Capitolo 20

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Dylan

Dopo più di venti minuti, tra pensieri ossessivi e insicurezze, prendo il telefono di casa, visto che il mio l'ho spaccato in mille pezzi, e digito il numero di mio padre che fortunatamente ricordo a memoria. 
<<Pronto>>, risponde.
<<Ciao>>.
<<Dylan?>> chiede confuso.
<<Ehm... Si sono io>> rispondo.
<<Oddio che bello sentirti, non mi aspettavo una tua chiamata. Ma... Hai cambiato numero? Non ricordo che avessi questo>>.
<<È il numero di casa. Ho rotto il cellulare e fin quando non ne ricomprerò uno nuovo dovrò usare questo>> ammetto.
<<Oh capisco>>.
<<Be'... devo a qualcosa questa chiamata?>>.
<<Se ti disturbo posso anche riattaccare>> dico scorbutico.
<<No no assolutamente no. Non intendevo questo, mi fa piacere sentirti, lo sai che sono contento quando mi chiami solo che mi hai un po' spiazzato. Non ti ci facevo, non immaginavo ne aspettavo mai che tu mi chiamassi>> spiega. Ci credo, dopo tutto l'odio che gli ho dimostrato in questi anni.
<<Sinceramente nemmeno io avrei mai pensato di chiamarti di mia spontanea volontà, però evidentemente le cose cambiano, no?>>.
<<Suppongo di sì>> replica.
<<Comunque ci tenevo a comunicarti che domani partirò per Los Angeles>> confesso.
<<Seriamente?>>.
<<Si>>.
<<Questa si che è un'ottima notizia, vuoi che ti vengo a prendere in aeroporto?>> domanda.
<<Ci vengono già a prendere i genitori di Chloe non scomodarti>> rispondo.
<<Ah...>>, la sua voce cala, sembra quasi scoraggiato e triste dalle mie parole.
Non mi importa di averlo offeso o meno ma se Chloe fosse qui mi direbbe di dire qualcosa di carino per tirargli su l'umore.
<<Be' però volendo potresti venire con loro>>.
<<Dici sul serio?>> chiede speranzoso.
<<Be' sì non credo ci siano problemi. Ovviamente devi sentire loro visto che ci verranno a prendere con la macchina di Christopher ma non penso che creeranno problemi per una persona in più>> rispondo con aria tranquilla.
<<Ma certo, li chiamerò subito e sentirò se è un problema per loro. Mi fa davvero piacere che tu mi abbia chiamato per darmi questa splendida notizia, mi sei mancato molto e non vedo l'ora di vederti>> dice euforico.
Tutta questa sincerità se la potrebbe tenere per se. Non gli credo ovviamente, vorrei farlo ma non posso perché non riesco ancora a dimenticare ciò che mi ha fatto e forse non ci riuscirò mai. Ho provato a sotterrare quel sentimento, quelle azioni e quei ricordi maledetti ma mi è risultato impossibile.
<<Sì immagino... Be' comunque io andrei adesso>> dico cercando di chiudere la conversazione.
<<No come... Di già?>> domanda.
<<Non ho nient'altro da dirti, Chloe voleva che ti chiamassi e così ho fatto. Ti ho detto ciò che dovevo dirti ma adesso non vedo perché debba continuare a parlare con te visto che non ne ho voglia né tantomeno saprei cosa dirti>>.
<<Quindi non è partita di tua iniziativa questa chiamata?>> chiede.
<<No, me lo ha consigliato Chloe perché vuole che recuperiamo i rapporti ma sappiamo entrambi che ormai ciò che è rotto è rotto>>.
<<Lo credi per davvero Dylan? Non ti manco nemmeno un po'?>> chiede.
<<Fa differenza? Non credo Erick>> rispondo.
<<Potresti per piacere non chiamarmi per nome? Sono tuo padre e so che è difficile accettarlo per te ma odio quando mi chiami in quel modo perché lo sai pure tu che non me lo merito. In tutti questi anni ho cercato di farmi perdonare e so che non è facile perdonarmi, perdonare ciò che ho fatto, ma tu Dylan non ci hai mai voluto provare. Hai sempre pensato a te stesso>> mi riprende.
<<Ho sempre pensato a me stesso? E tu quando mi mettevi le mani addosso a chi pensavi? A me? Non credo proprio...>> sbotto.
<<Si lo ammetto, sono stato un bastardo e in quel momento pensavo solo a me ma tu non puoi capirmi. Ero un alcolizzato e credimi che le persone alcolizzate molto spesso non riescono a uscirne, diventa come una droga l'alcol e in quel momento era l'unica cosa che riusciva a farmi stare bene. Per fortuna ne sono uscito ma ho perso l'unica cosa di cui mi importava realmente, ovvero te. Tu non sai cosa darei per tornare indietro e per non commettere gli errori del passato ma non posso purtroppo. Lo farei, credimi che lo farei per te. L'alcol mi ha annebbiato la vista, mi ha consumato il cervello e mi ha fatto dimenticare di mio figlio cosa che, un padre vero, non avrebbe mai fatto e mi pento di questo. Tu non hai idea di quanto io mi vergogni di me stesso e della persona che ero ma spero che tu un giorno riesca a mettere l'orgoglio da parte e che tu possa perdonarmi>> dice tutto d'un fiato.
<<Tu e Chloe la pensate nello stesso modo, vedete la luce in ogni cosa, in ogni persona e in ogni situazione ma io purtroppo no.
Non sono come voi e non so se riesco a dimenticare ciò che hai fatto>> spiego.
<<Ma io non voglio che dimentichi Dylan, cioè sì è quello che vorrei ma però capisco che è una cosa impossibile e difficile da accettare. Ma ti chiedo semplicemente di mettere da parte il passato e di pensare al presente o al futuro. Mi manchi e sei il mio figlio>> piagnucola.
Vorrei rinfacciargli che un figlio non si tratta come ha fatto lui con me ma tanto è inutile. L'avrò ripetuto cento volte e mi sono stancato di dire sempre le solite cose. Vedo anche io che è pentito, ma ho paura che lo stia facendo solamente per far capire agli altri di essere cambiato, di essere una persona migliore, una persona con dei valori, con dei privilegi e di meritare il bene dalle altre persone.
<<Devo andare adesso>> ammetto.
<<Va bene ho capito... Non hai voglia di parlare con me e questo è abbastanza chiaro evidente. Allora ci vediamo domani>> dice con una lieve amarezza nel tono della sua voce.
<<Sì a domani>> replico e poi riattacco.
Dopo aver posizionato di nuovo il telefono al suo posto, inizio a fissare un punto a caso della stanza e penso alle parole che mi ha detto Chloe non solo qualche ora fa, ma anche qualche settimana fa.
Non mi manca mio padre, perché dovrebbe mancarmi una persona che mi ha sempre fatto del male? E non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Non mi manca e di questo me ne devo convincere, devo essere sicuro di ciò che dico perché quando glielo dirò dovrà vedere tutto il rancore che porto nei suoi confronti e lo schifo che provo nel guardarlo.
Non mi manca.
Questo devo accettare, non il passato, quello ormai non se ne andrà mai più.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora