Padfoot e Bambi.

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Harry, uscì dal Castello, l'aria invernale e il freddo secco lo colpì in viso, sentì dei leggeri brividi lungo la schiena, aveva indosso un maglione nero e un paio di jeans pesante, ma le temperature erano fredde. Poco gli importava, ora lui pensava solo ad andare dal padrino. Harry non se lo sapeva spiegare ma da quando aveva Sirius nella sua vita, si sentiva come legato all'uomo. Era stano, ma cosa della sua vita non era strana? Rise a quel pensiero e quando si avvicinò nei pressi del Lago Nero, vide in lontananza la figura del padrino, seduto su di una roccia che guardava l'orizzonte. 

Harry si fermò un attimo ad ammirarlo, sembrava uno di quei poeti babbani maledetti, che vivono pieni di rimorsi e cose non fatte. Si avvicinò e si sedette accanto. Non lo guardò, non parlò, semplicemente stette seduto lì. "Sai Harry" disse l'uomo, Harry notò la voce rotta dal pianto "Sono in debito con te, anche se tu dirai di no, io ti devo tanto. La tua vita é così perché io ho fatto una scelta, una sola scelta che ha portato solo tristezza." continuò assicurandosi che Harry lo stesse ascoltando. "Vedi, la sera in cui i tuoi genitori morirono, io fui il primo a trovarli. Mi ricordo che entrai nella casa ormai distrutta e la prima cosa che vidi era la bacchetta di tuo padre lontano dal suo corpo. Capì che non l'aveva usata ma che aveva lo stesso combattuto per dare il tempo a te e tua madre di mettervi al riparo." 

Continuò con gli occhi lucidi "Quando mi avvicinai al corpo senza vita di tuo padre, mi sedetti accanto e piansi. Avevo pianto tante volte a causa dei miei genitori, dell'abbandono di mio fratello, ma nulla di tutto quello mi ha fatto male come la morte della persona che consideravo un fratello." Harry gli rivolse lo sguardo per la prima volta, era anche il suo lucido. "In quei pochi minuti, mi davo la colpa, se fossi stato io il custode segreto, il corpo senza vita sarebbe stato il mio. E dopo quella sera desideravo di morire, non aveva senso vivere senza la persona che mi ha dato una seconda casa, una seconda famiglia e l'amore che tanto mi era mancato." Riprese fiato e si asciugò il viso. 

"Nel libro non c'era scritto, menomale direi, ma non c'era un giorno che io non rivivessi quel momento, che non provassi a togliermi la vita. L'unica cosa che mi ha tenuto in vita sei stato tu. Pensavo a te, a come stessi, con chi stessi e se stessi bene. Quando poi vidi quella famosa fotografia, al posto della voglia di farla finita, sentì la vendetta prendere il suo posto. Dovevo proteggerti, lo dovevo a Lily e James. Sono scappato e ho affrontato le conseguenze solo per assicurarmi che tu stessi bene, che nulla ti potesse ferire. Per me Harry non sei la copia di tuo padre, anche se gli somigli così tanto, per me sei Harry. L'Harry che tenni nelle braccia non appena era nato, l'Harry che giocava con i miei capelli tirandoli, il piccolo bambi che correva dietro al mio animago, ridendo senza preoccupazioni. Per me sei stato come un figlio, e lo sei ancora" si fermò di nuovo per asciugarsi altre lacrime. 

"Non so se più avanti i tuoi genitori andranno via, ma se così dovesse essere, tu non sarai solo avrai me. Sarò pronto a darti tutto ciò di cui hai bisogno. Sei importate per me, é stato grazie a te che non sono impazzito del tutto, che sono qui a dirti queste parole, che mi fanno sembrare una ragazzina tredicenne in piena crisi ormonale" scherzò e Harry rise di poco. Aveva il volto bagnato dalle lacrime che lasciò cadere senza vergogna. Quelle parole erano le parole più belle che gli fossero mai state rivolte. 

Poteva considerarsi fortunato ad avere nella sua vita Sirius. Su molti aspetti erano simili ed era facile per lui confidarsi su qualsiasi cosa. Aveva provato ad odiarlo, per un breve periodo, ma cedette non appena seppe della sua innocenza. E da quel momento aveva fatto tutto il possibile per recuperare gli anni e il rapporto perso. Mai aveva visto Sirius come un sostituto per il padre, sapeva dividere le due cose. 

"Sir, all'inizio ti ritenevo responsabile, lo ammetto. Quando ti vidi per la prima volta ero arrabbiato, e mi dispiace di averti colpito ma ero un fascio di rabbia pura. Pensavo di avere davanti l'assassino dei miei genitori, la causa per cui ero orfano. Sono stato felice di ricredermi, dopo quel momento, ho scoperto una persona buona, pronta a sacrificarsi per le persone che ama, pronta a volermi nella sua vita e crescermi. Sono sicuro che se anche non ci fossero stati i miei genitori, saresti stato in grado di crescermi nei migliori dei modi. Sono felice che tu sia il mio padrino, e come se questo legame mi facesse sentire forte." disse mentre guardava l'acqua del lago che si muoveva lenta. 

"Tu sei forte Harry, nessuno al tuo posto avrebbe resistito a tutto questo. Hai una forza sovrumana, hai una bontà mai vista prima, ti preoccupi anche per chi non merita le tue preoccupazioni, agisci sempre per il bene di qualcuno, anche se questo corrisponde a metterti nei guai. Sei un ragazzo coraggioso, che ha fatto cose che maghi esperti avrebbero trovato difficoltà. Sono fiero del ragazzo che sei diventato, anzi dell'uomo che sei diventato. E ti prometto, che anche questo ostacolo del Torneo lo affronteremo insieme, non ti lascerò solo nemmeno un secondo. E mi assicurerò di fare il culo a Voldemort quando tornerà. Non mi porterà via di nuovo la mia famiglia." gli disse e a quelle promesse Harry lo abbracciò.

L'uomo strinse il figlioccio coprendolo con la sua giacca. Il corvino si strinse quanto poté al padrino e lasciò uscire tante altre lacrime che aveva trattenuto per molto tempo. Sirius, lo accarezzava come se avesse paura che si potesse rompere. Era felice di averlo tra le sue braccia, pensava che non avrebbe provato mai più quella sensazione così dolce e calda. Ma ecco li, a stringere il figlioccio come la prima volta. Quel piccolo momento, fece bene ai due. Lì unì ancora di più. 

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora