●La botola (3)

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《‘D'accordo’ fece Ron.
‘Ci vediamo tra un attimo, o almeno spero...’
E Harry mollò la presa. Con il volto sferzato da
un'aria fredda e
umida, precipitò in basso, sempre più in basso,
finché...
FLOMP. Era atterrato su qualcosa disoffice, che produsse uno
strano tonfo attutito. Si tirò su a sedere e si tastò
intorno alla
cieca: isuoi occhi non si erano ancora abituati a
tutto quel buio.
Aveva l'impressione distare seduto su una
specie di pianta.
‘Tutto a posto!’ gridò in direzione della lucina
piccola come un
francobollo che era l'imboccatura della botola.
‘Si atterra sul
morbido, potete saltare!’
Ron lo seguì immediatamente, e atterrò lungo
disteso accanto a lui.
‘Che cos'è questa roba?’ furono le prime parole
che disse. ‘Boh! Sembra una pianta. Immagino che sia
stata messa qui per
attutire la caduta. Dai, Hermione, tocca a te!’
In lontananza, la musica cessò. Si udì il cagnone
abbaiare forte,
ma ormai la ragazza era saltata. Atterrò vicino a
Harry, dall'altra
parte.
‘Dobbiamo trovarci metri e metrisottoterra, al
disotto della
scuola’ osservò subito.
‘stata proprio una bella fortuna che ci fosse
questa pianta’
commentò Ron.
‘Fortuna?’ strillò Hermione. ‘Guardatevi un po'!’ Balzò in piedi e cercò di appoggiarsi alla parete
umida. Fu uno
sforzo immane, perché nell'istante stesso in cui
era atterrata, la
cosiddetta pianta aveva cominciato ad
avvolgerle attorno alle
caviglie certi tentacolisimili a serpenti. Quanto a
Harry e a Ron,
non se n'erano accorti, ma avevano le gambe già
strette nella morsa
di quelle lunghe propaggini.
Hermione era riuscita a divincolarsi prima che la
pianta la
immobilizzasse del tutto, e adesso guardava
inorridita i due ragazzi
tentare distrapparsi di dosso i tentacoli della pianta: ma più si
sforzavano, più quella rinsaldava la presa.
‘State fermi!’ ordinò lei. ‘Io lo so che cos'è
questa: è il
tranello del Diavolo!’》

La professoressa Sprout era dispiaciuta ma doveva eseguire gli ordini del Preside.

《‘Oh, ma quanto sono contento che sappiamo
come si chiama: è davvero
molto utile!’ fece Ron in tono sarcastico,
inclinandosi all'indietro
nel tentativo di evitare che la pianta glisi
avvinghiasse al collo.
‘Zitti! Sto cercando di ricordare come si fa ad
ammazzarla!’
‘Be', spicciati, non respiro più!’ disse Harry col
fiato mozzo, cercando di divincolarsi dalla pianta che glisi
avvinghiava intorno
al torace.
‘Vediamo: Tranello del Diavolo, Tranello del
Diavolo... Che cosa
diceva il professor Sprite? Che la pianta ama il
buio e l'umido...’
‘E allora accendi un fuoco!’ esclamò Harry
sempre più in
difficoltà.
‘Già... certo... ma non c'è legna!’ gridò
Hermione torcendosi le
mani.
‘MA sei diventata matta?’ ruggì Ron. ‘SEI una
strega, sì o no?’》

E la sala scoppiò a ridere, mentre Hermione arrossiva. 《Ero nel panico》disse in sua difesa.

《‘E va bene!’ fece Hermione. Estrasse la sua
bacchetta magica,
l'agitò nell'aria, bofonchiò qualcosa e sparò
contro la pianta un
getto di fiamme color campanula, le stesse che
aveva usato su Piton.
Nel giro di pochi istanti, i due ragazzi avvertirono
la presa che si
allentava, mentre la pianta si ritraeva dalla luce e
dal calore. I
tentacolisi accartocciarono sbattendo e
srotolandosi dai loro corpi, e i due riuscirono
finalmente a liberarsi.
‘Fortuna che a lezione di Erbologia staisempre
attenta, Hermione’
disse Harry appoggiandosi al muro accanto a lei
e asciugandosi il sudore dalla faccia.
‘Già’ fece Ron, ‘e fortuna che Hermione non
perde mai la testa in
situazioni di emergenza... "Non c'è legna!"... ma
insomma!’
‘Da questa parte’ riprese Harry, additando
l'unica via di uscita
che siscorgesse: un passaggio fra due pareti di
pietra.
A parte i loro stessi passi, l'unico altro rumore
era un lieve
gocciolio di acqua che scorreva lungo le pareti.
Lo stretto corridoio procedeva in discesa, e a
Harry ricordò molto la Gringott. Con uno
spiacevole tuffo al cuore, gli tornarono in mente i
draghi che si diceva montassero la guardia alle camere di
sicurezza nella banca dei maghi. Se avessero
incontrato un drago, un drago adulto... con
Norberto era già stata abbastanza dura...
‘Non sentite niente?’ bisbigliò Ron.
Harry tese l'orecchio. Si udiva un lieve fruscio e
tintinnio, che
sembrava provenire dall'alto.
‘Credete che sia un fantasma?’
‘Non saprei... dal rumore sembra un battito
d'ali’.
‘In fondo c'è una luce... vedo qualcosa che si
muove’.
Raggiunsero l'estremità del passaggio e davanti
a loro videro una camera tutta illuminata con ilsoffitto a volta, alto
sopra le loro
teste. Era piena di uccellini daglisplendidi colori,
come gemme, che svolazzavano e volteggiavano
per tutta la stanza. Sul lato opposto vi era un
pesante portone di legno.
‘Pensate che ci attaccheranno se attraversiamo
la camera?’ disse
Ron.
‘Probabilmente’ rispose Harry. ‘Non sembrano
molto cattivi, ma
immagino che se scendessero tutti insieme in
picchiata... Be', non c'è nient'altro da fare...
Parto io’. Raggiunse incolume il portone.
Tirò la maniglia, ma
quello era chiuso a chiave.
Gli altri due lo seguirono. Si misero a tirare e a
scuotere il
portone nel tentativo di aprirlo, ma non si mosse
neanche quando
Hermione provò con la formula magica:
Alohomora.
‘E adesso?’ fece Ron.
‘Questi uccelli... non è possibile che siano qui
soltanto per bellezza’ osservò Hermione.
Stettero a guardare le creature che si libravano
nell'aria,
scintillanti... scintillanti?
‘Ma questi non sono uccelli!’ esclamò Harry a
un tratto. ‘Sono
chiavi! Chiavi alate! Guardate bene! Allora,
questo vuol dire che...’
e si guardò attorno per la stanza, mentre gli altri
due scrutavano lo sciame di chiavi. ‘Ma sì:
guardate! Prendiamo i manici discopa!
Dobbiamo acchiappare la chiave che apre il
portone!’
‘Ma queste sono centinaia!’
Ron esaminò attentamente la serratura.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora