Capitolo 19

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Dylan

Altre due settimane dopo.

<<Principessa>> le sussurro all'orecchio.
Apre gli occhi e quando mi vede sorride.
<<Buongiorno>>, si alza a sedere e si stropiccia gli occhi.
<<Colazione a letto>> dico sedendomi affianco a lei per poi posizionarli sulle gambe il vassoio argentato pieno zeppo di roba.
<<Sembra più un pranzo che una colazione>> confessa ridacchiando.
<<Si ok forse ho esagerato ma non sapendo che cosa ti andasse ho optato per qualcosa di più ampio>> ammetto.
<<E a cosa devo questo risveglio?>> domanda iniziando a mangiare.
<<Be' oggi è il tuo ultimo giorno di lavoro che equivale a l'ultimo giorno che trascorrerai qui a New York prima della nostra partenza>> rispondo rubandogli un biscotto.
<<Ei, sono miei>>, ritrae il vassoio portandolo un po' più lontano da me e successivamente ritorna a mangiare in tranquillità.
<<Da quando sei diventata così tirchia?>> chiedo scostandogli i capelli dietro la schiena.
<<Non sono tirchia semplicemente questi sono miei>> mi fa la linguaccia e poi mi lascia un bacio sulla guancia.
La sento ridere ed è un dono meraviglioso.
Vivo per quel sorriso e lui questo lo sa già.
<<Allora, i tuoi piani per oggi?>> chiedo sdraiandomi sul letto.
<<Ehm... Andare a lavoro? Te che dici?>>.
<<Fin qui lo sapevo, intendevo dopo>> spiego.
<<Non lo so ma perché me lo chiedi?>> domanda curiosa girandosi verso di me.
<<Non lo so, ti andrebbe di fare qualcosa oggi pomeriggio? Ti ricordo che oggi è venerdì e tu il tuo turno lo finisci sempre prima>>.
<<Lo so Dylan, grazie di essere il mio promemoria personale ma lo sapevo di già. Comunque non credo di voler far nulla, anche perché non ho l'umore adatto. Sono contenta di tornare a Los Angeles dalla mia famiglia ma mi mancherà la vita che conduco qui>> ammette lei. Le bacio un fianco e poi le accarezzo una coscia.
<<Stai tranquilla non faremo nulla allora>> la rassicuro.
<<Perché scusa cosa volevi fare?>> chiede.
<<Non lo so quel che preferivi sinceramente, ero a tua totale disposizione>> rispondo.
<<Invece di pensare a me perché non pensi a tuo padre?>> chiede.
Subito mi innervosisco e la guardo male.
Che cazzo centra adesso mio padre?
Perché deve inserirlo in ogni discorso?
<<Che cosa c'entra adesso lui?>> chiedo acido.
<<Non voglio farti arrabbiare e tu questo lo sai ma glielo hai detto a tuo padre che torneremo a Los Angeles?>> domanda.
<<No>>  confesso.
<<Perché non lo chiami e gli racconti tutto?>>.
<<Assolutamente no>> dico scorbutico.
<<Ma perché Dylan!!>> dice lei lamentandosi.
<<Ti avevo avvertito Chloe>> le ricordo.
<<Si ma avevi pure detto che prima o poi lo avresti fatto>> dice lei incrociando le braccia al petto. Dio santo quanto è difficile delle volte!!
<<Non puoi fare questo sforzo per me?>> chiede supplicandomi.
<<Ti amo da morire ma non chiamerò mio padre per dirgli una cazzate de genere>> ammetto.
<<Non mi ami abbastanza evidentemente>>.
<<Cosa!? Ma sei fuori?>>, corrugo la fronte e la guardo male.
<<No>> risponde.
<<Tu lo sai che ti amo ma non puoi costringermi a fare una cosa del genere>> mi affretto a dire.
<<Va bene>>, si alza da letto e poi esce d'ala stanza sbattendo la porta.
<<Chloe, Chloe!!>> esco e la raggiungo in bagno ma lei mi sbatte la porta in faccia e capisco che è troppo tardi quando aziona l'acqua della doccia.
Porca puttana.
Ritorno in camera e nel mentre aspetto che calloni finisca in bagno. Dopo vari minuti sento chiudersi una porta al piano inferiore e subito ti dico che siano arrivate le ragazze.
Non avendo ancora visto Chloe mi alzo dal letto e vado in bagno, busso ma ricevo risposta.
<<Chloe>>, busso di nuovo.
<<Guarda che se non rispondi mi costringi ad entrare>> la avverto ma niente.
Entro senza farmi troppi problemi nel vederla nuda ma non trovo nessuno in doccia e nemmeno nel bagno.
Ma dove cazzo si è cacciata?
Mi affretto subito al piano inferiore e quando arrivo in salotto trovo Steffy nell'intento di mettere a posto i cuscini sul divano.
<<Buongiorno>> dico facendogli intuire la mia presenza. Lei si gira e mi sorride.
<<Buongiorno signor Walker, vuole qualcosa da mangiare?>> chiede.
<<No ti ringrazio, hai per caso visto Chloe?>>.
<<Sì, la signorina Johnson è appena uscita>> confessa lei. Uscita? Ma come è appena uscita.
<<Quindi non eravate tu e Katie prima?>>.
<<Se si sta riferendo a rumore della porta di pochi minuti fa no, non eravamo noi. Era la signorina Johnson>> confessa.
<<Capisco, allora io torno su>> ammetto dirigendomi successivamente verso le scale.
<<Ah una cosa>>, mi giro sui talloni e con la voce attiro l'attenzione di Steffy.
<<Si signor Walker?>>.
<<Può chiamare la mia fidanzata "signora Walker" e non "signorina Johnson"?>> chiedo educatamente.
<<Si ma certo, anzi mi scusi. Mi era passato di mente>> dichiara.
<<Non preoccuparti, adesso ti lascio al tuo lavoro. Ci vediamo dopo>>, salgo le scale e poi vado dritto in stanza senza fiatare.
Entrando dentro la prima cosa che mi ritrovo davanti e il letto e solo in quel momento mi ritorna la chiacchierata che ho fatto con Chloe un'ora fa. Non riesco a capire perché abbia tutta questa ossessione verso mio padre. Non è la persona che crede di essere o che vuole far credere alle altre persone, è soltanto un bastardo. E non mi importa se è da persone stronze parlare così del proprio padre, ma sono sicuro che ogni essere umano penserebbe ciò che penso io se solo il proprio padre lo avesse trattato sin da la nascita come uno sfogo.
L'ultima cosa che volevo era litigare con lei ma è inevitabile farlo soprattutto se si parla di lui. Forse ho sbagliato, le avevo in un certo senso promesso che lo avrei chiamato in queste due settimane ma alla fine non ho fatto niente perché non mi andava ed io non riesco a fare una cosa forzata. Adesso non so davvero come farmi perdonare da lei e so che come minimo non gli passerà tanto facilmente.
In realtà una soluzione a tutto questo ci sarebbe, ovvero chiamare mio padre e poi dirlo a Chloe una volta tornata a casa. Credo che questo sia l'unico modo per farmi perdonare da lei ma non voglio, non voglio sentire quello stronzo nei tantomeno parlargli o fargli capire di voler riallacciare un rapporto con lui.
Però...
Forse è l'unica cosa giusta da fare in questo momento.

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