■Il club dei duellanti (1)

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Il Preside tornò a leggere.

《Quel sabato mattina Harry si svegliò alla luce del sole invernale che i-
nondava la stanza e con il braccio riossificato, anche se ancora molto rigi-
do. Si mise a sedere e sbirciò il letto di Colin, che però era stato escluso al-
la vista dalle lunghe tende dietro cui Harry si era cambiato il giorno prima.
Vedendolo sveglio, Madama Chips si avvicinò sollecita con il vassoio del-
la colazione e poi cominciò a piegargli il braccio e a stirargli le dita.
«Tutto a posto» disse mentre lui cercava a fatica di cacciarsi in bocca il
porridge con la mano sinistra. «Quando hai finito di mangiare puoi andar-
tene».
Harry si vestì più in fretta che poté e si avviò di gran carriera verso la
torre dei Grifondoro, ansioso di raccontare a Ron e a Hermione di Colin e
di Dobby. Ma non li trovò. Partì alla loro ricerca, chiedendosi dove si fos-
sero cacciati e sentendosi un po' offeso dal loro disinteresse per la sorte del
suo braccio.
Mentre passava davanti alla biblioteca ne uscì Percy Weasley, che pare-
va di umore assai migliore dell'ultima volta che si erano incontrati.
«Salve, Harry» lo salutò. «Ottimo volo, ieri, veramente superbo. Il Gri-
fondoro è già in testa alla classifica per la Coppa delle Case... hai vinto
cinquanta punti!»
«Hai visto per caso Ron e Hermione?» chiese Harry.
«No» rispose Percy, e il sorriso gli si spense. «Spero che Ron non si sia
infilato un'altra volta nel bagno delle femmine...»
Harry si costrinse a ridere, aspettò che Percy fosse andato via e poi si di-
resse difilato al bagno di Mirtilla Malcontenta. Non riusciva a capire per-
ché Ron e Hermione avrebbero dovuto essere di nuovo lì, ma dopo essersi
assicurato che né Gazza né qualche Prefetto fossero nei paraggi aprì la por-
ta e udì le loro voci provenire da un gabinetto chiuso a chiave.
«Sono io» disse chiudendosi la porta alle spalle. Da dentro il gabinetto si
udì qualcosa cadere rumorosamente dentro l'acqua e un respiro soffocato;
poi Harry vide l'occhio di Hermione sbirciare attraverso il buco della serra-
tura.
«Harry!» esclamò. «Ci hai fatto prendere un colpo! Entra... come va il
braccio?»
«Bene» disse lui trattenendo il respiro per riuscire a infilarsi nel gabinet-
to. Sul water era stato sistemato un vecchio calderone e da uno scoppiettio
proveniente da sotto Harry capì che era stato acceso un fuoco. Accendere
fuochi portatili a prova d'acqua era una delle specialità di Hermione.
«Dovevamo venire a trovarti, ma abbiamo deciso di cominciare a prepa-
rare la Pozione Polisucco» spiegò Ron mentre Harry richiudeva a chiave il
gabinetto con una certa difficoltà. «Abbiamo deciso che questo è il posto
più sicuro dove nasconderla».
Harry cominciò a raccontare di Colin, ma Hermione lo interruppe: «Lo
sappiamo già; questa mattina abbiamo sentito la McGranitt che lo diceva a
Vitious. Per questo abbiamo deciso che era meglio iniziare...»
«Prima otteniamo una confessione da Malfoy, meglio è» disse Ron con
tono aggressivo. «Sapete cosa penso? Che era talmente fuori di sé dopo la
partita a Quidditch che se l'è presa con Colin»》

Ed anche tanti altri lo pensavano.

《«Ma c'è dell'altro» disse Harry guardando Hermione sminuzzare alcune
foglie di Erba fondente e gettarle nella pozione. «Dobby è venuto a tro-
varmi nel bel mezzo della notte».
Ron e Hermione alzarono gli occhi, stupiti. Harry raccontò tutto quel
che gli aveva detto - o che non gli aveva detto - Dobby. 1 due ragazzi a-
scoltarono a bocca aperta.
«La Camera dei Segreti è stata già aperta un'altra volta?» chiese Her-
mione.
«Questo spiega tutto» disse Ron con voce trionfante. «Lucius Malfoy
deve aver aperto la Camera quando studiava qui e ora ha spiegato al caro
Draco come si fa. E evidente. Peccato che Dobby non ti abbia detto di che
tipo di mostro si tratta. Mi chiedo come sia possibile che nessuno l'abbia
mai incontrato in giro per la scuola».
«Forse può rendersi invisibile» disse Hermione spingendo le sanguisu-
ghe verso il fondo del calderone. «O forse si camuffa... fa finta di essere
un'armatura o cose del genere. Ho letto qualcosa sui Fantasmi Camaleon-
ti...»
«Tu leggi troppo, Hermione» disse Ron versando le Crisope morte sopra
le sanguisughe. Appallottolò il sacchetto che le aveva contenute e si voltò
a guardare Harry.
«E così è stato Dobby a impedirci di salire sul treno e a romperti il brac-
cio...» Scosse il capo. «Sai una cosa, Harry? Se non la smette di cercare di
salvarti la pelle finisce che ti ammazza».》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora