♤L'ira di Piton (3)

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《Harry tentò di apparire vagamente sorpreso.
«Non lo so, professore».
Gli occhi di Piton perforavano quelli di Harry. Era esattamente come
cercare di fissare un Ippogrifo. Harry cercò disperatamente di non battere
ciglio.
«Il signor Malfoy poi ha visto una straordinaria apparizione. Riesci a
immaginartela, Potter?»
«No» disse Harry, tentando ora di mostrarsi ingenuamente curioso.
«Era la tua testa, Potter. Che galleggiava a mezz'aria».
Cadde un lungo silenzio.
«Forse è meglio se va a trovare Madama Chips» disse Harry. «Se ha del-
le visioni...»
«Che cosa ci faceva la tua testa a Hogsmeade, Potter?» disse Piton pia-
no. «La tua testa non ha il permesso di andare a Hogsmeade. Nessuna par-
te del tuo corpo ha il permesso di andare a Hogsmeade».
«Lo so» disse Harry sforzandosi di non sembrare colpevole o spaventa-
to. «Pare che Malfoy abbia le alluci...»
«Malfoy non ha le allucinazioni» sibilò Piton, e si chinò verso Harry po-
sando le mani sui braccioli della sedia, finché il suo viso non fu vicinissi-
mo a quello del ragazzo. «Se la tua testa era a Hogsmeade, vuol dire che
c'era anche il resto»》

《Lontano da mio figlio stronzo》sibilò Lily.

《«Ero su nella Torre dei Grifondoro» disse Harry. «Come ha detto lei...»
«C'è qualcuno che può confermarlo?»
Harry non disse nulla. Le labbra sottili di Piton si arricciarono in un sor-
riso orribile.
«Allora» disse rialzandosi. «Tutti, dal Ministero della Magia in giù,
stanno cercando di tenere il celebre Harry Potter alla larga da Sirius Black.
Ma il celebre Harry Potter detta legge. Che sia la gente comune a preoccu-
parsi della sua sicurezza! Il celebre Harry Potter va dove vuole, senza pen-
sare alle conseguenze».
Harry rimase zitto. Piton stava cercando di indurlo a dire la verità. E lui
non aveva nessuna intenzione di farlo. Piton non aveva prove. Non ancora.
«Sapessi quanto assomigli a tuo padre, Potter» disse Piton all'improvvi-
so, con un bagliore negli occhi. «Anche lui era straordinariamente arrogan-
te. Quel suo po' di talento a Quidditch gli dava la certezza di essere supe-
riore agli altri. Come te. Andava in giro a pavoneggiarsi con i suoi amici e
ammiratori... la somiglianza fra voi due è straordinaria».
«Mio padre non si pavoneggiava» disse Harry prima di riuscire a trattenersi. «E nemmeno io».
«Neanche tuo padre dava molto peso alle regole» riprese Piton, approfit-
tando del vantaggio, il volto magro pervaso di malvagità. «Le regole erano
fatte per i comuni mortali, non per i campioni di Quidditch. Aveva la testa
piena...»
«STIA ZITTO!»》

E Harry ricevette molti applausi.

《Harry era scattato in piedi. Un'ira che non provava dalla sua ultima notte
a Privet Drive gli saettava in corpo. Non badò al fatto che il volto di Piton
si fosse irrigidito e che gli occhi neri lampeggiassero pericolosamente.
«Che cosa hai detto, Potter?»
«Le ho detto di non dire più niente su mio padre!» gridò Harry. «Io so la
verità, va bene? Le ha salvato la vita! Me l'ha detto Silente! Lei non sareb-
be qui se non fosse per mio padre!»
Il volto già pallido di Piton diventò del colore del latte inacidito.
«E il Preside ti ha raccontato le circostanze in cui tuo padre mi ha salva-
to la vita?» sussurrò. «O ha pensato che i dettagli fossero troppo spiacevoli
per le orecchie delicate del caro Potter?»
Harry si morse le labbra. Non sapeva che cos'era successo e non voleva
ammetterlo, ma sembrava che Piton avesse indovinato la verità.
«Mi dispiacerebbe che tu ti facessi un'idea sbagliata di tuo padre, Potter»
disse, mentre un ghigno orribile gli deformava la faccia. «Hai forse imma-
ginato un atto di glorioso eroismo? Allora lascia che ti corregga. Il tuo san-
tissimo padre e i suoi amici hanno fatto uno scherzo davvero spiritoso che
si sarebbe concluso con la mia morte se tuo padre all'ultimo momento non
avesse avuto paura. Non ci fu niente di coraggioso in quello che fece. Fu
solo per salvare la sua pelle quanto la mia. Se lo scherzo fosse riuscito, sa-
rebbe stato espulso da Hogwarts».》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora