♤Grifondoro contro Corvonero (3)

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《Solo una persona non si unì ai festeggiamenti. Hermione, incredibile ma
vero, rimase seduta in un angolo, cercando di leggere un libro enorme inti-
tolato Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani inglesi. Harry si al-
lontanò dal tavolo dove Fred e George avevano cominciato a fare i gioco-
lieri con le bottiglie di Burrobirra e le si avvicinò.
«Sei venuta alla partita?» le chiese.
«Ma certo» rispose Hermione con una strana voce acuta, senza alzare gli
occhi. «E sono contenta che abbiamo vinto, e credo che tu sia stato bravis-
simo, ma devo finire questo libro per lunedì».
«Dài, Hermione, vieni a mangiare qualcosa» disse Harry, cercando Ron
con lo sguardo e chiedendosi se l'amico fosse abbastanza di buonumore da
seppellire l'ascia di guerra.
«Non posso, Harry, ho ancora quattrocentoventidue pagine da leggere»
disse Hermione, in tono lievemente isterico. «Comunque...» Anche lei
guardò dalla parte di Ron, «lui non mi vuole».
Non c'era niente da ribattere, visto che Ron scelse proprio quel momento
per dire ad alta voce:
«Se Crosta non fosse stato appena divorato, avrebbe potuto mangiare un
po' di queste Mosche al Caramello, gli piacevano tanto...»
Hermione scoppiò in lacrime. Prima che Harry potesse dire o fare qual-
cosa, si infilò il libro sottobraccio e tra i singhiozzi corse verso la scala che
portava al dormitorio delle ragazze.
«Non puoi lasciarla un po' in pace?» chiese Harry a Ron, piano. «No» rispose Ron in tono aspro. «Se almeno fosse un po' dispiaciuta...
ma non ammetterà mai di avere torto, Hermione. Si comporta ancora come
se Crosta fosse in vacanza».》

La riccia rise nel vedere il suo ragazzo arrossire.

《La festa dei Grifondoro finì solo quando la professoressa McGranitt
comparve in vestaglia scozzese e retina sui capelli, all'una di notte, insi-
stendo perché andassero tutti a dormire. Harry e Ron salirono nel dormito-
rio, discutendo la partita. Alla fine, esausto, Harry s'infilò nel letto, chiuse
le tende del baldacchino per intercettare un raggio di luna, si distese e sci-
volò quasi immediatamente nel sonno...
Fece un sogno molto strano. Camminava in una foresta, con la Firebolt
in spalla, seguendo qualcosa di un bianco argenteo che scivolava tra gli al-
beri davanti a lui e che Harry intravedeva a fatica tra le foglie. Ansioso di
raggiungere la cosa, si affrettò, ma la sua preda accelerava. Harry prese a
correre e altrettanto fece la cosa. Ora correva, e davanti sentiva un frastuo-
no di galoppo... poi svoltò in una radura e...
«AAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRGGGHHHHH! NOOOO-
OOOOOOOOO!»
Harry si svegliò di colpo, come se qualcuno gli avesse dato uno schiaffo.
Disorientato, nell'oscurità totale, trafficò con le tende. Sentiva dei movi-
menti attorno a sé, e la voce di Seamus Finnigan dall'altra parte della stan-
za esclamò:
«Che cosa succede?»
Harry credette di sentire sbattere la porta del dormitorio. Alla fine riuscì
a dividere le tende, le aprì di scatto e nello stesso istante Dean Thomas ac-
cese la lanterna.
Ron era seduto sul letto, terrorizzato, e le sue tende erano tutte lacerate
da una parte.
«Black! Sirius Black! Con un pugnale!»
«Che cosa?»
«Era qui! Un momento fa! Ha tagliato le tende! Mi ha svegliato!»》

Sirius rise colpevole.

《«Sicuro che non fosse un sogno, Ron?» chiese Dean.
«Guarda le tende! Te l'ho detto, era qui!»
Balzarono giù dal letto. Harry raggiunse per primo la porta del dormito-
rio, e filarono tutti giù per le scale. Si aprirono porte, echeggiarono voci
assonnate...
«Chi ha gridato?»
«Che cosa succede?»
La sala comune era illuminata dal barlume del fuoco ormai quasi spento, ancora ingombra dei resti della festa. Era deserta.
«Sei sicuro che non è stato un sogno, Ron?»
«Ve l'ho detto, l'ho visto!»
«Cos'è tutto questo baccano?»
«La professoressa McGranitt ci ha detto di andare a dormire!»
Alcune ragazze erano scese dalla loro scala, sbadigliando e infilandosi la
vestaglia. Anche i ragazzi comparvero un po' alla volta.
«Magnifico, ricomincia la festa?» esclamò allegramente Fred Weasley.
«Tornate tutti di sopra!» disse Percy, entrando di corsa nella sala comu-
ne e agganciandosi il distintivo di Caposcuola sul pigiama.
«Perce... Sirius Black!» disse Ron debolmente. «Nel nostro dormitorio!
Con un pugnale! Mi ha svegliato!»
Sulla sala comune scese il silenzio.
«Sciocchezze!» esclamò Percy stupefatto. «Hai mangiato troppo, Ron...
hai avuto un incubo...»
«Ti dico che...»
«Insomma, quando è troppo è troppo!»
Era la professoressa McGranitt. Sbatté il ritratto alle sue spalle entrando
nella sala comune e si guardò intorno furente.
«Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa sta diven-
tando ridicola! Percy, da te mi aspettavo di più!»
«Certo non sono stato io a dar loro il permesso, professoressa!» disse
Percy, indignato. «Stavo proprio dicendo loro di tornare a letto! Mio fratel-
lo Ron ha avuto un incubo...»
«NON ERA UN INCUBO!» urlò Ron. «PROFESSORESSA, MI SONO
SVEGLIATO E SlRIUS BLACK ERA SOPRA DI ME CON UN PU-
GNALE IN MANO!»
La professoressa McGranitt lo fissò incredula.
«Non dire sciocchezze, Weasley, come avrebbe fatto a passare attraverso
il ritratto?»
«Glielo chieda!» disse Ron, puntando un dito tremante verso il retro del
quadro di Sir Cadogan. «Gli chieda se ha visto...»
Guardando Ron con sospetto, la professoressa McGranitt riaprì il ritratto
e uscì. Tutta la sala comune tese le orecchie, il fiato sospeso.
«Sir Cadogan, avete lasciato entrare un uomo nella Torre di Grifondo-
ro?»
«Ma certo, Madama!» strillò Sir Cadogan.
Un silenzio attonito si diffuse dentro e fuori la sala comune.》

Alcuni ragazzi risero scuotendo la testa.

《«Da... davvero?» disse la professoressa McGranitt. «Ma... la parola d'or-
dine?»
«Ce le aveva!» rispose Sir Cadogan fiero. «Aveva le parole d'ordine di
tutta la settimana, mia signora! Le ha lette su un foglietto di carta!»
La professoressa McGranitt tornò dall'altra parte del ritratto, dove l'at-
tendeva una folla turbata. Era bianca come gesso.
«Chi mai» disse con voce spezzata, «chi mai è stato di una stupidità così
abissale da scrivere le parole d'ordine della settimana e da lasciarle in gi-
ro?»
Calò il silenzio totale, rotto solo da una specie di pigolio. Neville Pa-
ciock, tremando dalla punta dei capelli ai piedi calzati in soffici pantofole,
alzò lentamente la mano.》

La lettura finì e con essa anche la cena. Harry si allontanò dalla sala insieme a Fred. Era da un po' che i due non stavano insieme e si nascosero nel bagno dei prefetti.

Una volta dentro, Fred sbattè dolcemente Harry al muro e iniziò a baciarlo con foga. Harry ricambiò e gli sfilò la maglia che finì in terra. Fred lo prese in braccio e ancora vestiti, si buttò in piscina bagnando entrambi.

Poi il rosso, spogliò il corvino e lo mise con il petto contro il bordo piscina. Harry ansimò non appena sentì le dita del rosso entrare dentro di lui e strinse il marmo della piscina.

Poi, lo sentì entrare dentro e godè come non mai. Fred mentre spingeva in lui, gli baciava il collo e lasciava dei segni rossi. Poi si svutò in lui e i due si baciarono.

Tornarono in sala comune solo a notte fonda, e Harry dormì con il rosso.

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora