Capitolo 58

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Chloe

Dopo due mesi e mezzo.

La partenza per New York si è dovuta posticipare di ben due settimane, ma per fortuna adesso sono di nuovo a casa.
All'aeroporto sono venuti tutti a prendermi, hanno lasciato il loro lavoro e mi hanno accolta come se fossi davvero a casa mia.
La mia situazione fisica è molto migliorata.
Devo stare attenta a non portare pesi, ma per il resto sto davvero bene.
Ho dei piccoli esercizi da fare per stare ancora meglio, ma per fortuna adesso cammino come prima. Se vi state chiedendo di Dylan, no, non siamo tornati insieme.
Entrambi ci siamo presi del tempo.
Dopo quel giorno lui se ne è tornato a casa nostra insieme alla madre, mentre io sono rimasta dalla mia. Veniva a giocare con i bambini, ma nulla di più.
Di noi non ne abbiamo più parlato esplicitamente. Non posso dire che siamo amici, visto che il sentimento c'è ancora, ma ci stiamo sforzando di stare in un clima tranquillo, senza litigi e robe varie, per i nostri figli. Ed indovinate un po'? Ci stiamo davvero riuscendo. Sembra incredibile, ma è così.
Il rapporto con Mia si è rinforzato sempre di più, mentre tra lei e Dylan le cose non vanno bene. Da quello che mi ha riferito mia madre non si parlano, si dicono a malapena due parole, ma nulla di più.
Mia ce l'ha ancora con lui, malgrado si stia dimostrando davvero tanto pentito.
Dylan adesso è qui con me, è seduto affianco a me e stiamo guardando una novela, invece la madre è ormai già da 3 settimane a Parigi.
Non abbiamo ancora preso una decisione sul da farsi. Se far costruire la ditta qui o a Los Angeles, ma ci siamo quasi.
<<Sei contenta di iniziare nuovamente a lavorare domani?>> domanda lui.
<<Si, tanto>> rispondo.
<<Ti è mancato eh>>, si gira a guardarmi e sul suo volto si forma un ghigno compiaciuto.
<<Si>>, mi giro anche io e gli sorrido.
<<Ti è già arrivata la lettera di licenziamento vero?>> chiedo.
<<Sì, già da un po' sinceramente>> risponde.
<<Ah, non me l'avevi detto>>.
<<Si lo so, non l'ho fatto per cattiveria. Semplicemente è solo una lettera, nulla di che>> borbotta lui.
<<Ti manca lavorare?>>.
<<Un po'. Odio starmene con le mani in mano lo sai>> confessa.
Forse è arrivata l'ora di dire a Dylan la mia decisione. Mi auguro che la prenda bene.
Non vorrei rovinare tutto proprio adesso.
<<Credo di aver preso una decisione, ma vorrei confermarla con te>> dichiaro.
<<Dimmi, ti ascolto>>.
<<Vorrei che la sede fosse a Los Angeles>> annuncio più che convinta.
Sul suo viso vedo apparire un sorriso ampio e dice: <<Vuoi tornare a vivere là?>>.
<<Tu tornerai a vivere là>> specifico.
Torna serio e corruga la fronte. Poi dice: <<Cosa?>>. Lo guardo dritto negli occhi ed infine dico: <<Io rimarrò a lavorare qui da Richard>>.
<<Perché?>> chiede.
<<Perché sì Dylan, voglio rimanere qui>> ammetto senza giri di parole.
<<E preferisci spedirmi laggiù invece che vivere sotto lo stesso tetto insieme?>>.
<<Sì>> annuncio.
<<Perché?>>, scuote la testa in modo confuso e mi guarda in modo deluso.
<<Per due motivi. Il primo perché ho bisogno di starti lontana. Di riprendere in mano la vita che avevo qui, ma per potermelo permettere ho bisogno di staccare la spina>> gli confido.
<<Questa volta non ti ho dato motivo di non farlo. Ti ho lasciato tutto lo spazio di cui avevo bisogno>>, si alza in piedi e inizia ad agitarsi.
<<Lo so, ma sono io che ho bisogno di prendermi del tempo lontana da te>> mi precipito a dire cercando di calmarlo.
Questa volta lui non ha fatto niente, sono io.
<<Ti sto perdendo... Ti sto perdendo davvero questa volta>>, gli si inclina la voce e indietreggia di qualche passo.
Mi alzo anche io e mi avvicino.
<<Per favore non fammi pesare questa mia decisione>> lo scongiuro.
<<Dimmi qual'è il secondo motivo>> mi impone lui con voce roca. 
<<Non voglio>> gli comunico.
<<Perché?>> insiste lui.
<<Perché non me la sento di parlartene ora>>.
<<Vuoi sentirti libera di trovartene un'altro vero?>> chiede lui.
<<Ma sei matto? Certo che no!!>> esclamo.
<<E allora dimmelo>> mi obbliga.
<<No>> ribatto.
Lui mi guarda con due occhi iniettati di sangue.
<<Va bene, fai come ti pare. Vuoi che vada Los Angeles? Andrò a Los Angeles, ma questa volta i bambini verranno con me>> ringhia.
<<Io avevo pensato a dei turni a dire il vero>>.
<<Avevo pensato che magari mentre io tenevo le bambine tu potevi tenere Tobìa, o viceversa, e fare cambio ogni sei mesi>> opto.
<<Si ma così non staranno mai tutti e tre assieme>> mi fa notare.
<<Hai ragione>>.
<<Semmai sei mesi me li tengo io e sei mesi te>> chiarisce lui. È la migliore scelta, sì.
<<Va bene>> affermo.
<<Quindi questa è la tua decisione?>> chiede con sicurezza per l'ultima volta.
<<Sì e niente e nessuno mi farà cambiare idea, quindi ti chiedo gentilmente di non provarci>> chiedo con calma.
<<Oh no, non preoccuparti perché non lo farò>> dice tranquillo.
<<Bene>>, distolgo lo sguardo e sospiro.
<<Questa soluzione doveva venirci incontro, doveva unirci non separarci>> mi riferisce.
<<Lo so>> dico essendone già a conoscenza.
<<Tanto valeva che rimanessi a Parigi. Se sapevo di dover fare questa fine allora me ne rimanevo lì, perché tanto è la stessa storia, solo con la metà di ore di viaggio tra le due città>>.
<<Lo so...>>.
<<Sai dire solo questo ma va bene, è giusto così. Sappi che io non mi arrenderò. Se credi che questo tempo serva ad entrambi ti sbagli, serve solo a te. Io ho già capito che sono fottutamente innamorato di te e non ho bisogno di esserne sicuro>> proclama.
<<Non pensare che solo perché me ne stato sono stato zitto, non lo sia più, ricordati che il silenzio vale più di mille parole.
Certe volte si ama in silenzio>> aggiunge.
<<Serve a me Dylan, te l'ho già detto...>>.
<<Va bene, allora vado su adesso. Chiamo mia madre e gli do la conferma>> rivela.
<<D'accordo>>.
Sparisce completamente dal piano inferiore e si avvia in quello superiore.
È stato un colpo al cuore accettare questa situazione, ma non ho avuto altra scelta.
Devo solo accettarla e andare avanti da sola, senza di lui purtroppo.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora