■Il club dei duellanti (3)

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Silente fece fare una piccola pausa e Regulus portò lontano Harry dalla sala. 《Harry》iniziò 《Ho una teoria sul perché tu sappia parlare il serpentese.》E il corvino lo guardò. 《Vedi, io sono stato per un periodo un sostenitore di tu sai chi, i miei genitori mi hanno costretto al marchio.》spiegò e Harry annuì. 《Da quel che so, Tu sai chi discendeva dalla famiglia Gaunt, la madre Merope Gaunt si innamorò di un babbano, gli somministrò una pozione d'amore e uscì incinta. Ora dopo la gravidanza, smise di dare la pozione e l'uomo, che non l'aveva mai amata, la lasciò. Quando tu sai chi nacque, la madre morì. Ora, si diceva tra i mangiamorte che Tu sai chi era un discendente di Salazar Serpeverde e per questo sapeva parlare con i serpenti.》spiegò e il corvino rimase di stucco.

《Voldemort è un mezzosangue? Allora perché li vuole morti?》《Perché il padre era un babbano, e lui odia i babbani e si finse purosangue. Ora, io prima di venire trascinato qui, ho scoperto un segreto su di lui, ma non è importante. Ciò che penso è che quando ha provato ad uccidere ma poi è morto, ti ha lasciato dei poteri, tra cui il saper parlare con i serpenti.》finì ed Harry ci riflettè.

Pensandoci poteva essere plausibile. 《Lo dirai al preside?》chiese il corvino 《Si, ma non ora. Voglio prima vedere come finisce la lettura.》E dopo quel breve chiacchierata, tornarono in sala grande.

Harry aveva scoperto qualche inforelazione su Voldemort ma nulla che potesse essergli d'aiuto se fosse risorto. Dopo quella pausa la lettura riprese, e Harry notò come Fred guardasse Regulus. 《Non essere geloso》gli sussurrò, e Fred annuì.

《«Che cosa vuoi dire? C'eri anche tu... mi hai sentito».
«Ti ho sentito parlare Serpentese» disse Ron, «la lingua dei serpenti.
Avresti potuto dire qualsiasi cosa. Non c'è da stupirsi che Justin si sia spa-
ventato; sembrava che tu stessi aizzando il serpente o qualcosa di simile.
Era da far venire i brividi, lo sai?»
Harry lo guardò.
«Io parlavo un'altra lingua? Ma... non me ne sono accorto... Come faccio
a parlare una lingua senza sapere di conoscerla?»
Ron scosse la testa. Sia lui che Hermione avevano una faccia da funera-
le. Harry non riusciva a capire che cosa ci fosse di tanto terribile.
«Mi volete spiegare che cosa c'è di male nell'impedire che un maledetto
serpente gigantesco stacchi la testa a Justin?» chiese. «Che cosa conta in
che modo l'ho fatto, visto che a Justin è stato risparmiato l'ingresso nella
schiera dei Cavalieri Senzatesta?»
«Conta, eccome!» disse Hermione prendendo finalmente la parola con
voce strozzata. «Perché la capacità di parlare ai serpenti era la cosa per cui
era famoso Salazar Serpeverde. Per questo il simbolo della sua Casa è un
serpente».
Harry restò a bocca aperta.
«Proprio così» confermò Ron. «E ora tutta la scuola penserà che tu sei il
suo pro-pro-pro-pronipote o qualcosa del genere...»
«Ma non è vero!» disse Harry preso da un panico che non riusciva a
spiegarsi.
«Non ti sarà facile dimostrarlo» disse Hermione. «Lui è vissuto circa
mille anni fa; per quanto ne sappiamo potresti benissimo esserlo».
Quella notte Harry rimase sveglio per ore. Da uno spiraglio delle cortine
del suo letto a baldacchino, rimase a guardare la neve che cominciava a
fioccare davanti alla finestra della torre, e rimuginava tra sé.
Poteva essere davvero un discendente di Salazar Serpeverde? Dopo tut-
to, lui non sapeva niente della famiglia di suo padre. I Dursley gli avevano
sempre proibito di fare domande sui suoi antenati maghi.
A bassa voce cercò di dire qualcosa in Serpentese. Ma le parole non gli
venivano. Perché ciò accadesse, sembrava che dovesse trovarsi faccia a
faccia con un rettile.
'Ma io sono nel Grifondoro' pensò. 'Se avessi sangue di Serpeverde nelle
vene, il Cappello Parlante non mi avrebbe messo qui...'
'Ah!' esclamò una vocina maligna dentro di lui. 'Ma il Cappello Parlante
voleva metterti tra i Serpeverde, non ti ricordi?' Harry si voltò dall'altra parte. Il giorno dopo avrebbe visto Justin alla le-
zione di Erbologia e gli avrebbe spiegato che aveva richiamato il serpente,
non il contrario: ma qualsiasi stupido l'avrebbe capito, pensò prendendo
furiosamente a pugni il cuscino.
Ma la mattina dopo la neve che aveva cominciato a cadere di notte si era
trasformata in una tormenta così fitta che l'ultima lezione di Erbologia del
trimestre fu sospesa. La professoressa Sprite voleva mettere calze e sciarpe
alle mandragole, un'operazione delicata che non si sentiva di affidare a
nessuno, ora che era diventato così importante che le mandragole cresces-
sero in fretta per riportare in vita Mrs Purr e Colin Canon.
Harry rimuginava tutto questo, seduto accanto al fuoco nella sala di ri-
trovo del Grifondoro, mentre Ron e Hermione ingannavano il tempo gio-
cando a scacchi magici.
«Per l'amor del cielo, Harry» esclamò Hermione esasperata mentre un
alfiere di Ron le faceva fuori un cavallo, trascinandolo via dalla scacchiera.
«Vai a cercare Justin, se per te è così importante!»
Harry si alzò e uscì dalla sala passando per il buco del Ritratto e chie-
dendosi dove mai potesse essere Justin.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora