♤Grifondoro contro Corvonero(1)

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La sera a cena si riprese la lettura. E lesse Astoria.

《Quella parve la fine dell'amicizia tra Ron e Hermione. Erano tutti e due
così arrabbiati che Harry non capiva come avrebbero potuto far pace.
Ron era furioso perché Hermione non aveva mai preso sul serio i tenta-
tivi di Grattastinchi di divorare Crosta, non si era preoccupata di tenerlo
d'occhio e tentava ancora di farlo passare per innocente, visto che gli sug-
geriva di cercare il topo sotto i letti dei ragazzi. Hermione, da parte sua,
sosteneva che Ron non aveva nessuna prova che Grattastinchi avesse man-
giato Crosta, che i peli rossi potevano essere lì da Natale, e che Ron era
sempre stato prevenuto nei confronti del gatto, fin da quando Grattastinchi
gli era balzato in testa al Serraglio Stregato.
Personalmente, Harry era sicuro che Grattastinchi si fosse mangiato
Crosta, e quando cercò di far notare a Hermione che tutte le prove punta-
vano in quella direzione, lei perse la pazienza anche con lui.
«Ok, stai con Ron, tanto lo sapevo!» disse con voce acuta. «Prima la Fi-
rebolt, poi Crosta, è sempre colpa mia, vero? Lasciami stare, Harry, ho un
sacco di compiti!»》

Hermione rise. 《Okay a volte tendo ad essere pesante》ammise e Ron rise.

《Ron in effetti aveva preso molto male la scomparsa del topo.
«Dài, Ron, non facevi che ripetere quanto era noioso Crosta» disse Fred
per consolarlo. «Era giù da secoli, se ne stava andando. Probabilmente è
stato meglio per lui sparire cosi, in un boccone. Non deve aver sentito
niente».
«Fred!» esclamò Ginny indignata.
«Non faceva che mangiare e dormire, Ron, lo dicevi tu» disse George.
«Una volta però ha morsicato Goyle!» disse Ron sconsolato. «Ti ricordi,
Harry?»
«Sì, è vero» confermò Harry.》

I gemelli risero colpevoli, Ron era abituato.

«Il suo momento di gloria» disse Fred, incapace di restar serio. «Che la
cicatrice sul dito di Goyle sia perenne tributo alla sua memoria. Dài, Ron,
vai a Hogsmeade e comprati un topo nuovo. A cosa serve lamentarsi?»
Nell'estremo tentativo di rincuorare Ron, Harry lo convinse ad accom-
pagnarlo all'ultimo allenamento dei Grifondoro prima della partita contro i
Corvonero, così alla fine avrebbe potuto fare un giro sulla Firebolt. La co-
sa parve distrarre per un attimo Ron dal pensiero di Crosta («Splendido!
Posso provare a fare qualche goal?»), e così i due ragazzi si diressero in-
sieme verso il campo.
Madama Bumb, che continuava ad assistere agli allenamenti dei Grifon-
doro per tenere d'occhio Harry, fu colpita dalla Firebolt quanto gli altri.
Prima del decollo la prese, la studiò da vicino ed espresse il suo giudizio
tecnico.
«Che equilibrio! Se la serie Nimbus ha un difetto, è un piccolo solco nel-
la coda: spesso dopo qualche anno comincia a fare attrito. Hanno anche
modernizzato il manico, è un po' più sottile delle Scopalinda, mi ricorda le
vecchie Frecce d'Argento, peccato che abbiano smesso di produrle, io ci ho
imparato a volare, ed era una gran bella vecchia scopa anche quella...»
Continuò così per un po', finché Baston disse:
«Ehm... Madama Bumb? Le spiace restituire la Firebolt a Harry? Do-
vremmo proprio allenarci...»
«Oh... certo... ecco, Potter» disse Madama Bumb. «Vado a sedermi con
Weasley...»
Lei e Ron uscirono dal campo e presero posto sulle tribune, mentre la
squadra dei Grifondoro si riuniva attorno a Baston per le istruzioni finali
prima della partita del giorno dopo.》

Tutti risero.

《«Harry, ho appena scoperto chi sarà il Cercatore di Corvonero. Cho
Chang. È una del quarto anno, ed è bravina... Speravo che non fosse in
forma, ha avuto qualche problema...» Baston espresse il suo disappunto
per la completa ripresa di Cho Chang, poi disse: «D'altra parte, cavalca una
Comet Duecentosessanta, che sarà semplicemente ridicola vicino alla Fire-
bolt». Dedicò alla scopa di Harry uno sguardo di fervente ammirazione,
poi disse: «Ok, andiamo...»
E finalmente Harry si mise a cavalcioni della Firebolt e decollò.
Era come sognare. La Firebolt girava al minimo tocco, sembrava obbe-
dire ai suoi pensieri più che alla sua presa; filava per il campo a una tale
velocità che lo stadio diventò una macchia verde e grigia; Harry la fece
voltare così bruscamente che Alicia Spinnet urlò, poi si tuffò in una picchiata perfettamente controllata, sfiorando il campo erboso con le punte
dei piedi prima di innalzarsi di nuovo a dieci, dodici, quindici metri...
«Harry, ora libero il Boccino!» gridò Baston.
Harry si voltò e inseguì un Bolide fino alla porta; lo superò senza sforzo,
vide il Boccino sfrecciare da dietro Baston e di lì a dieci secondi lo teneva
stretto in mano.》

The story of Harry Potter -The boy who lived-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora