♤La profezia della professoressa Cooman (2)

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«Com'è andata?» gli chiese Harry alzandosi.
«Uno schifo» rispose Ron. «Non ho visto niente, così mi sono inventato
qualcosa. Non credo di averla convinta, comunque...»
«Ci vediamo in sala comune» mormorò Ron mentre la voce della pro-
fessoressa Cooman chiamava «Harry Potter!»
La stanzetta della torre era più calda che mai; le tende erano tirate, il
fuoco acceso, e il solito aroma nauseante fece tossire Harry mentre in-
ciampava nella folla di sedie e tavoli fino a raggiungere la professoressa
Cooman, che lo aspettava seduta davanti a una grossa sfera di cristallo.
«Buona giornata, mio caro» disse con voce dolce. «Se gentilmente vuoi
guardare nell'Occhio... fai pure con calma... poi dimmi che cosa vedi...»
Harry si chinò sulla sfera di cristallo e la fissò più intensamente che po-
teva, nella speranza che gli mostrasse qualcosa oltre alla solita nebbia
bianca vorticante. Ma non successe nulla.
«Allora?» lo esortò la professoressa Cooman. «Che cosa vedi?»
Il calore era soffocante e le narici di Harry bruciavano per il fumo pro-
fumato che si alzava dal fuoco. Pensò a quello che aveva appena detto Ron
e decise di fingere.
«Ehm...» disse, «una forma scura... mmm...»
«A cosa assomiglia?» sussurrò la professoressa Cooman. «Pensaci...»
Harry si concentrò e gli venne in mente Fierobecco.
«A un Ippogrifo» disse deciso.
«Davvero!» bisbigliò la professoressa Cooman, scarabocchiando furio-
samente sulla pergamena che teneva in bilico sulle ginocchia. «Ragazzo
mio, forse vedi le conseguenze dei guai del povero Hagrid con il Ministero
della Magia! Guarda meglio... ti sembra che l'Ippogrifo abbia... la testa?»
«Sì» disse Harry in tono fermo.
«Sicuro?» insistette la professoressa Cooman. «Sei sicuro, caro? Non lo
vedi contorcersi a terra, magari, con una sagoma scura che brandisce l'a-
scia dietro di lui?»
«No!» disse Harry, che cominciava ad avvertire un vago malessere.
«Niente sangue? Hagrid non piange?»
«No!» ripeté Harry, desideroso di andarsene da quella stanza e dal calo-
re. «Sta bene, adesso... vola via...»
La professoressa Cooman sospirò.
«Be'. caro, credo che ci fermeremo qui... un po' deludente... ma sono cer-
ta che hai fatto del tuo meglio». Sollevato, Harry si alzò, prese la borsa e fece per andarsene, ma poi una
voce alta e dura parlò alle sue spalle.
«Accadrà questa notte».
Harry si voltò. La professoressa Cooman si era irrigidita sulla sedia, lo
sguardo perso e la bocca tremante.
«Co... come?» disse Harry.

Tutti si fecero più attenti.

《Ma la professoressa Cooman parve non sentirlo. I suoi occhi si rovescia-
rono. Harry rimase lì spaventato. Sembrava che lei stesse per avere una
specie di attacco. Esitò, pensando di correre fino all'infermeria. Poi la pro-
fessoressa Cooman parlò di nuovo con quella voce dura, cosi diversa dal
solito:
«Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato dai suoi seguaci.
Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. Questa notte, prima di
mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore
Oscuro risorgerà con l'aiuto del servo, più grande e più orribile che mai.
Questa notte... prima di mezzanotte... il servo... si libererà... per unirsi... al
padrone...»》

Silenzio. Silente guardò Harry. Tutto era chiaro, Minus avrebbe fatto risorgere Voldemort. Il mangiamorte sotto copertura era felice di aver scoperto qualcosa di utile. Quindi il suo signore sarebbe tornato davvero. Non vide l'ora di dirlo al suo signore.

《Harry...》iniziò a dire la madre. 《Mamma, dopo》e la rossa annuì.

《La testa le ricadde sul petto. L'insegnante emise una sorta di grugnito.
Poi, all'improvviso, la sua testa si rialzò.
«Mi dispiace tanto, caro ragazzo» disse sognante. «Dev'essere il caldo,
sai... mi sono addormentata...»
Harry continuò a guardarla.
«C'è qualcosa che non va, mio caro?»
«Lei... lei mi ha appena detto che il... il Signore Oscuro risorgerà... che il
suo servo sta per tornare da lui...»
La professoressa Cooman parve decisamente stupita.
«Il Signore Oscuro? Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Mio caro
ragazzo, non è una cosa sulla quale si può scherzare... risorgere, addirittu-
ra...»
«Ma l'ha detto lei un momento fa! Ha detto che il Signore Oscuro...»
«Ti devi essere assopito anche tu, caro!» disse la professoressa Cooman.
«Non avrei mai la presunzione di prevedere una cosa così inverosimile!»
Harry ridiscese la scaletta e la scala a chiocciola, stupefatto... aveva ap-
pena ascoltato la professoressa Cooman formulare una vera profezia? O
forse aveva solo pensato di concludere l'esame con una scena impressio-
nante?
Cinque minuti dopo filava oltre i troll della sorveglianza, verso l'ingres-
so della Torre di Grifondoro, con in mente l'eco delle parole della professoressa Cooman. I compagni lo incrociarono diretti dalla parte opposta, ri-
dendo e scherzando, puntando verso i prati e un po' di quella libertà a lun-
go agognata; quando Harry ebbe superato il buco del ritratto ed entrò nella
sala comune, la trovò quasi deserta. Tn un angolo però c'erano Ron e Her-
mione.
«La professoressa Cooman» esclamò Harry ansante, «mi ha appena det-
to...»
Ma si interruppe di colpo alla vista delle loro facce.
«Fierobecco ha perso» disse Ron pianissimo. «Hagrid ha appena manda-
to questo».
Il biglietto di Hagrid questa volta era asciutto, senza macchie di lacrime,
ma la sua mano doveva aver tremato mentre scriveva, tanto che il messag-
gio si leggeva a stento.
Appello perso. Esecuzione al tramonto. Nulla da fare. Non venite. Non
voglio che vedete.
Hagrid

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora