♤Il patronus (2)

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《«Harry! Harry... svegliati...»
Lupin lo stava schiaffeggiando. Questa volta Harry ci mise un po' di più
a capire perché era disteso sul polveroso pavimento di una classe.
«Ho sentito mio padre» mormorò. «È la prima volta che lo sento... ha
cercato di affrontare Voldemort per dare a mia madre il tempo di fuggi-
re...»
Harry all'improvviso si accorse che aveva il viso bagnato di lacrime.
Chinò il capo più che poteva e si asciugò le guance con un lembo del vesti-
to, fingendo di allacciarsi la scarpa, per non farsi vedere da Lupin.
«Hai sentito James?» chiese Lupin con una strana voce.
«Si...» A volto asciutto, Harry alzò gli occhi. «Perché... lei non conosce-
va mio padre, vero?»
«Io... sì, in realtà» disse Lupin. «Eravamo amici a Hogwarts. Ascolta,
Harry... forse per questa sera dovremmo lasciar perdere. Questo incantesi-
mo è troppo avanzato... Non dovevo nemmeno proporti di provarci...»
«No!» esclamò Harry. Si rialzò. «Proverò un'altra volta! Non penso a
cose abbastanza felici, ecco cos'è... aspetti...»
Si spremette le meningi. Un ricordo molto, molto felice... uno da poter trasformare in un buon Patronus forte...
Il momento in cui aveva scoperto che era un mago, e che avrebbe lascia-
to casa Dursley per andare a Hogwarts! Se non era quello un ricordo felice,
allora... Concentrandosi molto intensamente su ciò che aveva provato
quando aveva capito che se ne sarebbe andato da Privet Drive, Harry si al-
zò e affrontò ancora una volta la cassa.
«Pronto?» chiese Lupin, con l'aria di agire contro ogni buonsenso. «Ti
sei concentrato? D'accordo... vai!»
Alzò il coperchio della cassa per la terza volta, e il Dissennatore ne uscì;
la stanza divenne fredda e buia...
«EXPECTO PATRONUM!» strillò Harry, «EXPECTO PATRONUM!
EXPECTO PATRONUM!»
L'urlo dentro la sua testa era ricominciato, solo che questa volta era co-
me se uscisse da una radio male sintonizzata. Diminuiva, aumentava, di-
minuiva di nuovo... e Harry vide ancora il Dissennatore... si era fermato...
e poi una grande ombra argentea esplose dalla punta della bacchetta di
Harry, si alzò fluttuando tra lui e il Dissennatore, e anche se Harry si senti-
va le gambe molli, era ancora in piedi... anche se non sapeva per quanto
avrebbe resistito...
«Riddikulus!» ruggì Lupin, facendo un balzo in avanti.
Qualcosa si spezzò sonoramente, e il Patronus nebuloso di Harry sparì
assieme al Dissennatore; Harry si lasciò cadere su una sedia, esausto come
se avesse appena corso per un miglio, le gambe tremanti. Con la coda del-
l'occhio vide il professor Lupin che a colpi di bacchetta costringeva il Mol-
liccio a rientrare nella cassa; era tornato di nuovo un globo argenteo.
«Eccellente!» disse Lupin avvicinandosi. «Eccellente, Harry! Davvero
un buon inizio!»
«Posso provare ancora? Solo una volta?»
«Non ora» disse Lupin in tono fermo. «Per una sola sera basta così. Ec-
co...»
E porse a Harry una grossa tavoletta del migliore cioccolato di Mielan-
dia.》

《Voglio sapere la forma del patronus ora》disse il padre curioso. Harry pensò di provare una cosa. Si alzò e sotto lo sguardo di tutti, provò ad evocare un patronus, se era scritto nel libro, tanto vale vedere se lo sapesse davvero fare. Chiuse gli occhi e pensò al momento in cui vide i genitori, al momento in cui li strinse la prima volta. 《Expecto Patronum》urlò e dalla punta della bacchetta uscì un enorme cervo argenteo. Tutti rimasero a bocca aperta.

《Harry...come...》chiese la madre e poi un forte applauso. 《James è il tuo stesso patrone》disse Sirius e un secondo cervo si unì al primo. Lily commossa evocò il suo e ora una graziosa cerva giocava con i due cervi.

Silente era sorpreso, e si lasciò andare in un sorriso soddisfatto. Altre ragazze piansero commosse. Quando i tre patroni andarono via, i tre si abbracciarono.

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora