■Il platano picchiatore (1)

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L'indomani la notizia della fuga di Minus e Malfoy era sulle labbra di tutti, e Harry ricevette tante occhiate preoccupate. Tutti pensavano che Minus si fosse vendicato su di lui, e Harry pensava lo stesso, ma i genitori gli avevano detto che era al sicuro.

Harry non gli credette, ma finse di farlo per non litogarci. I dissenatori furono rimessi al castello, con la disapprovazione di Silente, ma doveva proteggere Harry e i suoi studenti.

Harry aveva chiesto a Remus di insegnargli l'incanto patronus e l'uomo annuì dandogli appuntamento quel pomeriggio.
A colazione, si riprese anche la lettura.

《La fine delle vacanze estive arrivò troppo presto per i gusti di Harry.
Non vedeva l'ora di tornare a Hogwarts, ma il mese passato alla Tana era
stato il più felice della sua vita. Gli riusciva difficile non invidiare Ron
quando pensava ai Dursley e al benvenuto che doveva aspettarsi da parte
loro, non appena avesse rimesso piede a Privet Drive.
L'ultima sera mamma Weasley organizzò una cena sontuosa con tutte le
pietanze preferite di Harry e, per finire, un budino di melassa da far venire
l'acquolina in bocca. Fred e George conclusero degnamente la serata con
uno spettacolo di fuochi d'artificio Filibuster inondando la cucina di stelle
rosse e blu che rimbalzarono dal soffitto alle pareti per una buona mezz'o-
ra. Infine, venne il momento di un'ultima tazza di cioccolata calda, e poi a
letto.
La mattina dopo ci volle la mano di dio per riuscire a partire. Si erano
alzati al canto del gallo, ma non si sa come tutti avevano un mucchio di
cose da fare. Mamma Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini
spaiati e di penne d'oca; nel trambusto, tutti si scontravano su e giù per le
scale, mezzi svestiti e masticando panini, e poco mancò che il signor Wea-
sley non si rompesse il collo inciampando in una gallina di passaggio men-
tre attraversava il cortile per caricare in macchina il baule di Ginny.
Harry non capiva in che modo otto persone, sei grossi bauli, due gufi e
un topo potessero entrare in una piccola Ford Anglia. Ma naturalmente non
aveva fatto i conti con le modifiche speciali apportate dal signor Weasley.》

E molti risero, alleggerendo l'aria.

《«Non una parola con Molly» bisbigliò quest'ultimo a Harry quando apri
il bagagliaio e gli mostrò l'incantesimo che aveva fatto per allargarlo, così
da farci entrare comodamente i bauli.
Quando finalmente furono tutti in macchina, mamma Weasley dette u-
n'occhiata al sedile posteriore, dove, comodamente seduti uno accanto al-
l'altro, c'erano Harry, Ron, Fred, George e Percy e disse: «I Babbani ne
sanno più di quanto noi non crediamo, non è vero?» Lei e Ginny si instal-
larono sul sedile anteriore, che era stato allungato tanto da assomigliare a
una panchina del parco. «Voglio dire, dal di fuori non si direbbe mai che
questa macchina è così spaziosa, non trovate?»
Il signor Weasley mise in moto e l'auto si avviò fuori del cortile. Harry
si voltò a dare un'ultima occhiata alla casa. Ma non aveva fatto in tempo a
chiedersi quando l'avrebbe rivista, che già erano tornati indietro: George
aveva dimenticato la scatola dei suoi fuochi d'artificio Filibuster. Cinque
minuti dopo, nuova brusca frenata nel cortile perché Fred doveva correre a
prendere il suo manico di scopa. Avevano quasi raggiunto l'autostrada,
quando Ginny, con uno strillo, disse di aver dimenticato il diario. Quando
la ragazzina si fu di nuovo arrampicata in macchina erano decisamente in
ritardo e gli animi si stavano surriscaldando.
Il signor Weasley guardò l'orologio, poi sua moglie.
«Molly, mia cara...»
«No, Arthur».
«Ma nessuno ci vedrebbe. Questo bottoncino qui è il Turbo Invisibile
che ho installato... che ci farebbe sollevare... e poi voleremmo sopra le nu-
vole. Arriveremmo in dieci minuti e nessuno ne saprebbe niente...»
«Ho detto di no, Arthur, non in pieno giorno».
Arrivarono alla stazione di King's Cross alle undici meno un quarto. Il
signor Weasley attraversò di corsa la strada per procurarsi i carrelli porta-
bagagli e poi, tutti insieme, si precipitarono in stazione.
Già l'anno prima Harry aveva preso l'Espresso per Hogwarts. Il difficile
era arrivare al binario nove e tre quarti, ben nascosto agli occhi dei Babba-
ni. Per riuscirci bisognava passare attraverso la robusta barriera che divi-
deva le banchine nove e dieci. Non faceva male, ma era un'impresa che ri-
chiedeva molta concentrazione perché i Babbani non si accorgessero che
uno spariva.
«Prima Percy» disse mamma Weasley guardando nervosamente il gran-
de orologio della stazione, dal quale risultava che avevano soltanto cinque
minuti per scomparire tutti quanti disinvoltamente attraverso la barriera.
Percy spiccò una corsa e sparì. Seguirono il signor Weasley, Fred e Ge-
orge.
«lo vado con Ginny, e voi due venite dietro di noi» disse mamma Wea-
sley a Harry e a Ron, afferrando la mano della ragazzina e avviandosi. In
un batter d'occhio erano scomparse anche loro.
«Andiamo tutti e due insieme, abbiamo solo un minuto di tempo» disse
Ron a Harry.
Harry si assicurò che la gabbia di Edvige fosse ben fissata sopra al baule
e portò il suo carrello di fronte alla barriera. Si sentiva perfettamente sicuro
di sé; questo non era difficile come usare la Polvere Volante. Tutti e due i
ragazzi si chinarono sull'impugnatura dei loro carrelli e si incamminarono
verso la barriera, acquistando velocità. A pochi metri di distanza spiccaro-
no una corsa e...
CRASH.
Entrambi i carrelli urtarono contro la barriera e rimbalzarono all'indietro.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora