■Mezzosangue e mezzevoci (2)

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《Harry capì subito che Malfoy doveva aver detto una cosa veramente cat-
tiva perché le sue parole suscitarono un'istantanea ribellione. Flitt dovette
tuffarsi davanti a Malfoy per impedire che Fred e George gli saltassero ad-
dosso; Alicia strillò: «Ma come osi!» e Ron affondò la mano nelle pieghe
del vestito, estrasse la bacchetta magica gridando: «Questa la paghi, Mal-
foy!» e la puntò furibondo contro di lui.
Uno scoppio tremendo risuonò per tutto lo stadio: un fascio di luce verde
uscì dalla parte sbagliata della bacchetta di Ron, lo colpì allo stomaco e lo
scaraventò a terra.
«Ron! Ron! Tutto bene?» gridò Hermione.
Ron fece per parlare ma non riuscì a dire neanche una parola. Emise in-
vece un potente rutto e dalla bocca gli uscirono una quantità di lumache
che gli caddero sulle ginocchia.
La squadra dei Serpeverde era paralizzata dal ridere. Flitt era piegato in
due e per non cadere si reggeva al suo nuovo manico di scopa. Malfoy era
caduto a quattro zampe e picchiava freneticamente il pugno a terra. I Grifondoro erano tutti intorno a Ron, che continuava a vomitare grosse luma-
che lucenti. Sembrava che nessuno volesse toccarlo.
«Forse è meglio portarlo da Hagrid, che è più vicino» disse Harry a
Hermione, la quale annuì coraggiosamente; entrambi cominciarono a tirare
Ron per le braccia.
«Che cosa è successo, Harry? Che cosa è successo? Sta male? Ma tu
puoi curarlo, non è vero?» Colin si era precipitato giù dalla tribuna e ora
gli saltellava intorno, mentre loro lasciavano il campo. Ron ebbe un altro
enorme conato di vomito, anche questo seguito da una fuoriuscita di luma-
che.
«Oooh!» esclamò Colin affascinato, brandendo la macchina fotografica.
«Harry, riesci a tenermelo fermo?»
«Fuori dai piedi, Colin!» gli gridò Harry infuriato. Poi, insieme a Her-
mione, trascinò Ron fuori dello stadio e poi giù, attraverso i campi, verso il
limitare della foresta.
«Siamo quasi arrivati, Ron» disse Hermione quando si intravide il ca-
panno del guardiacaccia. «Vedrai che fra un attimo starai bene... siamo
quasi arrivati...»》

Hermione sorrise ai gemelli e a Ron, avevano preso le sue difese, Ron si accorse che la sua ragazza aveva gli occhi lucidi. 《Non starci male, tu vali trenta mila Malfoy platinati》sussurrò e la riccia rise alla battuta. Lily poté capirla e guardò quello che era il suo ex migliore amico, che la guardava con un velo di tristezza negli occhi. Lily si sentì di mimare 《mostro》e sorrise quando lo vide chinare il capo.

James se ne accorse e non disse nulla, preferiva che fosse la moglie, che era molto più pacata di lui, ad offendere l'uomo.

《Erano a meno di sessanta metri dalla capanna di Hagrid quando la porta
si apri, ma a uscirne non fu il guardiacaccia, bensì Gilderoy Allock, che
quel giorno indossava un abito color malva pallido.
«Svelti, nascondetevi qua dietro» sibilò Harry trascinando Ron dietro a
un cespuglio lì vicino. Hermione lo seguì, anche se con una certa riluttan-
za.
«È semplice, se sai quel che fai» stava dicendo Allock a Hagrid parlando
a voce molto alta. «Se hai bisogno di aiuto, sai dove trovarmi! Ti farò ave-
re una copia del mio libro... Mi sorprende che tu non l'abbia già. La firmo
stanotte e poi te la mando. Bene, arrivederci!» e si allontanò a gran passi
verso il castello.
Harry attese che Allock fosse sparito, quindi estrasse Ron dal cespuglio
e lo trascinò fino alla porta del capanno. Bussarono con impazienza.
Hagrid apparve all'istante; aveva un'aria immusonita ma quando li vide
si illuminò.
«Be', gliel'avete fatta a venire a trovarmi... Entrate... entrate... Credevo
che era un'altra volta quel professore lì...»
Harry e Hermione aiutarono Ron a entrare nell'unica stanza della capan-
na che conteneva un letto enorme in un angolo e un fuoco scoppiettante
nell'altro. Hagrid non sembrò affatto impensierito dal problema delle lumache che Harry si affrettò a spiegargli mentre aiutava l'amico a mettersi
seduto.
«Meglio fuori che dentro» disse allegramente, scaraventandogli davanti
ai piedi un grosso bacile di rame. «Buttale fuori tutte, Ron».
«Credo che non ci sia altro da fare che aspettare che finiscano» disse
Hermione ansiosa, osservando Ron. «Già è una magia difficile in condi-
zioni ottimali, figuriamoci con una bacchetta rotta...»
Hagrid si stava dando da fare a preparare un tè. Thor, il suo cane da cac-
cia nero, faceva le feste a Harry.
«Che cosa voleva Allock da te, Hagrid?» chiese il ragazzo dando a Thor
una grattatina sulle orecchie.
«Uh, mi diceva come cavare gli spiritelli dal pozzo» grugnì Hagrid to-
gliendo dal tavolo malconcio un galletto mezzo spennato e poggiandovi la
teiera. «Non c'ho capito niente. E poi come aveva fatto a sgominare non so
che streghe. Mi mangio il paiolo se c'era solo mezza parola di vero!»
Non era da Hagrid criticare un insegnante di Hogwarts e Harry lo guardò
sorpreso. Ma Hermione disse con un tono di voce un po' più alto del solito:
«Penso che tu sia un po' ingiusto. È ovvio che il professor Silente ha pen-
sato che fosse il migliore per quell'incarico...»
«Il solo, non il migliore» disse Hagrid offrendo ai ragazzi un vassoio di
caramelle mou, mentre Ron tossiva e vomitava nel bacile. «Solo come
l'occhio di un orbo nel paese dei ciechi. Diventa sempre più tosto rimedia-
re qualcuno per le Arti Oscure. Girano tutti al largo, capito? Pensano che la
materia porta male. Nessuno resiste a lungo. Ma ditemi un po'» proseguì
accennando con il capo a Ron, «chi ha cercato di incantare?»
«Malfoy ha insultato Hermione. Dev'essere stata una cosa pesante per-
ché tutti si sono arrabbiati».
«Era pesante» disse Ron con voce roca sollevando la testa pallido e su-
dato. «Malfoy l'ha chiamata 'mezzosangue', Hagrid...»
Ron si interruppe per via di una nuova ondata di lumache. Hagrid s'indignò moltissimo》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora