Capitolo 89

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Dylan

<<Chloe ti vuoi muovere?>> chiedo innervosito mentre aspetto al piano inferiore.
<<Dylan un attimo>> urla dal piano superiore.
Possibile che debba metterci sempre cento anni prima di scendere?
<<Giuro che ti lascio qui se non ti muovi>> la minaccio. Sembra non ascoltare le mie parole così, mi alzo dal divano e mi avvio verso le scale. Improvvisamente me la ritrovo davanti e rimango a bocca aperta.
È bellissima cazzo.
Indossa un abito lungo, aderente e dorato.
Si adegua perfettamente ad ogni linea del suo corpo e la rende molto più slanciante grazie allo spacco che ha sul lato della gamba destra.
<<Che c'è?>> chiede scendendo l'ultimo scalino. Continuo a guardarla e la scollatura dell'abito non mi aiuta per niente.
<<Sei splendida>> risponde sinceramente.
Lei arrossisce e mi lascia un bacio sulle labbra.
<<Adesso puoi dirmi dove andiamo e perché oggi pomeriggio hai mandato via i bambini?>> domanda nuovamente.
È tutto il giorno che mi pone queste due domande ed io non ce la faccio più. 
<<Puoi per piacere smetterla e venire con me..?>> chiedo esausto.
<<Voglio sapere dove sono i nostri figli>>.
<<Sono con i tuoi genitori va bene?>> rivelo.
<<Ok, ma dove?>> chiede a sua volta.
Esausto, la prendo per un braccio e la trascino fino alla porta di casa.
<<Basta fare domande>> le dico serio.
<<Sei prepotente anche quando usciamo
a cena fuori>>, sbuffa e si avvia da sola verso la macchina. Chiudo a chiave la porta di casa e poi, raggiungendola, dico: <<Chi ti ha detto che stiamo andando a cena fuori?>>.
Lei entra in macchina ed io faccio lo stesso.
Entrambi ci allacciamo le cinture di sicurezza e
poi dice: <<Be'... Guardaci. Siamo entrambi vestiti eleganti, tra poco è l'ora di cena e noi non abbiamo ancora cenato>>.
<<Non vuol dire nulla. Magari voglio portarti in una fattoria e regalarti un pony>> ammetto facendo spallucce.
<<Vuoi regalarmi un pony?>> chiede.
<<Può darsi>> rispondo.
<<E quindi tu mi avresti fatto vestire così elegante per andare in una fattoria>> replica.
<<Può darsi>> ripete.
<<Sai dire solo può darsi o il tuo lessico è arricchito di altre parole?>> domanda.
<<Mh, non lo so. Può darsi di sì come può darsi di no>> rispondo mettendo in motore la macchina. Lei sbuffa e si gira dall'altra parte per guardare fuori dal finestrino.
Parto e la lascio stare per tutta la durata del piccolo viaggio in auto.
La nostra destinazione? Santa Monica.
Amiamo quel posto e so che lei lo adora.
Parcheggio la macchina a pochi isolati dal mare e poi vado ad aprirle lo sportello.
Lei esce dall'auto e subito si sistema il vestito. Si guarda attorno e successivamente, girandosi verso di me per sorridermi, dice: <<Santa Monica eh...>>.
<<Non ti piace?>> chiedo sapendo già la risposta.
<<Sai che amo questo posto>> risponde.
<<Bene allora andiamo>>, la prendo per mano e iniziando a camminare.
Guarda le strade di questa città è ne rimane incantata. Siamo venuti qui più volte eppure le sta fissando come se fosse la prima volta.
<<Come mai mi hai portata proprio qui?>>.
<<Tra qualche minuto lo scoprirai>> replico.
Si lascia convincere dalle mie parole e finalmente non fa più domande.
Prima di arrivare sulla spiaggia, attraversiamo la strada e, prima ancora di farlo, la prendo in braccio. Urla quando la sollevo in aria e poi ride, ride insieme a me. Una volta attraversata la strada, la adagio nuovamente a terra e prima ancora di mettere piede sulla spiaggia le dico: <<Ti consiglio di toglierti i tacchi>>.
<<Perché?>> chiede.
<<Non credo che siano adatti per camminarci sulla spiaggia>> rispondo.
<<Hai ragione>>, posa una mano sulla mia spalla e con l'altra si toglie una prima scarpa, poi si toglie l'altra ed una volta finito mi offro di portargliele in mano.
<<No tranquillo, ci penso io>> replica.
<<D'accordo>>.
È quasi buio ormai, ma questa città non si spegne nemmeno a pagarla d'oro. Per questo è uno dei posti che più amo della California. 
Iniziamo a camminare lungo un viale, creato appositamente per noi, illuminato da solo candele. Chloe si blocca e prima di fare qualche passo dice: <<Che significa questo Dylan?>>.
Le sorrido e guardo in basso.
<<Puoi semplicemente continuare a camminare senza fare domande?>> le chiedo.
Lei mi guarda e finalmente rialzo lo sguardo.
I suoi bellissimi occhi incrociano i miei e si illuminano. Continuo a sorriderle e cerco di trattenere una risata. Visto che non sembra intenzionata a voler camminare, così la trascino dietro di me e dopo un po' smette di divincolarsi. In lontananza riesco ad intravedere la tavola già apparecchiata e una fila di persone che ci sta aspettando. 
Chloe si blocca di nuovo e dice: <<Chi sono quelle persone?>>.
<<Ma come... Non le riconosci?>> chiedo ridendo. Lei mi guarda e dice: <<Lo sai che non ci vedo molto bene da lontano. Altrimenti non avrei gli occhiali quando leggo o lavoro>>.
Ridacchio ancora e dico: <<Avviciniamoci un po' di più e lo scoprirai>>.
Continuiamo a camminare per qualche metro, poi il lungo sentiero si interrompe quando ci troviamo davanti i nostri familiari. 
<<E voi?>> chiede Chloe sorridendo.
La lascio sorpassarmi e le cingo la vita con una mano. Si porta una mano sulla bocca e rimane sorpresa vedendo tutti quanti.
Ho cercato di invitare ogni persona che la rende felice, malgrado alcuno di loro non rendessero felice me.
Ci sono i suoi genitori, Catherine e Christopher, i miei genitori, Erick e Mia, i loro rispettivi compagni, Meghan e Mathias, i suoi nonni, Stephanie e Carlos, i suoi più cari amici, Noah e Miranda, i nostri figli, Tobìa, Marylin e Hope ed infine anche i suoi due migliori amici, Rachele e James.
Ovviamente non potevo non invitare i miei due migliori amici: Richard e Wendy.
Nonché la mia spalla destra, non solo in questo breve percorso, ma sin a sempre.
Ryan è accanto alla mia migliore amica.
Anche lui le cinge il fianco e quando mi fa l'occhiolino capisco che debba agire.
Poso per un secondo lo sguardo verso Oscar, che è affianco alla sua ragazza, e poi faccio un bel respiro per pacare l'ansia.
Cazzo..
È il momento Dylan. Forza.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora