Capitolo 85

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Dylan

Tornati a casa, dopo più di cinque ore passate fuori, ognuno si fa le rispettive docce e poi mangiamo. Come sempre siamo stati io e Chloe a preparare la cena ma fortunatamente abbiamo accontentato tutti quanti.
Soprattutto i bambini.
<<Papà posso andare fuori con zio?>> mi chiede Tobìa indicando James.
<<Non è tuo zio>> lo informo.
<<Si invece, lui è zio James, lui zio Richard e lei zia Rachel>> ribatte il piccolino.
<<Si, ma non sono i tuoi zii>> ribatto a mia volta. Sta diventando prepotente, io alla sua età non ero così. Lo sono diventato dopo la l'abbandono di mia madre.
<<E invece sì>> insiste.
Faccio per ribattere ma Chloe mi afferra una mano e me lo impedisce.
<<Sì amore puoi andare> mi precede.
<<Grazie mamma>>.
<<Anche io>> piagnucola Hope.
<<Vuoi andare con Tobìa?>> le chiede Chloe.
La piccola annuisce e subito Marylin dice: <<Anche io>>.
<<Te la senti di portarli fuori tutti e tre?>> chiede la mia ragazza a James.
<<Ma certo, lì porto a fare un giro qui nei dintorni. Non torneremo troppo tardi>>.
<<Va bene, allora te li lascio>> afferma lei.
Dopo cinque minuti sono già tutti pronti e in casa rimaniamo solo noi quattro.
Io, Chloe, Richard e Rachel. 
<<Noi stasera abbiamo deciso di farci una bella maratona di serie Tv, vi aggregate anche voi o preferite fare altro?>> chiede Rachel. 
<<L'idea di passare tutta la serata e anche la notte sul divano a vedere serie TV non mi entusiasma perciò io passo. Se ovviamente Chloe però vuole aggiungersi io non dico niente>> ammetto tirandomi fuori dal discorso. Ho già passato troppo tempo davanti a quello schermo, non ho intenzione di passarci altro tempo anche in vacanza.  
<<Scusatemi ma penso di passare anche io>>.
<<Va bene, se in tal caso cambiate idea sapete dove trovarci>>. Entrambi lasciano la cucina e si avviano verso il salotto.
Aiuto Chloe a pulire tutta la cucina e a rimettere a posto ogni cosa messa in disordine.
<<Abbiamo fatto proprio bene a organizzare questa piccola vacanza>> confessa Chloe asciugando l'ultimo piatto.
<<Se lo avessimo deciso almeno un po' prima non avremmo spero una fortuna però>>, prendo il piatto che lei poco prima stava asciugando e lo posiziono al suo posto.
<<È vero>> ammette ripiegando il panno bagnato. Mi giro di spalle ed esco fuori sul balcone. Chloe mi segue e dopo un po' mi sento cingere da dietro.
<<È tutto ok?>> mi chiede.
<<Sì>> rispondo.
<<Ti ha dato noia il fatto che abbia chiamato James in quel modo, vero?>> domanda lei.
<<Diciamo che non è il massimo, però posso capirlo. Alla fine è un bambino e a quell'età siamo tutti un po' innocenti. Lo capirà con il tempo che non è suo zio, e per quanto James si possa impegnare, non lo sarà mai>> ammetto.
<<Non pensarci su. Cerca di goderti questi sei giorni>>, mi giro verso di lei e le scosto tutti i capelli dietro le spalle.
<<Sei bellissima>> le confido.
Lei mi sorride e si sporge in avanti per baciarmi. <<Sopra c'è un grande terrazza, con una vista assurda per di più>> confessa lei.
<<Ah si?>> chiedo e lei annuisce.
<<Perché non ci andiamo?>> mi chiede leccandosi il labbro inferiore.
Ci sta forse provando con me?
<<Per fare?>> chiedo a mia volta.
<<Non lo so. Potremmo stare lì e goderci il panorama. Se poi ci verranno delle idee le metteremo in atto, altrimenti se ci annoieremo vuol dire che scenderemo di nuovo in salotto per guardarci le serie TV insieme ai nostri amici>> risponde lei guardandomi dritta negli occhi. So cos'ha in mente ma voglio aspettare che sia lei a farmelo capire veramente.
<<Va bene>> la assecondo.
Lentamente ci avviamo all'ultimo piano della casa. Passiamo dal salotto ma i nostri amici sono talmente impegnati a guardarsi The vampire diaries che sembrano non vederci nemmeno. Arrivati fuori all'ultimo piano mi guardo intorno e devo ammettere che il panorama è davvero bello. Ai lati di questa grande terrazza ci sono un sacco di piante, mentre di fronte a noi si possono ammirare le lunghe e affollate strade di questa grande città.
<<È bello qui non trovi?>> chiede Chloe guardando il panorama. Mi posiziono dietro di lei e l'abbraccio da dietro. Le lascio dei piccoli baci sul collo e dico: <<Si, ma sei tu a rendere tutto più bello>>.
Lei si gira e con le braccia mi circonda il collo.
<<So che non ti piace sentirtelo dire ma mi piace quando sei romantico>> dichiara dolcemente. Odio quella parola.
Odio il romanticismo in generale.
<<So a cosa stai pensando Dylan. Odi sentirtelo dire ma lo sei certe volte e non puoi sostenere il contrario>> afferma accarezzandomi una guancia. Fa così per addolcirmi e per non farmi arrabbiare. È furba e lo sta diventando sempre di più, ma infondo la amo anche per questo.
<<Preferirei non definirmi così>> confesso.
<<Come? Uno romantico?>> chiede. 
<<Sì>> rispondo.
<<Capisco, ma allora come vuoi definirti? Uno stronzo che non sei?>> chiede subito dopo.
<<Semplicemente non voglio definirmi. Non mi ritengo né uno stronzo, non più perlomeno, né uno romantico. Voglio sentirmi libero di chiamarti amore o di dirti cose dolci, come voglio sentirmi libero di mandarti a fanculo quando mi fai arrabbiare oppure quando mi fai ingelosire>> ammetto.
Lei ridacchia ed infine dice: <<Ok ok, ho capito. Allora sarà così>>.
<<Bene>> replico.
<<Vieni sediamoci>>, mi prende per mano e mi fa sedere su una sedia lì vicino.
In questa grande terrazza c'è una sedia a dondolo e due tavolini con tre sedie ciascuna.
Lei si viene a sedere a cavalcioni sopra di me e mi pettina il ciuffo all'indietro.
<<Dici che dovrei tagliarmelo?>> le domando.
<<No, stai bene così>> risponde.
<<Mi dici così solo perché quando stai per venire ti diverti a tirarmelo>> le rinfaccio.
<<Si è vero, ma non solo in quelle occasioni... Anche ora per esempio>> dice con voce seducente. Mi strattona il ciuffo all'indietro e mi lascia due baci lungo il collo.
Un incontrollabile desiderio di averla di nuovo si manifesta dentro il mio cervello, portandomi a pensare a cose poco caste.
<<Tu mi hai cambiata Dylan>> mi sussurra.
Mi giro per incrociare il suo sguardo e con il bacino inizia a muoversi su di me.
<<Che vuoi dire?>> chiedo.
<<Mi hai aiutata a capire chi sono>> rivela.
<<Prima di conoscerti non ero così, tu mi hai riscoperto. Mi hai fatto capire che cosa significa vivere, provare emozioni nuove e hai fatto sì che la mia vita non fosse più monotona come quella che era un tempo. Gli hai donato colore, gli hai dato un movimento, una linea dritta che a tratti si spezzava ma in un modo o nell'altro si è sempre riaggiustata>> spiega.
<<Sono felice di averlo fatto>> confesso.
<<Tu non hai idea di quanto possa amarti>>.
Sorrido alle sue parole ma non mi muovo.
Vorrei baciarla, dirle quanto la amo e dimostrarglielo proprio come entrambi vogliamo, ma mi limito semplicemente a guardarla. A guardare i suoi meravigliosi occhi.
<<Ma sopratutto amo chi sono quando sono con te>> aggiunge.
<<E chi sei quando sei con me?>> domando sorridendole.
Aspetto con ansia la sua risposta.
<<Sono semplicemente me stessa. Non mi vergogno a dire o fare nulla, mi sento libera, libera di poter dire e di fare tutto ciò che voglio con te perché so che non mi giudicherai mai>>.
<<È vero>> la rassicuro io.
Con gli occhi continua a guardarmi ma non capisco perché si stia frenando.
<<C'è forse qualcosa che vuoi dirmi?>>.
<<O fare magari...>> aggiungo guardandole le labbra. Si lecca nuovamente il labbro inferiore e poi dice: <<Qualcosa c'è sì>>.
<<Bene dimmi>> la sprono.
<<No, cioè... C'è qualcosa che voglio fare>>.
<<Va bene, ma se non mi dici cosa come faccio a capirlo?>> chiedo ridacchiando.
Lei continua a guardarmi ma alla fine mi bacia ed inizia nuovamente a muoversi su di me.
Ricambio il bacio e la afferro per i fianchi.
<<Vuoi?>> mi chiede.
<<Perché me lo chiedi?>> chiedo a mia volta.
<<Non lo so, ho sempre paura che tu non abbia voglia quando sono io a chiedertelo. Temo in un tuo rifiuto e inoltre è tre giorni che lo facciamo di fila, cioè scusami.. Volevo dire che con oggi sarebbero tre giorni>> dice impacciata. Adoro la sua innocenza, ma non mi piace affatto la sua insicurezza.
Capisco che lo sia, ma non può esserlo con me.
Non la rifiuterei mai. Ho sempre voglia di farlo.
<<Tu da me non riceverai mai un no, mettitelo in testa. Non sentirti mai in colpa di volermi e di dimostrarmelo in questi momenti>> le ricordo.
<<E poi abbiamo da recuperare tutto il tempo perso non trovi piccola?>> aggiungo.
<<Suppongo di sì>> replica dolcemente.
<<Quando eri lontana da me ti ho desiderata ogni giorno, ogni fottuto secondo di ogni giorno. Potevo benissimo andare a puttane, ma invece no, ho aspettato e nel mentre facevo tutto da solo. Tu non hai idea di quante seghe mi sono fatto pensando a te, solo a te e a nessun'altra>>, inizio a baciarle il collo e lei schiude la bocca facendo uscire qualche gemito. Le viene la pelle d'oca quando le tocco le spalle con un dito, e la sento irrigidirsi. 
<<Permettimi sempre, e tutte le volte che vuoi, di dimostrarti quanto ti amo>> mormoro.
<<Lo farai?>>, annuisce ma subito dico: <<Non ti sento piccola>>.
<<Sì Dylan, si. Lo farò ma adesso ti prego..>>.
Mi alzo in piedi, mantenendola in braccio, e la faccio sedere sul tavolino.
La bacio e nel mentre le sbottono i pantaloni.
Con un movimento fluido glieli abbasso fino alle caviglie e lei se li sfila da sola aiutandosi con i piedi. Le sfilo la maglietta e la getto a terra, lei fa lo stesso ed io nel mentre mi sbottono i jeans. Per un attimo posa lo sguardo sui miei pettorali e sorride.
<<Stai continuando a fare esercizi?>>.
<<Sì, mi alleno quasi ogni giorno. O almeno ci provo>> rispondo guardandomeli.
Posa un dito su uno dei due e lo fa scendere fino al capezzolo. Mi guarda e si blocca.
<<Che succede?>> le chiedo titubante.
<<Aspettami qui>>, scende dal tavolo e si infila la mia maglietta. 
<<Dove stai andando?>> le chiedo.
<<A prendere una cosa, ora arrivo>> risponde.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora