■Gilderoy Allock (3)

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《Si chinò per raccogliere una grossa gabbia coperta da un panno e la posò
sulla cattedra.
«Ora... un avvertimento! Il mio compito è quello di armarvi contro le più
orrende creature note alla stirpe dei maghi! In questa stanza potrete trovar-
vi a dover affrontare le vostre peggiori paure. Sappiate soltanto che niente di male potrà accadervi fintanto che io sono qui. Vi chiedo solo di rimane-
re calmi».
Suo malgrado, Harry si sporse oltre la pila di libri per guardare meglio la
gabbia. Allock mise una mano sul panno. Ora Dean e Seamus avevano
smesso di ridere. Neville, nel suo banco in prima fila, si era fatto piccolo
piccolo.
«Devo chiedervi di non gridare» disse Allock abbassando la voce. «Po-
trebbe aizzarli».
Mentre la classe tratteneva il respiro Allock tolse la coperta.
«Ebbene sì» disse in tono drammatico. «Folletti della Cornovaglia appe-
na catturati».
Seamus Finnigan non riuscì a controllarsi. Sbottò in una risata che nean-
che Allock riuscì a prendere per un grido di terrore.
«Ebbene?» sorrise a Seamus.
«Be', non sono... non sembrano molto... pericolosi» disse Seamus soffo-
cando dalle risate.
«Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro» disse Allock scuotendo un dito
ammonitore in direzione del ragazzo. «Possono essere tipetti discretamente
diabolici!»
I folletti erano di colore blu elettrico, alti circa venti centimetri, con vi-
setti appuntiti e voci così penetranti che era come sentire il cicaleccio di un
nugolo di pappagallini. Appena tolta la coperta avevano cominciato a ciar-
lare e a saettare di qua e di là, scuotendo le sbarre e facendo le boccacce a
quelli seduti più vicino.
«Bene» disse Allock ad alta voce. «Vediamo che cosa siete capaci di
farne!» E aprì la gabbia.
Ci fu un pandemonio. I folletti schizzavano in tutte le direzioni come
missili. Due di loro afferrarono Neville per le orecchie e lo sollevarono in
aria. Molti si fiondarono contro le finestre, innaffiando di vetri rotti quelli
dell'ultima fila. Gli altri si impegnarono a distruggere la classe meglio di
un rinoceronte infuriato. Afferrarono i calamai e spruzzarono inchiostro
dappertutto, ridussero a brandelli libri e fogli di carta, strapparono i quadri
dalle pareti, rovesciarono il cestino della carta, afferrarono borse e libri e li
scaraventarono fuori dalle finestre rotte; nel giro di pochi minuti metà del-
la classe si riparava sotto i banchi e Neville oscillava appeso al candelabro
sul soffitto.
«Su, muovetevi, radunateli, radunateli! In fondo sono soltanto folletti...»
gridava Allock.》

《Che razza di idiota》disse James ridendo con a seguito Sirius.

《Si tirò su le maniche, brandì la bacchetta magica e ruggì: «Peskipiksi Pe-
sternomi!»
Non accadde assolutamente nulla; uno dei folletti ghermì la bacchetta di
Allock e scaraventò anche quella fuori dalla finestra. Allock strabuzzò gli
occhi e si tuffò sotto la cattedra, evitando per un pelo di essere schiacciato
da Neville, che si schiantò al suolo perché il candelabro aveva ceduto.
La campanella suonò e ci fu un fuggi fuggi verso l'uscita. Nella calma
relativa che seguì Allock si rialzò in piedi, vide Harry, Ron e Hermione
che avevano quasi raggiunto la porta e disse: «Bene, affido a voi il compi-
to di acchiappare quelli che sono rimasti fuori e di rimetterli nella gabbia».
Li sorpassò come una saetta e si chiuse rapidamente la porta alle spalle.
«Roba da non credere!» tuonò Ron mentre un folletto gli mordeva un
orecchio.
«Vuole semplicemente farci fare esperienza» disse Hermione mentre
immobilizzava in un colpo due folletti con un astuto Incantesimo di Con-
gelamento e li rimetteva nella gabbia.
«Esperienza?» disse Harry cercando di agguantare un folletto che si te-
neva fuori tiro e faceva le linguacce. «Hermione, te lo dico io: non aveva
la più pallida idea di quel che stava facendo».
«Sciocchezze» disse Hermione. «Hai letto i suoi libri... Guarda tutte le
cose strabilianti che ha fatto...»
«Che dice di aver fatto» bofonchiò Harry.》

La lettura finì e con essa anche la cena. Poi, quando finì, il corvino chiamò l'attenzione dei genitori e decise di dirgli ciò che Lucius e Piton avevano detto pochi giorni prima di finire in carcere. 《Quel bastardo lo uccido》disse James prendendo la bacchetta, ma Lily lo fermò. 《James parliamone con Albus》《No, quello stronzo deve solo provare a toccare mio figlio e lo disintegro》disse serio e Harry pensò che avesse sbagliato nel dirlo, ma se Minus aiutava Malfoy, doveva in qualche modo proteggersi.

《Harry, nessuno ti farà del male, ci siamo noi. Ora vai in camera, ci vediamo domani》disse Sirius volendo evitare al corvino una discussione tra i genitori. Harry capì e andò via dalla sala grande, con dietro i suoi amici. 《Pensi davvero che Piton possa farti del male?》《Mi odia e odia mio padre, si ne sarebbe capace. Se non lo fa, sarà soltanto grazie a Silente. Ma se non lo farà lui, lo farà Lucius e sono comunque fregato.》disse passandosi una mano nei capelli ed entrando nella sala comune.

Stette lì a giocare con Ron agli scacchi mentre Hermione leggeva. 《Spero solo che col dirlo i miei non litigano a causa mia》disse mentre Ron vinceca di nuovo. 《Vedrai che non sarà così.》lo tranquillizzò Hermione e poco dopo Harry andò a dormire, o semplicemente volle restare solo.

Una volta volta nella sua stanza, si promise che se solo Minus o Malfoy avessero provato a fargli del male o a far del male alla sua famiglia, li avrebbe uccisi su due piedi. Non avrebbe permesso a Minus di togliergli i genitori di nuovo, non sta volta.

Così si addormentò mentre nell'ufficio del Preside succedeva un casino. James voleva picchiare Severus che aveva offeso il figlio, Lily che provava a far calmare James e Silente che metteva ordine. 《Severus è vero che hai consigliato a Malfoy di uccidere Harry prima di un possibile ritorno di Voldemort?》chiese e il docente annuì. 《Si, tanto anche lei sa che lui tornerà. Lo sa bene》disse acido. Il Preside lo guardò severo. 《Non ti dimenticare Severus che ti ho aiutato a non finire in gabbia, ti ho aiutato sin dal momento in cui mi hai chiesto di proteggere Lily. La colpa è tua che hai spifferato la profezia a Voldemort. Prenditi le conseguenze o finisci in carcere. Sta a te decidere. James, mi assicurerò che Harry sia protetto, tutti voi potete andare.》concluse serio e i due coniugi lasciarono l'ufficio soddisfatti, mentre Severus no. Voleva vendetta e l'avrebbe avuta, al diavolo Silente e il suo finto buonismo.

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora