■La camera dei segreti (3)

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《«Ehm... be'... sì» disse Allock staccando da dietro la porta un poster che
lo raffigurava a grandezza naturale e cominciando ad arrotolarlo. «Una
chiamata urgente... improrogabile... devo andare...»
«E mia sorella?» chiese brusco Ron.
«Ah, sì... una vera disgrazia» fu il commento di Allock, che evitò di
guardarlo negli occhi mentre apriva con uno strattone un cassetto e rivol-
tava il contenuto in una borsa. «Nessuno se ne rammarica più di me...»
«Ma lei è l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure!» esclamò Harry
«Non può andarsene ora! Non con tutti questi fatti di magia nera che stan-
no accadendo!»
«Be', devo ammettere... Quando ho accettato l'incarico...» balbettò Al-
lock che adesso stava buttando le calze sopra agli abiti, «nel mansionario
non c'era proprio niente che... non mi aspettavo di...»
«Intende dire che ha intenzione di squagliarsela?» chiese Harry incredu-
lo. «Dopo tutto quel che ha raccontato di aver fatto nei suoi libri?»
«I libri possono portare fuori strada» disse Allock con tono diplomatico.
«Ma li ha scritti lei!» esclamò Harry.
«Mio caro ragazzo» disse Allock raddrizzandosi e fissandolo con la
fronte aggrottata. «Un po' di buon senso. I miei libri non avrebbero vendu-
to neanche la metà se la gente non avesse pensato che a fare tutte quelle
cose ero stato io. A nessuno piace leggere le imprese di un mago armeno
brutto e vecchio, anche se ha salvato un intero paese dai lupi mannari. La
sua immagine in copertina avrebbe veramente sfigurato! Non aveva nessun
gusto nel vestirsi. Quanto poi alla maga che ha messo in fuga l'anima in
pena della strega Bandon, aveva il labbro leporino. Insomma, cerca di ca-
pire...»
«E così lei si è preso il merito di quel che altri hanno fatto?» chiese
Harry sempre più incredulo.
«Harry, Harry» disse Allock scuotendo la testa con impazienza. «Non è
così semplice. Non ho mica lavorato poco, sai? Ho dovuto andare a scova-
re queste persone. Chiedergli come erano riuscite a compiere le loro im-
prese. Poi ho dovuto fargli un Incantesimo di Memoria perché non ricor-
dassero più quel che avevano fatto. Se c'è una cosa di cui vado fiero è pro-
prio il mio Incantesimo di Memoria. No, davvero, il lavoro da fare è stato
tanto, Harry. Non basta firmare autografi sui libri e distribuire foto pubbli-
citarie, sai? Se vuoi la fama devi essere pronto a faticare, con costanza».》

Molti si lamentarono e James lo insultò più del dovuto.

《Tirò fuori la bacchetta magica e si girò verso i ragazzi.
«Spiacente, miei cari, ma anche a voi dovrò fare un Incantesimo di Me-
moria. Non posso certo permettere che ve ne andiate in giro a spiattellare
tutti i miei segreti. Altrimenti non venderò più neanche una copia...»
Harry riuscì ad afferrare la propria bacchetta appena in tempo. Allock
aveva sollevato in aria la sua, quando Harry gridò: «Expelliarmus!»
Allock fu scaraventato all'indietro e cadde riverso sopra i bauli. La sua
bacchetta magica piroettò in aria; Ron l'afferrò e la fece volare fuori della
finestra.
«Non avrebbe dovuto permettere che il professor Piton ci insegnasse
questo incantesimo» disse Harry furibondo, scansando con un calcio il
baule di Allock. Quest'ultimo levò lo sguardo su di lui, sempre più pallido
e ansioso. Harry lo teneva sempre sotto tiro.
«Che cosa volete che faccia?» chiese Allock debolmente. «Io ignoro do-
ve si trovi la Camera dei Segreti. Non posso fare niente».
«Lei è fortunato» disse Harry costringendolo ad alzarsi in piedi. «Noi
pensiamo di sapere dove si trova. E anche quel che c'è dentro. Andiamo!»
Spinsero Allock fuori dall'ufficio, e poi giù per la più vicina rampa di
scale e lungo il corridoio dove erano esposti i messaggi fino alla porta del
gabinetto di Mirtillla Malcontenta.
Lo fecero entrare per primo. Harry notò con piacere che stava tremando.
Mirtilla era seduta sulla cassetta dello scarico dell'ultimo gabinetto.
«Oh, sei tu!» esclamò quando vide Harry. «Che cosa vuoi, questa vol-
ta?»
«Chiederti come sei morta» gli rispose lui.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora