Capitolo 80

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Chloe

<<Mamma quando arriva papà?>> mi chiede Tobìa venendo in collo a me sul divano.
<<Tesoro non lo so, tra poco suppongo>>.
Dylan sarebbe dovuto essere qui almeno tre ore fa. Le bambine purtroppo si sono addormentate e Tobia credo che tra poco farà la stessa fine. Come già sapevate sarebbe dovuto tornare stamani, ma mi ha mandato un messaggio dicendomi che avrebbe tardato e che forse non c'era nemmeno a cena.
<<Ma io ho sonno>> confessa lui.
<<Allora dormi. Ti prometto che domani mattina non appena ti svegli troverai papà con te>> gli prometto.
<<Io lo voglio ora>> ribatte.
Inizio a cullarlo e piano piano sembra calmarsi. Passa un'altra ora prima ancora di vederlo crollare definitivamente.
Lentamente, facendo attenzione a non svegliarlo, mi avvio al piano superiore ed entro nella sua stanza. Lo adagio con cura sopra il suo lettino e gli lascio un bacio sulla fronte, poi me ne esco scendendo nuovamente al piano inferiore. Saltello mentre scendo le scale e non appena rialzo lo sguardo mi ritrovo Dylan alla porta. Si sta togliendo le scarpe e il giubbotto.
<<Ciao Chloe>> dice venendo nella mia direzione. Mi lascia un bacio sulla guancia e poi si avvia in cucina a bere.
<<Com'è andata a lavoro?>> chiedo seguendolo. Lui versa un po' d'acqua nel bicchiere limpido e poi la beve.
<<Bene bene, ma sono molto stanco. Non ci siamo fermati un minuto>> risponde.
<<Ci credo. Dovevi stare via solo qualche ora e invece sei via da più di 12 ore>> replico secca.
Scusatemi ragazzi. Non voglio fare una scenata, ma pensate un po' anche a me.
Mi aveva detto che sarebbe stato via solamente qualche ora, invece è tornato dopo quasi 15 ore. Che cosa dovrei pensare?
<<Lo so Chloe, mi dispiace tantissimo. Mi dispiace di non essere stato qui con i bambini proprio come ogni domenica, ma quando il lavoro chiama non puoi ignorarlo>> ammette.
<<Non sono arrabbiata, ma ci sono rimasta male che tu non abbia passato un po' di tempo con noi. In particolare proprio oggi Dylan. Tua madre è partita e tu non hai idea di quanto sia stato difficile per me calmare Tobìa, per non parlare di Marylin. Gli mancava un sacco mia madre. Quella più calma è stata Hope, ma anche lei era giù. Ha pianto due volte>> rivelo.
<<Dove sono ora?>> chiede preoccupato.
<<A letto. Quando mi hai visto scendere le scale ero appena uscita dalla camera di Tobìa. L'ho portato a letto. Ti ha aspettato per tutta la sera ma poi non ce l'ha fatta>>.
<<Mi dispiace tantissimo davvero. Domani se vuoi resto io a guardarli>> annuncia.
<<Tranne la mattina>> precisa.
<<Perché?>> domando.
<<Volevo andare un po' a correre>> risponde.
<<Va bene ma almeno promettimi che il pomeriggio ci sarai>> lo scongiuro.
<<Si si ci sarò, te lo prometto>>, si avvicina a me e mi bacia la fronte per poi abbracciarmi.
<<Ho promesso al bambino che domani ci saresti stato al suo risveglio>> replico staccandomi dal nostro abbraccio.
<<Ci sarò non ti preoccupare>>.
<<Bene, comunque avrei da dirti una cosa>> replico subito dopo. Mi fa cenno di iniziare a parlare e così faccio.
<<Senti... Io non voglio che i bambini stiano a casa a piangere. Perciò... Ti andrebbe di fare qualcosa questa settimana? Per loro sono anche disposta a fare quel giro in elicottero>> mi azzardo a dire. Non lo avrei mai detto, ma per i figli si fa tutto no? Sicuramente me la farò sotto, ma non sono questi problemi della vita.
Dicano che le paure vanno superate e forse è arrivato il momento di farlo.
<<Chloe sono molto occupato questa settimana...>> dichiara.
<<Ma come...>> mormoro.
<<Tu mi sembravi molto convinta di non volerci venire l'ultima volta che ne abbiamo parlato. Così ho deciso di avvantaggiarmi con il lavoro, in modo che quando partiremo, tra due lunedì, insieme a Richard e Rachel non dovrò lavorare>> spiega.
<<Puoi benissimo lavorare la prossima settimana>> affermo seria.
<<Chloe...>> si lamenta lui.
<<No Dylan non iniziare. So che ti avevo detto
di no e mi dispiace di essere così bipolare ma io mi rifiuto di vedere i bambini piangere di nuovo. Magari se riusciamo a portarli da qualche parte dove potranno distrarsi, divertirsi e non pensarci sarebbe meglio>> opto io. Spero che dica di sì. 
<<Ti prego Dylan>> lo supplico nuovamente.
<<Va bene va bene>> si arrende.
Mi avvicino a lui e lo bacio.
<<Grazie>> replico poco dopo.
Mi sorride a sua volta e mi bacia di nuovo.
Il suo telefono ci interrompe con la sua squillante suoneria.
<<Aspetta>>, lo afferra dalla tasca dei suoi jeans e poi se lo porta all'orecchio.
<<Pronto>>.
<<Salve Miller mi dica>> replica dopo.
Non riesco a sentire ciò che si dicono ma quando, dopo 10 minuti, riattacca deduco che non ci siamo buone notizie.
<<Allora?>> chiedo.
<<Nulla di importante>> risponde.
<<Hai una faccia Dylan..>> gli faccio notare.
<<Che succede?>> chiedo insistendo.
<<Si tratta di Zabdiel>> confessa.
<<Che dicono...>>.
<<Si è sentito male e adesso è in ospedale>> spiega titubante.
<<E quindi?>>.
<<Non possono metterlo in prigione per adesso, quindi.. Forse lo metteranno ai domiciliari>> annuncia.
Oh no..
<<Seriamente?>>.
<<Già..>>, si infila le mani tra i capelli.
<<Ho paura>> sostengo spaventata.
<<Ei no, vieni qui>>, mi stringe forte forte tra le sue braccia e mi tranquillizza.
<<A te non accadrà nulla, te lo posso assicurare>> mi rassicura lui.
È incredibile come questo ragazzo sia in grado di trasmettermi tranquillità anche in casi come questi. Lui mi fa sentire a casa, mi fa sentire protetta da ogni tipo di male.
Questo è il suo potere e nonostante siano passati anni, mi rassicura che non sia cambiato sotto questo aspetto.
Lui è l'uomo giusto per me e ovunque io sia, con lui mi sentirò sempre a casa.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora