?>> lo avverto alzandomi.
<<Si capitano>> dice con gran senso di umorismo. Ridacchio e salgo al piano superiore. Subito mi ritrovo Dylan difronte che esce da camera nostra tutto bello profumato.
<<Ei, che succede?>> chiede guardando le ciglia bagnate dalle lacrime della bambina.
<<Ha pianto per mia madre, come immaginavo d'altronde. Ha sempre fatto questa storia purtroppo>> rispondo.
<<Gli altri dove sono?>>.
<<Sono giù>>.
<<Vado da loro allora, te se hai bisogno di qualcosa chiama e vengo anche prima>> confessa lui premuroso. Mi aspettavo che rimanesse a casa ma invece niente. Nemmeno vedere la figlia piangere lo ferma.
<<Si stai tranquillo>>.
<<A dopo>>, mi lascia un bacio veloce sulle labbra e scende le scale.
Io vado in camera e poso Marylin nel lettino.
Quasi sicuramente starà dormendo ma per sicurezza mi siedo affianco a lei ed inizio a raccontarle una storia.
Quando la vedo persa definitamente nel sogno, mi alzo ed esco dalla stanza.
<<Dov'è papà?>> chiedo a Tobìa.
<<Eh non lo so mamma, ha dato un bacino a me e a lei e poi è andato via>> risponde innocentemente lui.
<<Oh... Okay>>. Mi siedo accanto a loro e insieme ci guardiamo i cartoni.
Il mio corpo è seduto sul quel divano ma la mia mente è rivolta a Dylan. I miei pensieri sono rivolti a lui. Solo a lui.
Mi chiedo se del suo comportamento mi devo preoccupare o meno.
La mia mente mi dice di no.
Il mio cuore anche.
Ma il mio istinto sì, e non è un buon segno.
Ho fiducia in lui, se non l'avessi non gli avrei dato un'ultima opportunità ma la paura che mi deluda di nuovo c'è ancora in me, esiste ancora.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora